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voce, ossia che il tetracordo faceva eco (resonabat) alla,
sua voce, così che quando egli emetteva note acute, la
cetra veniva toccata in modo da rendere un suono a-
cuto e viceversa.
Per il che il passo oraziano si potrebbe spiegare
così: « Se gliene fosse venuto talento dal principio fino
alla fine del pranzo avrebbe cantato - evoè, Bacco -
ora con voce acuta, ora con quella bassa, a cui fa
eco il tetracordo. »
Siccome poi il tetracordo era istrumento d'accom-
pagnamento, e come tale rendeva sempre suoni bassi,
come al dì nostro la chitarra, è facile che Orazio intenda
dire che il tetracordo fa eco alla voce bassa, perchè
esso, nell'accompagnamento al canto, rendeva note
basse; e per questo appunto vien detto che la voce
bassa è quella che anche risuona nel tetracordo.
Dovremo dunque intendere resomi nel senso di
far eco, come per analogia nei seguenti passi oraziani:
j cuius recinet iocosa
Nomen imago
Od. 1, 12, 3.
et iocosa
redderet landes Ubi Vaticani
Montis imago.
Od. I, 20, 6.
Alfredo Pais.
BIBLIOGRAFIA
Corpus Inscriptionum Semiticarun ab Academia Inseriti -
tionum et Litterarum Humaniorum conditimi atque di-
ffestiim. Pars prima inscriptiones pìioenicias coutmens:
Tomus I. Parisiis e Reipublicae typografeo 1883.
L'autorità della Accademia di belle lettere e delle inscri-
zioni di Parigi, sotto i cui auspici si pubblica questo Corpus,
il nome di Ernesto Renan, uno degli uomini più illustri e
più geniali del nostro secolo, e del suo allievo Filippo Berger,
senza dubbio uno dei più valenti conoscitori di cose fenicie
voce, ossia che il tetracordo faceva eco (resonabat) alla,
sua voce, così che quando egli emetteva note acute, la
cetra veniva toccata in modo da rendere un suono a-
cuto e viceversa.
Per il che il passo oraziano si potrebbe spiegare
così: « Se gliene fosse venuto talento dal principio fino
alla fine del pranzo avrebbe cantato - evoè, Bacco -
ora con voce acuta, ora con quella bassa, a cui fa
eco il tetracordo. »
Siccome poi il tetracordo era istrumento d'accom-
pagnamento, e come tale rendeva sempre suoni bassi,
come al dì nostro la chitarra, è facile che Orazio intenda
dire che il tetracordo fa eco alla voce bassa, perchè
esso, nell'accompagnamento al canto, rendeva note
basse; e per questo appunto vien detto che la voce
bassa è quella che anche risuona nel tetracordo.
Dovremo dunque intendere resomi nel senso di
far eco, come per analogia nei seguenti passi oraziani:
j cuius recinet iocosa
Nomen imago
Od. 1, 12, 3.
et iocosa
redderet landes Ubi Vaticani
Montis imago.
Od. I, 20, 6.
Alfredo Pais.
BIBLIOGRAFIA
Corpus Inscriptionum Semiticarun ab Academia Inseriti -
tionum et Litterarum Humaniorum conditimi atque di-
ffestiim. Pars prima inscriptiones pìioenicias coutmens:
Tomus I. Parisiis e Reipublicae typografeo 1883.
L'autorità della Accademia di belle lettere e delle inscri-
zioni di Parigi, sotto i cui auspici si pubblica questo Corpus,
il nome di Ernesto Renan, uno degli uomini più illustri e
più geniali del nostro secolo, e del suo allievo Filippo Berger,
senza dubbio uno dei più valenti conoscitori di cose fenicie