NOTIZIE DIVERSE
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Nelle Notizie degli Scavi del ISSI, p. '137, si legge: « Nel
declivio di una collina chiamata Monte Lunas, nel territorio
del comune di SeivorM, in provincia di Cagliari, fu rinvenuta
una tomba coperta di embrici dentro la quale stavano tre
boccali fittili con proprio coperchio, un'anfora, un anello con
agata, e diciotto grani d'oro lavorati con minutissimi rilievi
ed appartenenti ad una collana. »
Ilo avuta occasione, quest'anno, di vedere gli oggetti tro-
vati a Senorbi ed ho saputo che in quella località si sco-
prirono molte tombe scavate, come lo sono generalmente
tutte le puniche, nella roccia.
Fra gli oggetti da me veduti noto: 1° un certo numero
di vasi di terra fina grigiastra, affatto simili, anche nella
l'orma, a quelli che si trovano a Tharros e nelle tombe pu-
niche di San Sperate. 2° uno scaraboide di corniola mon-
tato in oro, identico a due già posseduti dal nostro Museo,
dei quali uno fu rinvenuto a Tharros ed il secondo nella
necropoli punica occidentale di Cagliari. 3° due frammenti di
anello crinale d'oro aventi l'anima di rame. 4° alcuni globetti
d'oro assai piccoli simili, al pari dei frammenti ora citati, agli
oggetti rinvenuti a Tharros. I numeri 2, 3, 4, sono stati ac-
quistati dal Museo di Cagliari.
Il signor Paulesu, che fece tali scavi, trovò anche delle
monete puniche. Senza dubbio dobbiamo constatare l'in-
fluenza cartaginese anche a Senorbi ove, negli anni passatasi
trovò la bella statuetta di bronzo più volte citata, rappre-
sentante, con molta probabilità, un soldato cartaginese.
Il R. Museo Cagliaritano fu, per molto tempo, deturpato
da una collezione di 265 idoletti di bronzo falsi, che molti
dissero essere il più bell'ornamento di questo stabilimento.
Primo ad essere ingannato e primo ad illustrarli fu il
venerando La Marmora che spese per essi molto denaro, molti
anni e molta fatica e dopo lui molti altri, ad es. il Bresciani,
l'Angius, il Maltzan e persino il Gerhard (Ueber die Kunst
der Phocnizler in Gesammte Akademische Abhandlungen II,
p. 10) i quali tutti si affaticarono a voler dimostrare opera
fenicia questo sozzo, parto di un falsario spregevole.
È merito dell'architetto cagliaritano Luigi Tocco l'aver
alzato, per il primo, la voce contro questa turpe falsificazione
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Nelle Notizie degli Scavi del ISSI, p. '137, si legge: « Nel
declivio di una collina chiamata Monte Lunas, nel territorio
del comune di SeivorM, in provincia di Cagliari, fu rinvenuta
una tomba coperta di embrici dentro la quale stavano tre
boccali fittili con proprio coperchio, un'anfora, un anello con
agata, e diciotto grani d'oro lavorati con minutissimi rilievi
ed appartenenti ad una collana. »
Ilo avuta occasione, quest'anno, di vedere gli oggetti tro-
vati a Senorbi ed ho saputo che in quella località si sco-
prirono molte tombe scavate, come lo sono generalmente
tutte le puniche, nella roccia.
Fra gli oggetti da me veduti noto: 1° un certo numero
di vasi di terra fina grigiastra, affatto simili, anche nella
l'orma, a quelli che si trovano a Tharros e nelle tombe pu-
niche di San Sperate. 2° uno scaraboide di corniola mon-
tato in oro, identico a due già posseduti dal nostro Museo,
dei quali uno fu rinvenuto a Tharros ed il secondo nella
necropoli punica occidentale di Cagliari. 3° due frammenti di
anello crinale d'oro aventi l'anima di rame. 4° alcuni globetti
d'oro assai piccoli simili, al pari dei frammenti ora citati, agli
oggetti rinvenuti a Tharros. I numeri 2, 3, 4, sono stati ac-
quistati dal Museo di Cagliari.
Il signor Paulesu, che fece tali scavi, trovò anche delle
monete puniche. Senza dubbio dobbiamo constatare l'in-
fluenza cartaginese anche a Senorbi ove, negli anni passatasi
trovò la bella statuetta di bronzo più volte citata, rappre-
sentante, con molta probabilità, un soldato cartaginese.
Il R. Museo Cagliaritano fu, per molto tempo, deturpato
da una collezione di 265 idoletti di bronzo falsi, che molti
dissero essere il più bell'ornamento di questo stabilimento.
Primo ad essere ingannato e primo ad illustrarli fu il
venerando La Marmora che spese per essi molto denaro, molti
anni e molta fatica e dopo lui molti altri, ad es. il Bresciani,
l'Angius, il Maltzan e persino il Gerhard (Ueber die Kunst
der Phocnizler in Gesammte Akademische Abhandlungen II,
p. 10) i quali tutti si affaticarono a voler dimostrare opera
fenicia questo sozzo, parto di un falsario spregevole.
È merito dell'architetto cagliaritano Luigi Tocco l'aver
alzato, per il primo, la voce contro questa turpe falsificazione