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quando i Climnnì misero la prima volta il piede sul
suolo italiano in Cuma,sul bel principio dovettero
per necessità praticarvi dei pozzi per abbeverarsi;
uso già vecchio e comune pressoi Greci, giusta la te-
stimonianza di Pausania, il quale scrivendo della
città di Atene dice—Putei sunt passim pqr iotam
Vrbem. (l)ICumaniperciò incominciarono afare ri-
cerca delle acque, studiando ed esaminando nei lo-
ro giri di osservazioni non solo le vicine contrade;
ma anche le lontane. Lo scopo dei loro studi, a mio
credere fu doppio ; quello cioè di ritrovare una
qualche sorgente perenne di acqua potabile per i
bisogni della loro città; ma anche un qualche sicuro
seno di mare, atto alla costruzione di un buon por-
to (2) od arsenale, tanto necessario ad essi, per quan-
to forse lo furono le acque stesse, non polendolo
all'atto costruire presso il mare della loro città, es-
sendo una costa priva di seni, ed esposta mollo ai
venti. E per vero dopo qualche tempo i Cumani
avendo rinvenuta la bramata sorgente di acqua
perenne presso i monti di Serino.; furono solleciti
a costruirvi il suo condotto, ed in quella stessa
occasione della costruzione dell'acquidollo, osser-
vando essi i due belli seni di mare di Napoli e
di Pozzuoli, vi si stabilirono con una piccola Co-
lonia in ciascuno dei due seni, edificando nel
primo la ci ttà di Parkmope o Palepoli, e nel
secondo la città di Dìcearchia con un Arse-
nale o Porto ad uso speciale di Cuma, come
rilevasi da Strabone nel lib. V. Deìnceps littiis
extat, et oppidum ipsum, quod cinteci quidem
Cumanorum fuerat N avale in supercilio constru-
(1) In Atticis.
(2) I Greci in Ditto della costruzione dei porti erano solili
utilizzare i seni ed i promontori naturali, ampliandoli e riparandoli
con argine e gittate.
quando i Climnnì misero la prima volta il piede sul
suolo italiano in Cuma,sul bel principio dovettero
per necessità praticarvi dei pozzi per abbeverarsi;
uso già vecchio e comune pressoi Greci, giusta la te-
stimonianza di Pausania, il quale scrivendo della
città di Atene dice—Putei sunt passim pqr iotam
Vrbem. (l)ICumaniperciò incominciarono afare ri-
cerca delle acque, studiando ed esaminando nei lo-
ro giri di osservazioni non solo le vicine contrade;
ma anche le lontane. Lo scopo dei loro studi, a mio
credere fu doppio ; quello cioè di ritrovare una
qualche sorgente perenne di acqua potabile per i
bisogni della loro città; ma anche un qualche sicuro
seno di mare, atto alla costruzione di un buon por-
to (2) od arsenale, tanto necessario ad essi, per quan-
to forse lo furono le acque stesse, non polendolo
all'atto costruire presso il mare della loro città, es-
sendo una costa priva di seni, ed esposta mollo ai
venti. E per vero dopo qualche tempo i Cumani
avendo rinvenuta la bramata sorgente di acqua
perenne presso i monti di Serino.; furono solleciti
a costruirvi il suo condotto, ed in quella stessa
occasione della costruzione dell'acquidollo, osser-
vando essi i due belli seni di mare di Napoli e
di Pozzuoli, vi si stabilirono con una piccola Co-
lonia in ciascuno dei due seni, edificando nel
primo la ci ttà di Parkmope o Palepoli, e nel
secondo la città di Dìcearchia con un Arse-
nale o Porto ad uso speciale di Cuma, come
rilevasi da Strabone nel lib. V. Deìnceps littiis
extat, et oppidum ipsum, quod cinteci quidem
Cumanorum fuerat N avale in supercilio constru-
(1) In Atticis.
(2) I Greci in Ditto della costruzione dei porti erano solili
utilizzare i seni ed i promontori naturali, ampliandoli e riparandoli
con argine e gittate.