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IX


DI LIONARDO DA VINCI

T>ESC\ITTA
D A RAF A ELLE DU FRESNE-

SE la nobiltà del sangue , eh’è una co/a. immaginaria, fa una
tal distintione fra gli huomini, che gli uni innalza sopra gli
altri, chi è colui che non Aimi che quella dell’ animo, che
conliste in virtù effettiva, e risiede nella parte che tragge sua origi-
ne dal cielo, non sia per portar gli huomini dal più infimo flato
sin a i confini della divinità. Di questa vera e più risplendente no-
biltà ornato Lionardo da Vinci, potè in gloria & onori pareggiare
i più grand’ huomini del suo secolo , & innalzandoli sopra la bas-
sezza della sua nascita, vivere, praticare, è morire con i rè e
prencipi grandi 5 e quel eh’a pochi è concesso, lasciar 1’ immorta-
lità al suo nome. Nacque egli nel cassello di Vinci, pollo nel Val
d’Arno di sotto, non rroppo lontano da Fiorenza, e fu suo padre
Piero da Vinci. Costui accorgendoli del genio del figliuolo, che
fra gli altri suoi studii sempre attendeva a disegnare, lì risolse U
aiutar quella sua naturale inclinatione, e menatolo a Fiorenza deli-
bero di porlo con Andrea Verrocchio pittore in quel tempo
qualche riputatione. Quello ammirando Y ingegno del giovane,
fé’ quel giuditio che poi il tempo dimoslrò verilsimo, Et accettato-
lo per suo discepolo, tanto più promise a ser Piero di ammaestrarìo,
b quan-

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