Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Überblick
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
124 VITA'
Alberti fu prima canonico, e poi sanno 1437* vescovo di Cameri-
no: & Eugenio papa, che con tanta pompa e dimortratione d’af-
fetto iu da’ Fiorentini nella loro città accolto, havendo nel tempo
eh’ egli vi celebrò il concilio, fatto prova delle virtù di quel pre-
lato, per segno di gratitudine verso la sua natione, e per premio
dovuto a suoi meriti, s honorò del cardinalato. Lorenzo fratello
d’Alberto lasciò più figlioli, Bernardo, Carlo, & Leon Barussa, le cui
rare qualità porgeranno ampia materia di lodi a quello breve dis-
corso. Con quanta cura, e con che disciplina quelli fratelli fussero
nella gioventù dal padre allevati, si legge nel trattato che s ìslesso
Leon Battisfa sensse delle commodità , & incommodità delle lettere :
dove egli racconta che tutte le hore del dì erano in tal maniera a
vani loro sfudii disfribuite, che mai resfavano otiosi . Elsendo giunti
ad età più matura, oltre lo Audio delle lettere, Carlo abbracciò la
cura de’negotii domesfici, ma Leon Battisfa non tenendo conto di al-
tro che di libri, tutto si diede alla coltura dell’ingegno, e fece tan-
to profitto nelle scienze , che si lasciò addietro quanti con fama va-
lent’ huomini vivevano al suo tempo.
Il primo saggio eh’ egli diede della vivacità, & acutezza del
suo genio fu nell’ ingannare con una dotta, & ingegnosa burla,
e con più succelso che non fece poi il Sigonio, il giudicio de*
letterati del suo tempo: perche trovandoli in età di venti anni
allo sludio di Bologna, compose di naseosfo una favola chiamata
Thdodoxtos, sotto nome di Lepido comico, la quale poi, quasi ca-
pitatagli di nuovo, e cavata da vecchio manoscritto, ei publicò per
antica. E veramente Alberti imitò in quella con tanta felicità la pris-
ca dicitura de comici Latini, eh’ essendo pervenuta nelle mani di
Aldo Manucci, il quale fu da tutti tenuto per paragone della vera
e più pura Latinità, egli la fece {lampare m Lucca l’anno 1588.
dedicandola ad Ascanio Persio, personaggio ancora egli di profonda
eruditone, come se folle siata opera di senttore antico . Lepidam Le-
pidi , antiqui comici, quifquis die fit jabulam ad te mitto, eruditi fjtme Terjìy
qua cum ad manus meas pernjenent, perire nolui: & antiquitatis rationem
loabendam efse duxi. Multa funt tn ea obfercvatione digna, qua tibi, totius
ruetujìatis follertisfimo indagatori, non dìjphcebunt, mihi certe cum placuennt,
€5V. Ma che s Alberti habbia comporto quella favola nel vigesimo
anno della sua età, egli rtesso s ha voluto lignificare nel prologo:
Alon quidem cupio , non peto tn laudem trabi, quod hac njigefìma annorum
meorum retate , hanc meptius fcnpfenm fabulam . Verum exfpe&o inde h ab eri
etpud njos hoc perj'uajìoms, non njacuum me fcihcet, non exundique incure
meos obinjijje annos. Havendo dunque Alberti in quella età sperimen-
tato le sue forze, non vi fu seienza eh’ egli con lo sludio non si
acquislasse, non lasciando. passare alcun giorno senza leggere o com-
porre
 
Annotationen