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ORMOND O

D I M E M F I

AL CAVALIER. MANTENITORE.

IL condannare la fegretez&a in amorej 'vn accu-

fare laprcpria debolezja.Cbi amddo non sà tace- ^a?0c,
re3menta diportarpiu tofio imprtgìonata la lingua ci,
trà i legami d'vn vergonofo Jilentio3 che auuolto il Per ii sì-
cuore trà i lacci amorofì.Troppo angutto è quelpetto3
il cui incendio è necejjàrio che s’apraye fuapori. Vna felim.
fourana beilezjj, non hà mesiìero del teHimonio di
loquace Amatore. Ella è facondajenche tacita lo-
datrice di fe medefìma. Chi ben ama non và rnendi-
cando efierni applaufì alTamor fio :perche a chiun-
que degnamente opera è Teatro per feBefso ajsai
gloriofo la cofcienza d’ hauer degnamente operato .

Aperta fiama diuienpiu toHo ludibrio deventi3 che
spettacolo del Cielo . Amore non ifparegerebbe di ce-
nere il Volto agli Amantife non voleffè3ch’illor fuo-
co fi nutrijse coperto. Le tenebre, che fonpropitie a
gli amori3 hanno il fìlentio per compagno. Che piu?

Non comparifce in Cielo la Stella bellissima d’Amo-
re, f non trà i slentij notturni. Goda di palefar
gli amori fuoi chi solcando ilMare amoroso fpera di
condurfinporto co’l fauor delTaurepopulari. Tenti

N d’accre^
 
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