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Pcr il Si-
gnor An-
gelo In-
coronati.

D’iocer
toAuto-
re.

FIDOAMOSE

IL RIV ERENTE

A TIAMO DI MEMFI.

A MO, e taccio, ò Tiamo di.Mqmfì}perche
k jk non Tiima iivalore dclla mia sermt 'u, preg-
zjproportionato ctll’dcqmsio deUa gratia della nna
Dama. E quel merito , che io conofca in lei sopra
tutte le altre Donne del Mondo mi fà credere , e
non fenza ragione, che non fa per indurfì à corri-
sondere in amore colei, chs daii’aito foglio deUe
fue perfettioni non può mirare, fe notì come molto
inferiori le viriìt di chi fì fìa . Non perciò dijfìdo
delia vittoria , benche mi rapprefènti sì perìgliofo
il combattimento . Ne difpero deUapalma, come
che io mi troui sì loìitano dalla meta . Mi ageuo-
lerà il corfo lo fplendore, henche rinchiufo deUa
yma famma , stfì mi faciliterà i'Arringo Tardito
tnio Cuore, che qualhora fi pofe ad amare ben fì
auidde,che ahreianto egli la meritaua fopra d'cgni
altro, quanto meno ella poteua ejfer meritata da
alcuno. Niuna ragionc doueua indurmì a palefar-
rni Amante ,fe non quando le proue del mio valore
hauejfero refa mamfeHa queBa ventà . Onde eila
con la ìtecefsità 3 che hà ciafcheduna dor.na d'arna-

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