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https://doi.org/10.11588/diglit.27299#0067
Per il Si-
gnor Vir*
ginio Cé*
ci.
D’incer-
ro Auto-
rc •
C E N CINNATO
R O M A N O
A TIAMO DI MEMFI-
LA loquacttà ò Tiamo nonì minor inditioài
debclcz±a tral'&rmi , che di leogierezja trà
gli amorì. Chi non tace rtioftrct l'incapacttà del Jito
cùore j e l 'incontinenzjt delproprio petto ; chiufò lun-
gamente Ji conjerua quel suoco, che poi aperto in
torbide efalationi fuanifce . Non ama chipuò pa-
lefare il fuo Amore , ne arde chi sà defcrmere il fuo
incendio . Non e chiara quella luce, che teon abba-
glia, e nonreca tenebrè a'riguardanti ,• taciti Van-
no i piùcupi 3 elarghi fiumi , rna i piccioli rufceìli
con maggior strepito 3 che danno tra fajf si sran-
ga.no y e fi dileguano tra le proprie arene . E’fonte
diluce ilSole, s&) ancorche talhora f Veda coperto
da nuuole, non perde la fua chiarezjjt, Amore
iftejso e velato ,• i pm> alti mifteri del Cielo fono i
più reconditi -, troppo vulgari f fanno le cofe, che
fì diuolgano, vulgari fono le bellezje, che lodar f
pojfano, ma fourahumane quelle, che auanzjndo
fd’ingegni humani hanno folo per encomio il slen-
gnor Vir*
ginio Cé*
ci.
D’incer-
ro Auto-
rc •
C E N CINNATO
R O M A N O
A TIAMO DI MEMFI-
LA loquacttà ò Tiamo nonì minor inditioài
debclcz±a tral'&rmi , che di leogierezja trà
gli amorì. Chi non tace rtioftrct l'incapacttà del Jito
cùore j e l 'incontinenzjt delproprio petto ; chiufò lun-
gamente Ji conjerua quel suoco, che poi aperto in
torbide efalationi fuanifce . Non ama chipuò pa-
lefare il fuo Amore , ne arde chi sà defcrmere il fuo
incendio . Non e chiara quella luce, che teon abba-
glia, e nonreca tenebrè a'riguardanti ,• taciti Van-
no i piùcupi 3 elarghi fiumi , rna i piccioli rufceìli
con maggior strepito 3 che danno tra fajf si sran-
ga.no y e fi dileguano tra le proprie arene . E’fonte
diluce ilSole, s&) ancorche talhora f Veda coperto
da nuuole, non perde la fua chiarezjjt, Amore
iftejso e velato ,• i pm> alti mifteri del Cielo fono i
più reconditi -, troppo vulgari f fanno le cofe, che
fì diuolgano, vulgari fono le bellezje, che lodar f
pojfano, ma fourahumane quelle, che auanzjndo
fd’ingegni humani hanno folo per encomio il slen-