Mascardi, Vitale: Festa, Fatta In Roma, Alli 25. di Febraio MDCXXXIV. (Roma, [1635]) [Cicognara, 1440]

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uerfo ? Se il raoionar sujse proprio d'Amore2filo al
Mondo farebbe tbnomo, perche i Pcfci, gli amma-
li3 e tutte le cofe , che nafcono , hanno da Amor la
propagAtione3 e fono muti. Ma il palesargli amo-
ri non rese fccrno alle Deita ? Non sb io 3 che infe-
gnano qu 'i tacere , Cupìdo , eVenere inattodi far
fìlentio s.e nell’Egitto i tuoiNumi3i tuoi facrifìciy
t tuoi saggi 3 con ascofì mifieri di fìapienza ? Dvrdiy
ch’eglt e Amore ìnfomma vrìinfania 3 non àegna di
quefiiarcani. Eperb deui tacerlo ; che quefio fol
rimedio hangli floltì. Deui 3 dico 3 iti mal traboc-
cante ajsetto nafconàerti, imparando.dalNilo Bef-
fo3 che occulta ii suo fonte 3 da Alseo , che cela il fiio
corfo iportando ad Aretusa per occulto vìaggio dol-
ci fìamme fìott’onde amare -, dal Tehro che in chiu-
Jogiro di Jette Colli, Anfìteatro del Mondo, ti ricor-
da sugli obelifchi i tuoi amorofi caratteri, alla cu-
riofìtd impenetrabili. Che fe non ardifìci mirargli3
come trofei dell’Egitto debellato da Roma, conofci
almeno d'hauer fmarnto il 'valore 3 e tralignato dal
propno fenno 3 con arti contrarie alle prime \ e men
tre aggiungi a gli antichi}?moui Trofei3 quali fìfìa-
no 3 confejfa il tuo Vano Jperar vittcne alla f'ede
del violar gli amori 3stfì alla fpada3 to’l propor ci-
menti da fcherzjo . Dìpure che malregolatojè Tamo-
re fenza la regola del fìlentio ,• che la mifìura della
f'edeltd fìrislringe ad vn dtto3posio alla bocca j che

P ajfai