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JERZY MIZIOLEK

Il Ratto di Europa compare assai spesso sui cassoni, dal momento che è facile
trovare il collegamento tra la figlia di Agenore e la nuova sposa che viene tratta
fuori dalle sue compagne per iniziare una vita nuova71. Nel caso del nostro
cassone si può considerare chiaramente un riferimento alle nozze perché il ratto,
o piuttosto la sua parte introduttiva, l'inghirlandamento del toro bianco, include
una specie di pompa nuziale, con le donne inghirlandite, che inoltre recano in
mano corone di fiori72. Sia nel Trecento sia nel Quattrocento offrire ghirlande di
fiori agli amanti ed usare le ghirlande durante o dopo i matrimoni era molto
diffuso; esse erano considerate messaggeri d'amore e comparivano spesso anche
nelle usanze delle corti73. Nella caccia amorosa descritta da Boccaccio nel suo
primo poemetto Caccia di Diana che finisce con i matrimoni delle cacciatrici, le
donne sono inghirlandate d'uliv'e di fiori (Canto II, 28-30)74. Durante il matrimonio
di Galeazzo I Visconti con Beatrice d'Este, che ebbe luogo nel 1300 a Modena, il
fratello della sposa tolse dalla testa di lei una preziosa ghirlanda e la pose sul capo
di Galeazzo75. Nel libro di Francesco da Barberino Del reggimento e de'costumi delle
donne, molto popolare nel Trecento, leggiamo che la regina dopo la prima notte
d'amore mandi in dono una ghirlanda al re suo sposo76. Su uno dei cosidetti piatti Otto
(che funsero da modello per i forzierini) vediamo una coppia di novelli sposi - lui
tiene un'anello lei una ghirlanda (fig. 2); su un altro piatto una coppia
d'innamorati innalza una grande corona di fiori77. Nel Quattrocento un bellissimo
e spesso molto costoso copricapo rotondo portato di solito dalle spose nuove fu
chiamato ghirlanda o grillanda7s.

71 Per diverse interpretazioni del Rapimento di Europa si vedano Panofsky, 1948, pp. 242-44; Verfruhrung
der Europa, 1988, passim, con ulteriore bibliografia. Si potrebbe anche pensare che in qualche modo il cassone
di Cracovia abbia un significato tratto dalle versioni moralizzate d'Ovidio, per esempio deàl'Ovidius
moralizatus, fab. XXIII di Berchorius dove Giove viene interpretato come Cristo nella forma del bel toro bianco
(pulcherrimus sine macula et ruga, albissimus) portante sulla sua groppa l'anima umana. Del ruolo delle versioni
moralizzate nell'arte Rinascimentale trattano Lord, 1975, p. 61; idem, 1976, pp. 143-50; Parlato, 1988,
pp. 118-20; Nilgen, 1988, pp. 372 sgg. Si veda anche Ghisalberti, 1933, pp. 52 sgg.

72 Delle pompe nuziali scrive Witthoft, 1982, pp. 46-51. Si veda anche il capitolo I di questo libro.
Un'interessantissima descrizione di domumductio si trova nella parte V del Reggimento delle donne di
Francesco da Barberino, si veda Francesco da Barberino, 1842, pp. 102 sgg., cfr. inoltre il capitolo I di
questo libro. Per Francesco da Barberino e i suoi scritti, si vedano Egidi, 1902, pp. 1-20 e 78-95;
Jacobsen, 1986, pp. 87-115; Guimbard, 1991, pp. 252-266.

73 Si veda il materiale raccolto da Pisetzky, 1964, pp. 126 sgg. Si veda inoltre Francesco da
Barberino, 1842, p. Ili (Del reggimento delle donne, parte V).

74 Boccaccio, 1972, p. 12; Diana's Hunt, 1991, p. 102.

75 Pisetzky, 1975, p. 175.

76 Come parafrasato da Pisetzky, 1964, p. 127. Per il testo originale si veda l'epigrafe di questo
capitolo. Nel Reggimento (si veda sempre ed. del 1842) ci sono altri interessanti passi in cui vengono
menzionate ghirlande, cfr. pp. 89 (parte IV), e 111 (parte V). Si veda anche l'Appendice. Su Francesco da
Barberino e i suoi scritti cfr. Jacobsen 1986, pp. 87-115; Guimbard, 1991, pp. 252-266.

77Hind, 1938, tavv. 149 (A.IV.21), 144 (A.IV.16), si veda anche tav. 157 (A.IV.36); Polidori
Calamandrei, 1973 (1924), tav. LXIIIb.

78 Polidori Calamandrei, 1973 (1924), pp. 82-83 e taw. LXVI e LXVII; Herald, 1981, pp. 105-09,
217-18; Baskins, 1993, pp. 113-34 e particolarmente p. 120.
 
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