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VI. CONCLUSIONE: CASSONI E IL GUSTO PER L'ANTICO

NELL'ULTIMO TRECENTO

In numerosi studi pubblicati negli ultimi decenni è stato rilevato un forte
impatto dell'umanesimo, a cui specialmente cari erano gli studi classici, sulle arti
figurative in Toscana a cavallo del Tre e Quattrocento. Ne sono esempi, tra l'altro,
gli affreschi dell'aula minor del Palazzo Vecchio a Firenze1, quelli dell'anticappella
del Palazzo Pubblico di Siena2 e del Palazzo Pubblico di Asciano3 nonché le
sculture nell'archivolto della Porta della Mandorla della Cattedrale di Firenze
(tav. 40a)4. In quest'ultimo caso, in cui troviamo le famose scene con Ercole
eseguite nell'ultimo decennio del Trecento, è stato indicato come fonte letteraria
un'opera del grande cancelliere di Firenze Coluccio Salutati, De laboribus
Herculis5. Tutti gli esempi menzionati fanno parte dell'arte ufficiale,
commisionata per gli edifici pubblici.

Nel presente studio abbiamo dimostrato che nell'ultimo Trecento anche
cassoni o forzieri, oggetti artistici creati per le esigenze di privati cittadini
contenevano interessantissimi soggetti, sia mitologici sia quelli tratti dalla storia
antica. Questi antichi forzieri istoriati, finora poco studiati (o adirittura inediti)
e di solito datati dopo il 1430, se non più tardi, raffiguranti storie tratte da Livio,
Ovidio, Stazio, Igino, Valerio Massimo o i loro commentatori e divulgatori
medievali, prima di tutto trecenteschi, offrono la possibilità di capire ancora
meglio il gusto per l'antico a Firenze nell'età del cancellierato di Salutati
(1375-1406). Abbiamo esaminato una ventina di tali dipinti pervenuti fino ai tempi
nostri, ma possiamo essere presoché certi che il loro numero era effettivamente molto
più grande. Secondo Martin Wackernagel solo una parte relativamente -piccola proprio di

1 Di questi affreschi non più esistenti trattano: Hankey, 1959, pp. 363-65; Rubinstein, 1987,
pp. 29-32; Donato, 1985, pp. 126 sgg.; idem, 1991, pp. 83-87; Guerrini, 1993, pp. 201-212. Si veda anche
Battaglia Ricci, 1991, particolarmente pp. 32-53; Bernacchioni, 1994, pp. 17-22.

2 Rubinstein, 1958, pp. 179-207, particolarmente pp. 194 sgg. Donato, 1985, pp. 128 e 138; Hansen,
1989, pp. 133-148.

3 Donato, 1988, pp. 1105-1272. Per altri cicli a Firenze si veda Cohn, 1958, pp. 65-77; Battaglia
Ricci, 1991, passim; Donato, 1987, pp. 27-42. Per simili cicli in altre città si vedano Mommsen, 1952,
pp. 95-116; Norman, 1995, pp. 155-175.

4 Krautheimer, 1956, pp. 278-80, figg. 5 e 6; Boskovits, 1975, pp. 91 sgg. Cfr. Panofsky, 1972,
pp. 149-50; Ettlinger, 1972, pp. 124-128 e figg. 3-5. Si vedano anche Kreytenberg, 1972, pp. 5-32;
Lorenzo Ghiberti 'materia e ragionamenti', 1978, pp. 44-46.

5 Krautheimer, 1956, p. 279-80; Boskovits, 1975, p. 92; Bober e Rubinstein, 1986, p. 34.
Interessantissime osservazioni sul De laboribus Herculis si trovano anche nel libro di Trinkaus, 1970,
specialmente pp. 693 sgg. Per De laboribus Herculis, si veda Salutati, 1951.
 
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