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Napoli nobilissima: rivista d' arte e di topografia napoletana — 7.1898

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Napoli nobilissima. Rivista di topografia ed arte napoletana. Fasc. I
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Cecci, Giuseppe: La corporazione dei pittori
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Carabellese, Francesco: Il duomo di Bari e il "Codice diplomatico Barese", [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.70010#0029

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RIVISTA DI TOPOGRAFIA ED ARTE NAPOLETANA

i3

A chi soffriva di podagra si dava il sussidio annuo di
cinque carlini. Oltre queste prescrizioni e quelle riguar-
danti le elezioni alle cariche — una procedura molto com-
plicata nella quale si adoperavano palle bianche, rosse e
verdi — le regole non contengono altro di notevole (J).
La cappella di S. Caterina, dove la confraternita dei
pittori era passata nel 1768 dopo l’espulsione dei Gesuiti,
fu ornata con pitture a fresco da Fedele Fischetti, che si
vedevano ancora nel 1853 quando il Catalani le descrisse.
Nella volta erano figurati a chiaroscuro alcuni angeli,
nella scodella, a colori, l’Eterno Padre e altri angeli nei
peducci (* 2 3 4 5). I pittori collocarono sull’altare la tela dipinta
dal Vaccaro e più in alto un S. Luca in estasi di Salva-
tore Proto. Anche la piccola sagrestia fu ornata da buoni
quadri; dai ritratti di Andrea Vaccaro, di Andrea Malin-
conico e di Carlo Muscone, e da un Cristo morto, opera
di Paolo de Matteis. Tutti questi quadri seguirono la con-
fraternita nella sede provvisoria che ebbe dal 1853 nella
cappella del Buon Consiglio a Montecalvario, e di là fu-
rono poi, nel 1865, trasportati in S. Giovanni delle Mo-
nache, nella graziosa chiesa architettata da Francesco Pic-
chiatti, dove i pittori si trovano ora decorosamente stabi-
liti, e, giova sperarlo, definitivamente.
Giuseppe Ceci.

IL DUOMO DI BARI
E IL “CODICE DIPLOMATICO BARESE,,

Del Duomo di Bari fu fatto già un cenno in questa
Rivista negli articoli del Croce sulla storia dell’arte nel
Napoletano (3). Cominciato nei primi decenni del secolo XI
dal vescovo Bisanzio (t 1035), fu compiuto dal vescovo
Nicola (1035-1061).
Il Codice diplomatico barese, opera assai lodevole, di re-
cente pubblicata, contiene, tra gli altri, alcuni documenti
che giovano ad illustrare, nonché la storia artistica del
duomo, quella di molti dei monumenti baresi (4). In questi
documenti, che appartengono tutti alla cattedrale, e dei
quali il più antico è del 952, è per la prima vorta chia-
ramente indicata la chiesa in una donazione del 1028,

(1) Archivio di Stato. Camera reale: privilegiorum, col. 259, fol. 157.
(2) Catalani, op. cit., Il, 157.
(3) Napoli nobilissima, voi. II, 1893, a p. 130 sgg.; IV. C. Archi-
tettura sacra: Bari, Bitonto, Bitetto, ecc.
(4) Codice diplomatico barese edito a cura della Commissione Pro-
vinciale di Storia patria, v. I. Le pergamene del Duomo di Bari (952-1264)
per G. B. Nitto De Rossi e Francesco Nitti di Vito, Bari, Vec-
chi, 1897.

fatta in Bari dai coniugi Bisanzio di Martino ed Alferada,
« in ipso episcopio istius civitatis Bari », in presenza di
Bisanzio arcivescovo, i quali offrivano i loro beni stabili
« in ecclesia beate et gloriose semperque virginis dei ge-
nitrice Maria, que est episcopio ut legitur supra » W. Que-
st’ultima clausola aggiunta per identificare la chiesa di
S. Maria con l’episcopio indica che la costruzione della
prima era appena terminata o condotta avanti. Quasi negli
stessi anni l’arcivescovo Bisanzio aveva preso parte all’edi-
ficazione di un’altra chiesa, dedicata alla medesima Ver-
gine, costruita a spese del Catapano imperiale Pottho, con
l’opera forse di artefici greci, i quali l’arricchirono ancora
di codici, paramenti ed altri arredi sacri (2). Una notizia
dà l’anonimo barese dell’anno 1034, dicendo « Bisantius
Archiepiscopus dirupavit episcopium barinum et coepit la-
borare », cioè un anno prima della sua morte (3), il che
indica che i lavori di costruzione erano tutt’altro che ter-
minati; tuttavia in un’altra donazione avvenuta in Bari il
1046, Concilio di Melo del luogo Capurso offriva tutti i
suoi beni « in ecclesia sancte dei genitricis et virginis
Marie, qui est episcopio de hac civitate Bari », in pre-
senza dell’arcivescovo Nicola, cugino di Giovanni impe-
riale spatario candidato (4).
Nicola adunque, succeduto a Bisanzio, continuò l’opera
da quello iniziata, servendosi degli stessi maestri bizantini,
che avevano edificata in Bari la chiesa del Salvatore e
quella di S. Prisco (5). Ma se è facile stabilire che la ce-

fi) O. c. a p. 25. Prima del 1028 in doc. del 981 a Bari è no-
minato « Madelmi archidiaconi et abbate sancte varine ecclesie »
(p. 11), in doc. del 983 (a p. 12) e del 1204 (p. 20) si nomina sem-
plicemente dall’archivescovo Pavone « sancta nostra ecclesia, nostri
episcopi!», e dall’arcivescovo Giovanni «clero nostri episcopi!». Evi-
dentemente la costruzione va messa fra il 1024 ed il 1028; la « ec-
clesia cuius vocabulum est sancta Maria insimul cum sua plebe, que
vocatur Turre Rodiperti » è senza dubbio cosa diversa dall’episcopio
cattedrale.
(2) 1032 Bari: «domino Pottho imperialis protospata et catepano
Italie lavoravit foras ista civitate Vari, propinquo ubi dicitur puteum
Greci, unam ecclesiam at cameram in onore sancte dei genitricis et
virginis Marienee, nec non et beati Johannis evangeliste, seu et sancti
lohannis babtiste, et ego (Bisantius') edificavi illam et atlivertavi eam...
Et ipsi nominatis Petrus et Gregorium miserunt secum in ecclesia
ipsa... codice evangelium, et codice apostolo et alium codicem mineo,
et psalterium, et istichiro cathismatari, et condacaro et codice viblio,
et Anastasium, et octayco, et efologio, seu et miserunt secum para-
tura de presbiter, stichari, pitrachili, irari et filone, ycratira et disco,
calima et loychi, lavida et thimiatum, condaky peritis liturgia », p. 31.
(3) Cit. da Nitto De Rossi in Prefazione a p. XXXVIII, nota.
(4) Ibidem a p. 36.
(5) Quest’ultima è menzionata in d. Bari 1036 come appartenente
a Maraldo di Angelo « de loco Sao » (a p. 32), e nell’aprile 1067 in
Bari : « Piper et Grisa dimiserunt prephata ecclesia sancti Prisci cum
rebus sua stabile et yconas et codices et paramenta in potestate lo-
hannes sacer.... De mobilibus vero dedit.... omelia et feriale cum ge-
stis de sanctis, antifonarium de dia et alium de nocte, unum ambro-
sianum, et solomonem psalterium, orationale, viginti tribus quaterni
de gestis sanctorum, una cortina sabano rosato, alio sabanello viilato
cum capore ad sericum, quinque sindones lineis, et una serica cum
 
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