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Napoli nobilissima: rivista d' arte e di topografia napoletana — 7.1898

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Napoli nobilissima. Rivista di topografia ed arte napoletana Fasc. VIII
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Tutini, Camillo: Il manoscritto di Camillo Tutini sulla storia dell'arte napoletana
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Da libri e periodici
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https://doi.org/10.11588/diglit.70010#0140

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NAPOLI NOBILISSIMA

« Girolamo Santacroce, napolitano, scultore illustre dei suoi
tempi, fe’ nella chiesa di S. Maria delle gratie, nella cappella de
Senescalli, il quadro di bassorilevo, Christo che mostra il costato
a S. Tomaso con altre figure degli Apostoli. Nella chiesa di S.
Anello, nell’aitar maggiore, fe’ la tavola ben grande di marmo di
bassorilevo, ove è la Madonna, S. Anello et altri santi col ri-
tratto di Giovanni Poderico, arcivescovo di Taranto, che fe’ fare
detta scultura. Nella chiesa della Nunciata si vede il sepolcro
di marmo del Vescovo di Squillace. Nella chiesa di Montoliveto,
nella cappella della famiglia del Pezzo, fe’ la statua della Ma-
donna con altre statue de santi et altri bassirilevi di bianco
marmo, opera singulare. Nella cappella de Barattucci fe’la statua
di S. Antonio di Padua. Nella certosa S. Martino fe’ il sepolcro
di marmo di Carlo Gesualdo. Nella chiesa di S. Maria a Cappella,
nell’aitar maggiore, fe’ tre statue singolarissime, cioè la Madonna,
S. Giovan Battista e S. Benedetto. Nella chiesa di S. Maria del
Parto a Mergoglino fe’ il sepolcro di Giacomo Sannazzaro, poeta
celebre napolitano, et ivi si veggono statue e bassorilevi assai
belli; e mentre faceva dette sculture, cascò infermo e se ne morì;
fu l’opera finita da Giovanni Angelo, dei Frati serviti.
« Annibaie Caccavella, napolitano, quale fiorì nel 1560, fu insi-
gne scultore, e delle sue opere si veggono in S. Giovanni a Car-
bonara dei frati agostiniani in Napoli la custodia di marmo
nell’altar maggiore con le due statue alli lati S. Giovan Battista
e S. Agostino. Nella cappella del Marchese di Vico Caracciolo
si veggono molte statue di marmo, tra l’altre San Pietro, San
Paolo, S. Andrea e S. Giacomo apostoli, fatti da tre valentissimi
scultori, da Giovan da Nola, da Girolamo Santacroce e dal detto
Annibaie Caccavelle.
« Paolo Scafuro, napolitano, fu scultore assai buono, e tra le
altre sue sculture si vede in S. Severino, nella cappella dei Ge-
sualdi, un gran panno di marmo con vari capricci e disegni, so-
stenuto da puttini di rilevo, che copre l’altare di detta cappella.
« Mino del Regno fe’ egli le due statue di S. Pietro e Paolo
a lato le scale della Basilica Vaticana.
« Angelo Polo di Terra di Lavoro fu scultore assai celebre e
fu discepolo di Andrea Verocchio.
« Vi furono anche il Magliulo, e YAuria scultori non ordinarli,
siccome anche furono argentieri, cesellatori et intagliatori di
Rame molto singolari, tutti e napoletani, e tra gli altri Luiggi di
Gratta, che lavorava in cera opere di esquisita bellezza e con
gran diligenza, e fra l’altre fe’ li quattro novissimi, che stimasi
furono a paro di qualsivoglia altra opera fatta dall’antichi e dalli
moderni singolarissima; et Giuseppe Apruzzese, il quale si rese
famosissimo in lavorare fiori di rilevo dal naturale : fe’ egli quat-
tro vasi di fiori d’argento alla Certosa San Martino di Napoli
che l’arte non può fare cose migliori. Vi furono molti che la-
vorarono in creta statuette assai belle, e fra essi Fabrizio della
Penta e Marco Glieimo et altri. per lo Regno scultori non or-
dinari vi furono.
Miniatori.
« Visse Gio. Battista Rosa, napolitano, miniatore assai celebre,
e le sue minie in cartapecora sono stimatissime, siccome ancora
Bartolomeo Pettenato; quelli fecero scolari insigni nella minia-
tura come Anello Neddito, Francesco Caputo, Giovanbattista An-
ticone, meser Vito et altri, quali ritrovarono il segreto di ponere
l’oro in foglie su le cartepecore all’usanza antica; e tutti furono
napolitani.

Ricamatori.
« Pietro Antonio Russo da Nocera de Pagani, famosissimo di-
segnatore di fogliami, rabeschi, grotteschi et altre inventioni assai
vaghe e belle. Di costui si veggono in varie chiese di Napoli pa-
rati di gran prezzo designati e recamati da esso, come nella
Nunciata, Casa professa dei gesuiti, Padri dell’Oratorio, e Teatini,
e diverse coltre in varie chiese.
« Giovan Domenico Magliulo, napolitano, fu, al paro di Pietro
Antonio, ricamatore singolare; delle sue opere se ne veggono ne’
Padri Teatini e ne’ Padri dell’Oratorio.
« Alessandro Linguito, ricamatore assai buono, napolitano, de’
suoi ricami ve n’è copia nella sagrestia dei Padri dell’Oratorio et
altrove.
Architetti.
« Difilo Partenopeo, architetto antichissimo, di cui fa men-
zione Cicerone; fe’ il disegno dei ponti della città di Stabia.
« Novello da San Lucano fe’ il disegno del palazzo del Prin-
cipe di Salerno, ove hora è la Casa professa dei gesuiti.
« Ferrante Maglione e Giovanni Benincasa, napoletani, che vis-
sero nel 1533, fecero il disegno del Palazzo Regio, fabbricato da
D. Pietro di Toledo in Napoli.
« Pirro di Ligorio, napolitano, architetto del Palazzo Aposto-
lico nei tempi di Paolo IV, scrisse un libro de Circo et altre
opere d’architettura, che manoscritte si serbano nella libreria
della Reina di Svetia.
« Il P. don Francesco Grimaldi della città di Oppido, Teatino,
architetto singolare, fe’ il disegno della casa dei SS. Apostoli dei
Teatini in Napoli; fe’ il modello della cappella del Tesoro dentro
del Domo di Napoli; il disegno della chiesa e casa di S. Andrea
della Valle de’ Teatini in Roma, et il disegno della casa e chiesa
di S. Maria degli angeli de’ Teatini in Napoli.
« Francesco Nigri, teatino, fe’ il disegno della cappella del Te-
soro di Napoli.
« Giordano Bruno di Nola scrisse de Compendiosa Architec-
tura (1).
(Qui finisce lo scritto del Tutini).

DA LIBRI E PERIODICI
August Kellner, Alltaglich.es aus Neapel, Leipzig 1898 (nella col-
lez. dello Haarhaus : Kennst du das Land?, voi. X), di pp. VIII-208.
Questo libro, — il cui autore è console della Danimarca in Na-
poli, — ha destato molto rumore. Al grido d’allarme dato da uno
scrittore della Tribuna di Roma per le calunnie e gl’insulti ch’esso
contiene contro il nostro paese, hanno fatto eco i giornali di Napoli,
non tutti a dir vero con diretta conoscenza di causa; sono seguite
proteste nel Consiglio Comunale, il Sindaco ha disposto che fosse tra-
dotto per esaminare da vicino il corpo del reato; hanno protestato
anche il Consiglio dell’ordine degli avvocati, e... i farmacisti tedeschi
di Napoli, che vi sono lodati a scapito dei loro colleghi napoletani: il
signor Kellner si è smarrito al clamore, ed ha pubblicato una lettera
di scuse sui giornali.

(1) Il lettore avrà notato come il Tutini, che scriveva circa la metà
del secolo XVII, ignorasse affatto tutti quei nomi d’artisti, che com-
parvero poi col Db Dominici circa la metà del secolo seguente!
 
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