RIVISTA DI TOPOGRAFIA ED ARTE NAPOLETANA
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sono indotto a trascriverlo e pubblicarlo, sia perchè, completando le
due notizie soprariferite, rimanga memoria esatta di una quadreria
andata dispersa, sia per provare ancora una volta coi fatti quanto si
avvantaggerebbero la storia dell'arte e la museografia napoletana se
si compulsassero, con intelletto di amore, le schede antiche dei nostri no-
taj, e il compianto principe Filangieri ne diè un esempio luminosissimo.
Morto, adunque, don Trojano Marulli, duca di Ascoli, nel 19 mag-
gio 1823 (1), fu formato l’inventario dei suoi cospicui beni di fortuna,
che nel 31 agosto 1825 andarono divisi, mercè pubblico istrumento,
tra’figli: 1. don Sebastiano; 2. Giuseppa, sposata a Pasquale Friozzi,
conte del Frascale; 3. Maddalena, che andò in casa il marchese di
Trentola, Niccola Masola; 4. Eleonora, maritata al cav. Ottavio de
Piccolellis; 5. Luisa, moglie al rimpianto comm. Antonio Spinelli;
6. Giovanna, ch’ebbe per coniuge il comm. Camillo Santorelli.
Alla quadreria era stato assegnato nell’inventario il valore di du-
cati novemila settecento ottantuno, e gli eredi commisero al pittore
Lorenzo Giusti la formazione delle quote; laonde i quadri andarono
divisi in questo modo.
Al duca don Sebastiano: — 1. La Cucina del Sorgh fiammingo,
per due. 1500; — 2. la Sacra Famiglia del Vinci, due. 1000; — 3. la
Rachele, due. 600; •— 4. il Viaggio di Lot, due. 400; — 5. la Lapida-
zione di S. Stefano, due. 300;—6. Presepe, scuola di Raffaello, due. 200;
— 7. Ritratto di Paolo III, due. 200; — 8. Un duello, due. 200; —
9. un quadro di Paolo Brilli, due. 200; — io. La strage degl’inno-
centi, due. 150; — 11. un’Oloferne, due. 150; — 12. due filosofi del
Ribera, due. 120; — 3. due paesaggi in tavola, fiamminghi, due. 80;
— 14. delle tempeste, due. 60; — 15. il sagrificio di Abramo, due. 60;
— 16. la Resurrezione di Andrea Salerno, due. 60; — 17. Paesini in
rame, fiamminghi, due. 60; — 18. la storia del Tasso, due. 60; -—
19. un S. Giovanni, mezza figura, due. 50; — 20. una Venere, due. 50;
•— 21. un Ecce homo del Caravaggio, due. 50; —• 22. la Nascita, del
Giorgione, due. 40; — 23. la Presentazione, del Giorgione, due. 40;
— 24. una Battaglia del Borgognoni, due. 15; — 25. un ovato con
Putti, due. 12; — 26. un Sant’Antonio di Solimena, due. 12; — 27. la
Cena degli Apostoli, due. 12; — 28. la Rtnnegazione di S. Pietro, due. 12;
— 29. un Viaggio in Egitto, due. 65 — 30. due Paesi in pietra, due. 6.
Spettarono al conte del Frascale: — 1. Il Mose nel Nilo, per du-
cati 300; — 2. il trionfo di Bacco, due. 300; — 3. il Noè di Marulli,
due. 100; — 4. il Figliuol prodigo, due. 50; — 5. un Sant’Onofrio,
due. 30; — 6. un San Sebastiano, due. 30; — 7. l’Addolorata di So-
limena, due. 4.
Il marchese di Trentola ebbe: — 1. Il San Francesco d’Assisi, du-
cati 300; — 2. la Rachele con Elazzaro (sic), due. 200; — 3. le favole
di Banco, due. 200; — 4. il San Giovanni di Pratto, due. 50; — 5. il
Passaggio del mar Rosso, due. 30.
Il cavaliere de Piccolellis: — 1. Il Cristo in croce, due. 200; —
2. un Paolo Brilli, due. 200;.— 3. il San Francesco di Paola, due. 150;
— 4. la Sacra Famiglia del Fracanzano, due. 100; — 5. la Nascita
del Bassano, due. 100; — 6. l’Annunziata di Pietro da Cortona, du-
cati 60; — 7. due Paesini in pietra, due. 6.
Al commendatore Spinelli toccarono: •— 1. Il Cristo alla croce di
Boccafumo, due. 200; — 2. la Rinnegazione de’ ss. Pietro e Paolo del
Caravaggio, due. 150; 3. la Predicazione di S. Giovanni Battista,
due. 150; — 4. il Faraone sommerso dello Zuccari, due. 100; — 5.l’An-
nunziata di Andrea Salerno, due. 60; — 6. la Madonna del Ghirlan-
daio, due. 40; 7. la Santa Caterina, due. 40; — 8. Vedute di due città,
(r) Gioacchino Ventura, Elogio funebre del duca d’Ascoli, Trojano Marulli
(Napoli, 1823, 8.0).
due. 30; —■ 9. l’Annunziata di Solimena, due. 20; — io. il San Se-
bastiano lapidato, due. 20; — 11. il quadro dei Frutti, due. 4.
Ed alla Giovanna Marulli, che poi passò in casa Santorelli: —
Un Bosco del Passini, due. 300; — 2. la favola di Bacco, due. 200; —
3. dei Fiori, due. 150; — 4. un Muzio Scevola, due. io; — 5. un
ritratto di Sua Maestà, due. 60; — 6. un quadro di Pesci, due. 6.
Così si chiude nell’istrumento notarile l’elenco dei quadri che si
trovavano in casa Marulli nell’anno 1825. Io aggiungerò solo un’os-
servazione che nasce dal confronto delle parole del d’Aloe, poc’anzi
riferite, con l’enumerazione dei quadri toccati in divisione al duca Se-
bastiano Marulli. È facile difatti scorgere, che non uno dei dipinti esi-
stenti (a. 1845), secondo il d’Aloe, nella raccolta del duca Paolo Ma-
rulli vedesi compreso tra quelli spettati al genitore di lui, don Seba-
stiano, nella divisione del paterno retaggio; laonde devesi conchiudere
che quei primi, citati dal d’Aloe, pervennero in casa Marulli poste-
riormente all’anno 1825.
*
* *
L’arte in tribunale nel secolo XV.
Per uno sbaglio di impaginazione fu omessa una nota a questo ar-
ticolo del numero precedente. Essa conteneva l’indicazione della fonte,
da cui sono tratte quelle importanti notizie e che è la seguente: Pro-
cesso n. 10,592 della Pandetta corrente dell’ufficio di Giustizia all’Ar-
chivio di Stato. Il processo porta il titolo : Pro Magistro Petro scultore.
Si corregga nell’istesso articolo il quinto rigo dell’epigrafe sepol-
crale di Francesco Antonio Guindazzo: è stampato illamque in luogo
di illarumque.
Don Fastidio.
DA LIBRI E PERIODICI
Per un museo a Benevento scrive in Arte e Storia (num. 13) l’ing.
Almerico Meomartini. Il Museo era stato iniziato col raccogliere delle
sculture e delle iscrizioni nel castello medioevale che si adattò a questo
scopo. Ma la piccola dotazione stabilita dall’Amministrazione Provin-
ciale fu soppressa quando colle leggi del 1894 e del 1895 fu vietata
ogni spesa facoltativa a quelle amministrazioni che si trovassero, come
era il caso della Provincia di Benevento, di aver ecceduto il limite
massimo della sovrimposta. È vero che la legge del 1895 fa un’ecce-
zione per le istituzioni e servigi già stabiliti, che sieno di evidente uti-
lità pubblica; ma di una tale utilità non sembrò al Consiglio di Stato
il Museo, che avrebbe dovuto conservare in Benevento gli oggetti di
interesse storico o artistico trovati in quella provincia. Certo, se per
la raccolta di questi oggetti, che per caso tornano a luce negli scavi
o risultato dalla demolizione di antichi edifici, il Ministero della Pub-
blica Istruzione spendesse con costanza l’opera sua, le istituzioni locali
non avrebbero ragione di esistere. Ma ad ognuno è noto che per
questo lato l’opera del Ministero è quasi nulla, come chiunque abbia
visitato i musei provinciali di Bari e di Lecce, per citare solo quei due,
può dire quali importanti servizi essi hanno reso e rendono per la con-
servazione del patrimonio artistico nazionale. E le spese, che hanno
questo scopo, non dovrebbero considerarsi obbligatorie?
* *
Inaugurandosi a Lecce la tramvia elettrica che ricongiunge la città
all’antico porto di S. Cataldo, si è pubblicato un numero unico col titolo
Lecce rSc>8 (Lecce, tipografia Salentina, 1898, pag. 172 in-8.°). Con-
tiene, tra gli altri scritti di occasione o di argomento diverso dai no-
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sono indotto a trascriverlo e pubblicarlo, sia perchè, completando le
due notizie soprariferite, rimanga memoria esatta di una quadreria
andata dispersa, sia per provare ancora una volta coi fatti quanto si
avvantaggerebbero la storia dell'arte e la museografia napoletana se
si compulsassero, con intelletto di amore, le schede antiche dei nostri no-
taj, e il compianto principe Filangieri ne diè un esempio luminosissimo.
Morto, adunque, don Trojano Marulli, duca di Ascoli, nel 19 mag-
gio 1823 (1), fu formato l’inventario dei suoi cospicui beni di fortuna,
che nel 31 agosto 1825 andarono divisi, mercè pubblico istrumento,
tra’figli: 1. don Sebastiano; 2. Giuseppa, sposata a Pasquale Friozzi,
conte del Frascale; 3. Maddalena, che andò in casa il marchese di
Trentola, Niccola Masola; 4. Eleonora, maritata al cav. Ottavio de
Piccolellis; 5. Luisa, moglie al rimpianto comm. Antonio Spinelli;
6. Giovanna, ch’ebbe per coniuge il comm. Camillo Santorelli.
Alla quadreria era stato assegnato nell’inventario il valore di du-
cati novemila settecento ottantuno, e gli eredi commisero al pittore
Lorenzo Giusti la formazione delle quote; laonde i quadri andarono
divisi in questo modo.
Al duca don Sebastiano: — 1. La Cucina del Sorgh fiammingo,
per due. 1500; — 2. la Sacra Famiglia del Vinci, due. 1000; — 3. la
Rachele, due. 600; •— 4. il Viaggio di Lot, due. 400; — 5. la Lapida-
zione di S. Stefano, due. 300;—6. Presepe, scuola di Raffaello, due. 200;
— 7. Ritratto di Paolo III, due. 200; — 8. Un duello, due. 200; —
9. un quadro di Paolo Brilli, due. 200; — io. La strage degl’inno-
centi, due. 150; — 11. un’Oloferne, due. 150; — 12. due filosofi del
Ribera, due. 120; — 3. due paesaggi in tavola, fiamminghi, due. 80;
— 14. delle tempeste, due. 60; — 15. il sagrificio di Abramo, due. 60;
— 16. la Resurrezione di Andrea Salerno, due. 60; — 17. Paesini in
rame, fiamminghi, due. 60; — 18. la storia del Tasso, due. 60; -—
19. un S. Giovanni, mezza figura, due. 50; — 20. una Venere, due. 50;
•— 21. un Ecce homo del Caravaggio, due. 50; —• 22. la Nascita, del
Giorgione, due. 40; — 23. la Presentazione, del Giorgione, due. 40;
— 24. una Battaglia del Borgognoni, due. 15; — 25. un ovato con
Putti, due. 12; — 26. un Sant’Antonio di Solimena, due. 12; — 27. la
Cena degli Apostoli, due. 12; — 28. la Rtnnegazione di S. Pietro, due. 12;
— 29. un Viaggio in Egitto, due. 65 — 30. due Paesi in pietra, due. 6.
Spettarono al conte del Frascale: — 1. Il Mose nel Nilo, per du-
cati 300; — 2. il trionfo di Bacco, due. 300; — 3. il Noè di Marulli,
due. 100; — 4. il Figliuol prodigo, due. 50; — 5. un Sant’Onofrio,
due. 30; — 6. un San Sebastiano, due. 30; — 7. l’Addolorata di So-
limena, due. 4.
Il marchese di Trentola ebbe: — 1. Il San Francesco d’Assisi, du-
cati 300; — 2. la Rachele con Elazzaro (sic), due. 200; — 3. le favole
di Banco, due. 200; — 4. il San Giovanni di Pratto, due. 50; — 5. il
Passaggio del mar Rosso, due. 30.
Il cavaliere de Piccolellis: — 1. Il Cristo in croce, due. 200; —
2. un Paolo Brilli, due. 200;.— 3. il San Francesco di Paola, due. 150;
— 4. la Sacra Famiglia del Fracanzano, due. 100; — 5. la Nascita
del Bassano, due. 100; — 6. l’Annunziata di Pietro da Cortona, du-
cati 60; — 7. due Paesini in pietra, due. 6.
Al commendatore Spinelli toccarono: •— 1. Il Cristo alla croce di
Boccafumo, due. 200; — 2. la Rinnegazione de’ ss. Pietro e Paolo del
Caravaggio, due. 150; 3. la Predicazione di S. Giovanni Battista,
due. 150; — 4. il Faraone sommerso dello Zuccari, due. 100; — 5.l’An-
nunziata di Andrea Salerno, due. 60; — 6. la Madonna del Ghirlan-
daio, due. 40; 7. la Santa Caterina, due. 40; — 8. Vedute di due città,
(r) Gioacchino Ventura, Elogio funebre del duca d’Ascoli, Trojano Marulli
(Napoli, 1823, 8.0).
due. 30; —■ 9. l’Annunziata di Solimena, due. 20; — io. il San Se-
bastiano lapidato, due. 20; — 11. il quadro dei Frutti, due. 4.
Ed alla Giovanna Marulli, che poi passò in casa Santorelli: —
Un Bosco del Passini, due. 300; — 2. la favola di Bacco, due. 200; —
3. dei Fiori, due. 150; — 4. un Muzio Scevola, due. io; — 5. un
ritratto di Sua Maestà, due. 60; — 6. un quadro di Pesci, due. 6.
Così si chiude nell’istrumento notarile l’elenco dei quadri che si
trovavano in casa Marulli nell’anno 1825. Io aggiungerò solo un’os-
servazione che nasce dal confronto delle parole del d’Aloe, poc’anzi
riferite, con l’enumerazione dei quadri toccati in divisione al duca Se-
bastiano Marulli. È facile difatti scorgere, che non uno dei dipinti esi-
stenti (a. 1845), secondo il d’Aloe, nella raccolta del duca Paolo Ma-
rulli vedesi compreso tra quelli spettati al genitore di lui, don Seba-
stiano, nella divisione del paterno retaggio; laonde devesi conchiudere
che quei primi, citati dal d’Aloe, pervennero in casa Marulli poste-
riormente all’anno 1825.
*
* *
L’arte in tribunale nel secolo XV.
Per uno sbaglio di impaginazione fu omessa una nota a questo ar-
ticolo del numero precedente. Essa conteneva l’indicazione della fonte,
da cui sono tratte quelle importanti notizie e che è la seguente: Pro-
cesso n. 10,592 della Pandetta corrente dell’ufficio di Giustizia all’Ar-
chivio di Stato. Il processo porta il titolo : Pro Magistro Petro scultore.
Si corregga nell’istesso articolo il quinto rigo dell’epigrafe sepol-
crale di Francesco Antonio Guindazzo: è stampato illamque in luogo
di illarumque.
Don Fastidio.
DA LIBRI E PERIODICI
Per un museo a Benevento scrive in Arte e Storia (num. 13) l’ing.
Almerico Meomartini. Il Museo era stato iniziato col raccogliere delle
sculture e delle iscrizioni nel castello medioevale che si adattò a questo
scopo. Ma la piccola dotazione stabilita dall’Amministrazione Provin-
ciale fu soppressa quando colle leggi del 1894 e del 1895 fu vietata
ogni spesa facoltativa a quelle amministrazioni che si trovassero, come
era il caso della Provincia di Benevento, di aver ecceduto il limite
massimo della sovrimposta. È vero che la legge del 1895 fa un’ecce-
zione per le istituzioni e servigi già stabiliti, che sieno di evidente uti-
lità pubblica; ma di una tale utilità non sembrò al Consiglio di Stato
il Museo, che avrebbe dovuto conservare in Benevento gli oggetti di
interesse storico o artistico trovati in quella provincia. Certo, se per
la raccolta di questi oggetti, che per caso tornano a luce negli scavi
o risultato dalla demolizione di antichi edifici, il Ministero della Pub-
blica Istruzione spendesse con costanza l’opera sua, le istituzioni locali
non avrebbero ragione di esistere. Ma ad ognuno è noto che per
questo lato l’opera del Ministero è quasi nulla, come chiunque abbia
visitato i musei provinciali di Bari e di Lecce, per citare solo quei due,
può dire quali importanti servizi essi hanno reso e rendono per la con-
servazione del patrimonio artistico nazionale. E le spese, che hanno
questo scopo, non dovrebbero considerarsi obbligatorie?
* *
Inaugurandosi a Lecce la tramvia elettrica che ricongiunge la città
all’antico porto di S. Cataldo, si è pubblicato un numero unico col titolo
Lecce rSc>8 (Lecce, tipografia Salentina, 1898, pag. 172 in-8.°). Con-
tiene, tra gli altri scritti di occasione o di argomento diverso dai no-