Palazzo Apostolico al Vaticano 525
go ai museo: il cav. Giuseppe Fabris, scultore e diret-
tore generale de' musei e delle gallerie pontificie del
Vaticano, eseguì con prontezza il progetto, facendo al-
lestii’ quattro magnifiche sale, oltre la galleria ed emi-
ciclo, e cinque comode camere; il tutto saviamente de-
corato con ornamenti di stile egiziano, convenientissi-
mi all’uso a cui destinavasi.
Passando per una nobile cancellata si pone il pie-
de in un vestibolo, dove trovansi parecchie urne e sar-
cofaghi di basalte, attorno a quali gira una fascia gero-
glifica ; in uno di essi si legge il nome d’ uno scriba
sacro ( fépGypaplpiaTog ), e sacerdote della dea Pascliet,
chiamato Psammetico. Qui sono ancora delle mirabili
casse mortuarie dipinte a geroglifici: fra queste è no-
tevole quella che già servì di custodia alla mummia
di Giotmut madre di Chons gcrogrammate di Ammone
in Tebe. All’intorno di essa vedesi un funebre corteo,
da un lato, e dall’altro il morto stesso in atto di sup-
plicare al nume perchè lo ammetta alle celesti regioni:
nell’interno egli si vede a queste pervenuto, e la ma-
dre esser con lui; le pitture di questa parte interiore
sono di freschissimo colorito, e interessanti molto per
la varietà della scena. Entrasi quindi nella sala de’mo-
numenti, e nel mezzo si può osservare la insigne sta-
tua colossale in granito nero brecciàto, rappresentante
la regina Twea, madre di Ramses III., ossia del gran.
SesosLri. Questa statua insigne era nell’atrio del mu-
seo Capitolino , e di fianco le sta scolpila 1’ effige di
Conchères sua figlia e sorella di quel re. Qui veggonsi
ancora, la statuetta di Menephtat marito di Zwea, se-
duto in trono; il gran frammento del trono di Ram-
ses III.', i due bellissimi leoni di granito nero brec-
ciato , i quali stavan già alla mostra principale dell’
acqua felice alle terme: furon questi trovati nel 1443
go ai museo: il cav. Giuseppe Fabris, scultore e diret-
tore generale de' musei e delle gallerie pontificie del
Vaticano, eseguì con prontezza il progetto, facendo al-
lestii’ quattro magnifiche sale, oltre la galleria ed emi-
ciclo, e cinque comode camere; il tutto saviamente de-
corato con ornamenti di stile egiziano, convenientissi-
mi all’uso a cui destinavasi.
Passando per una nobile cancellata si pone il pie-
de in un vestibolo, dove trovansi parecchie urne e sar-
cofaghi di basalte, attorno a quali gira una fascia gero-
glifica ; in uno di essi si legge il nome d’ uno scriba
sacro ( fépGypaplpiaTog ), e sacerdote della dea Pascliet,
chiamato Psammetico. Qui sono ancora delle mirabili
casse mortuarie dipinte a geroglifici: fra queste è no-
tevole quella che già servì di custodia alla mummia
di Giotmut madre di Chons gcrogrammate di Ammone
in Tebe. All’intorno di essa vedesi un funebre corteo,
da un lato, e dall’altro il morto stesso in atto di sup-
plicare al nume perchè lo ammetta alle celesti regioni:
nell’interno egli si vede a queste pervenuto, e la ma-
dre esser con lui; le pitture di questa parte interiore
sono di freschissimo colorito, e interessanti molto per
la varietà della scena. Entrasi quindi nella sala de’mo-
numenti, e nel mezzo si può osservare la insigne sta-
tua colossale in granito nero brecciàto, rappresentante
la regina Twea, madre di Ramses III., ossia del gran.
SesosLri. Questa statua insigne era nell’atrio del mu-
seo Capitolino , e di fianco le sta scolpila 1’ effige di
Conchères sua figlia e sorella di quel re. Qui veggonsi
ancora, la statuetta di Menephtat marito di Zwea, se-
duto in trono; il gran frammento del trono di Ram-
ses III.', i due bellissimi leoni di granito nero brec-
ciato , i quali stavan già alla mostra principale dell’
acqua felice alle terme: furon questi trovati nel 1443