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832 Palazzi e Gallerie
che quelle d’un palazzo, fu fatto erìgere da Pietro Bar-
bo, veneziano, Cardinal nipote di Eugenio IV. e quindi
papa col nome di Paolo II. Egli volle che la fabbrica
si innalzasse per servirgli di abitazione, e si valse dell’
architetto Giuliano da Majano, correndo l’anno 1468.
Il palazzo di cui si tratta servì a lungo per abita-
zione de’pontefici, e in esso soggiornò anche Carlo Vili,
di Francia nel 1494., allorché, andando al conquisto
del reame di Napoli passò per Roma. In seguito Pio IV.
ne fece un dono alla serenissima Repubblica di Vene-
zia perchè servisse di dimora a’suoi ambascìadori; e ciò
in cambio del palazzo che la Repubblica stessa diede al
nunzio pontificio in Venezia. Il fatto viene ricordato dal-
la seguente iscrizione: pivs iv. medicei pont. max.
MAS AEDES REIP. VENETAE ARGVMENTVM AMORIS ET
STVDlI SEI SPONTE DONAVIT : JACOBO SUPERANTI?)
eqfite oratore: mdlxiv. Passati poi che furono i do-
minj veneti in potere della casa d’Austria, il palazzo
divenne proprietà della corte imperiale di Vienna, per
cui oggi vi risiede l’ambasciatore austriaco.
Il Milìzia così ragiona di questo maestoso edilìzio.
« Il suo esteriore è della maggior semplicità. Que’suoi
» finestroni incrociati di travi di marmo sono maesto-
» si, e ben profilati i loro stipiti , come anche quelli
» delle porte. ( Oggi le finestre non han più le incro-
» dature di marmo; non so che direbbe il Milizia di
» questa rimodernatura ! ) La corona di merli soste-
» nuli da arcucci, vale a cornicioni e balaustrate. La
» grandezza delle sue divisioni impone. E così nudo co-
m’è, e lasciato in rustico pare Ercole che si rida del-
» le zerbinerie delle fabbriche adiacenti.
» Nel cortile maggiore presso la scala è una de-
» corazione di travertino, nella quale, sì ne’ portici di
» sotto come nelle logge di sopra sono piloncini con
 
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