Teatro di Apollo 977
alle carceri venne mutato in teatro, che fu eretto co’di-
segni del cavalier Carlo Fontana; ma nel corso di pa-
vecchi anni dovette essere assoggettato a molti cambia-
menti , essendoché pei’ due volte bruciò. Da ultimo
venne rifabbricato per intero in materiale, con architet-
ture di Cosimo Morelli, con ottime decorazioni interne,
in ispecie di belle pitture a chiaroscuro nel davanzale
de’palchetti, che rappresentavano fatti di storia romana.
Nei primi anni del corrente secolo il teatro di
Apollo, fu comperato dal duca d. Giovanni Torlonia ,
e dopo la sua morte ricadde al suo figliuolo d. Ales-
sandro. Questi, magnanimo com’è per natura , e gran
promovitore delle arti, pensò di ritornarlo quasi al tutto
nuovo, e però nel 1830 mandò ad effetto il suo con-
cepimento, servendosi all’uopo dell’architetto Giuseppe
Valadier. Fu allora rifatto l’interno della sala tutto in
materiale, con ornamenti vaghissimi di pitture, di do-
rature, di specchi, di marmi, e di quant’altro possa de-
siderasi di appariscente in un teatro : il palco scenico
venne allungato di molto per comodo degli spettacoli
coreografi, e furonvi aggiunti tutti i comodi opportuni
per gli attori, non men che per le macchine.
Siccome poi il teatro all’esterno non aveva facciata,
somigliando il suo prospetto a quello d'una gran casa,
e perchè questo non volevasi demolire, così l’architetto
aggiunsevi una facciata, alquanto verso il ponte, deco-
randola con colonne e pilastri di marmo caristio, oltre
non poche altre decorazioni di diverso genere tanto in
istucco quanto in marmo. Questa facciata contiene tre
porte per cui si ha ingresso in uno spazioso e bene
adorno vestibolo , da dove si passa ad una propinqua
sala, e qui trovasi la comoda scala tutta abbellita con
statue e lavori di stucchi, la quale conduce in altra sala
che precede al teatro e serve di trattenimento al po-
alle carceri venne mutato in teatro, che fu eretto co’di-
segni del cavalier Carlo Fontana; ma nel corso di pa-
vecchi anni dovette essere assoggettato a molti cambia-
menti , essendoché pei’ due volte bruciò. Da ultimo
venne rifabbricato per intero in materiale, con architet-
ture di Cosimo Morelli, con ottime decorazioni interne,
in ispecie di belle pitture a chiaroscuro nel davanzale
de’palchetti, che rappresentavano fatti di storia romana.
Nei primi anni del corrente secolo il teatro di
Apollo, fu comperato dal duca d. Giovanni Torlonia ,
e dopo la sua morte ricadde al suo figliuolo d. Ales-
sandro. Questi, magnanimo com’è per natura , e gran
promovitore delle arti, pensò di ritornarlo quasi al tutto
nuovo, e però nel 1830 mandò ad effetto il suo con-
cepimento, servendosi all’uopo dell’architetto Giuseppe
Valadier. Fu allora rifatto l’interno della sala tutto in
materiale, con ornamenti vaghissimi di pitture, di do-
rature, di specchi, di marmi, e di quant’altro possa de-
siderasi di appariscente in un teatro : il palco scenico
venne allungato di molto per comodo degli spettacoli
coreografi, e furonvi aggiunti tutti i comodi opportuni
per gli attori, non men che per le macchine.
Siccome poi il teatro all’esterno non aveva facciata,
somigliando il suo prospetto a quello d'una gran casa,
e perchè questo non volevasi demolire, così l’architetto
aggiunsevi una facciata, alquanto verso il ponte, deco-
randola con colonne e pilastri di marmo caristio, oltre
non poche altre decorazioni di diverso genere tanto in
istucco quanto in marmo. Questa facciata contiene tre
porte per cui si ha ingresso in uno spazioso e bene
adorno vestibolo , da dove si passa ad una propinqua
sala, e qui trovasi la comoda scala tutta abbellita con
statue e lavori di stucchi, la quale conduce in altra sala
che precede al teatro e serve di trattenimento al po-