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CASA

DETTA DELLA SECONDA FONTANA

Lj architettonica disposizione delle più cospicue Case pompejane costantemente ci mostra la scelta
che quegli abitatori facevano delle località adatte alla più comoda distribuzione per quivi edificarle,
in maniera che sin dallo ingresso tutta la vaghezza offrissero delle deliziose interne prospettive, e tutta
la loro estensione con uno sguardo se ne percorresse non appena varcatane la soglia; e dallo atrio
a traverso de'peristili, le camere, i porticati, i tablini, i triclini, i viridari, le zampillanti fontane,
e quanto altro eravi di ammirevole a colpo d'occhio si scorgesse, da produrre nello insieme le più
amene ed incantevoli scene. E con egual costanza in cosiffatti edifizì ammiriamo anche una ragionata
ripartizione da provvedere ad un tempo alla parte di rappresentanza, direm così, dell' abitazione,
ed alla parte di comodità degli abitanti pe'loro domestici usi; ma nella Casa che or ora descriveremo
si osserva dippiù, come nella gran Casa del Fauno testò pubblicala, il provvido accorgimento dello
antico Architetto di averla fornita di due ingressi, i quali separatamente menano alle due parli della
medesima, come può raccogliersi dalla pianla compresa nella tavola I a'suoi numeri 1 e 19.

Nella strada denominata volgarmente di Mercurio nel volgere dell'anno 1827 una di tali Case fu
discoperta, destando non poco interesse sin dalla facciata a grandi bugne lavorata, ed intagliala tutta
in un tufo vulcanico grigiastro addimandato tufo di Noccra 1, e sulla quale, ove son praticati i due
ingressi, sta dipinta la importante iscrizione, che da noi fedelmente si riproduce al n.° 55 della
prima tavola.

M HOLCONIVM PRISCVM il VIR 1. D. POMARI VNIVERSI CVM HELVIO VESTALE ROG.
che volta nel nostro idioma fu interpelrata così :

Tutti i fruttajuoli con Elvio Vestale pregano Marco Olconio Prisco Duumviro e Giudice 2.
Vi ha chi opina 3 che quivi dovevano i fruttajuoli aver luogo a vendere le loro frutta, e che
tutto il ceto di questi venditori, di cui un capo era forse quell'Elvio Vestale, implorava la protezione
del Duumviro Marco Olconio Prisco, aggiungendo che questa interpretazione trovava valevole confronto
in altre due iscrizioni pure in questo genere dipinte poco discosto da questo luogo, nelle quali
parimenti i fruttajuoli il patrocinio domandavano degli Edili Sabino e Cerrino. Evvi pure chi suppone
ravvisare in questo Marco Olconio quello stesso Olconio il di cui nome fu rinvenuto a lettere di
bronzo sotto la propria statua presso il teatro 4, e pensò che qui dimorar dovesse queir antico pompejano,
al quale esprimevano i fruttajuoli i loro voti e suppliche, il che non era da scambiarsi con l'altro
Olconio Rufo eminente Magistrato, come leggesi nella iscrizione di quella statua s.

i É cosi denominato dal lenimento della prossima città di Nocera ove esiste 5 Nel teatro coperto sul primo grado dell'orchestra sta altra iscrizione di

un' abbondante cava di questo tufo. Il Cav. Bechi, che parlò di questa Casa al bronzo parimenti nel marmo incastrata, esistendo ancora gì' incavi delle lettere

volume III del R. Museo Borbonico, osservava che nelle descritte bugne si ravvisa distribuite in modo di aver fatto corona ad una statua nel mezzo a queste lettere

l'esempio, ed il tipo delle bugne di stucco fatte in altri edifizì pompeiani a eretta. La iscrizione si legge così:
similitudine di quella pietra. Dello stesso tufo 6 ammirevole una cornice intagliata »• "olco nio m. f. uvfo

giacente a terra, e che somministra un bello esempio di elegante modanatura. "• v- '• D- qvinqviens (sic)

» R. Museo Borbonico voi. Ili pag. H della relazione degli scavi. ITER Qvinq trib. mil. a. p.

3 Lo stesso Bechi al luogo citato. flamini avg. patr. colon, d. d.

* Nel perimetro dell' orchestra del teatro coperto ( Odeon ) a lettere di bronzo vai dire, a Marco Olconio Rufo figlio di Marco Duumviro, e Giudice per la quinta

incastrate in una fascia di marmo si legge m. holconivs m. f. tervs ii. vir. prò volta, per la seconda volta Quinquennale, Tribuno de'Soldati eletto dal popolo

lvdis, cioè Marco Olconio Vero figlio di Marco duumviro ( adornò forse questa Flamine auguslale, Patrono della Colonia si dedica. Vedi il primo volume del citato

parte del teatro ) per gli spettacoli. R. Museo Borbonico alla tavola XXXIX.
 
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