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CASA

DETTA DEI CAPITELLI COLORATI

J. capitelli sovrastanti le colonne che adornavano il peristilio della presente casa, e delle quali
abbiamo fatto trarre il disegno come vedesi nel n.° 39 della tav. II, perchè bellamente dipinti furono
la cagione che quest'antica dimora di Pompei Casa dei capitelli colorati venisse denominata, correndo
1' anno 1833 nel quale fu dissepolta, mentre altri la chiamò Casa di Arianna per un dipinto quivi
rinvenuto. Minutamente cercata dagli antichi abitatori dell'antica città, dopo che cadde sepolta sotto
le ceneri del Vesuvio, in questa casa non rimase che un piccolo avanzo del molto che contenere
doveva, dimenticato o perduto nella confusione dello scavare, e pur tuttavolta tanto ce ne rimase
che degna è d'essere numerata fra le più importanti della rediviva Pompei.

Oltre ai molti dipinti che resero degna di grande importanza questa pompeiana dimora è da notare
eh' essa racchiude nella disposizione generale della sua pianta una particolarità che non contribuì meno
a renderla degna di speciale considerazione.

Diversamente dalle altre pompeiane dimore, questa casa detta dei capitelli colorati, ha due entrate
fra loro opposte, e due atri, e fra gli atri un peristilio, per modo che da qualunque delle due porte
tu penetri t'imbatti in un atrio, in un tablino, ed in un peristilio come nelle altre più regolari case
di quest'antica città, con una sola principale porta costruite. (Vedi la pianta delineata nella tav. II.)
Ne è a dire che la posizione del luogo dove venne innalzata abbia dato occasione a tale singolare
distribuzione, perocché questo non è l'unico esempio certamente in Pompei d'una casa fra due opposte
strade situate, mentre è forse il solo esempio di una interna distribuzione così dissimile da tutte le
altre case di questa antica città.

Sporge l'ingresso di questa casa segnato col n.° 1. tav. II, sulla strada medesima che rade il
lato orientale del Foro ed il fianco dell' edilìzio volgarmente denominato il Panteon. Il pavimento
dell' adito ( Prothyrum ) era con bel garbo decorato di linee di mosaico bianco fra loro intrecciate
sopra un cemento di mattoni pesti , come in simili località spessissimo in Pompei si osserva , ed a
qualche uso di commercio, o forse a servir di vestibolo, erano destinate le due stanze numero 2 e 3
le quali fiancheggiando 1' adito assai disadorne furono disseppellite.

Era di certo molto riccamente adornato 1' atrio toscano n.° 4 che all' adito succede, perocché i
pochi avanzi degli ornamenti dipinti, quivi rinvenuti, ce ne fan fede. Ma essendo stati dagli antichi
svelti i marmi che l'adornavano nello zoccolo, ciò fece necessariamente cadere l'intonaco superiore,
e non rimase a testimonio della primitiva sontuosità, che un bel fregio, da un lato, con bacchici emblemi,
con pantere e con putti, ed un' istoria in mezzo dipinta , i cui resti, appena scorgibili, quasi nel
punto che furono dissepolti scomparvero. L'impluvio, n.° 5, anch'esso spogliato dai marmi tornò alla
luce additandoci l'uso per cui fu costruito, e non altro.

La stanza n.° 6, era a quel che sembra all' atriensc destinata, l'altra n.° 7, non è facile invero
determinare a qual uso venisse consacrata, e l'ultima, n.° 8, avea nella parte alta un fregio dipinto
su fondo bianco, mentre nella parte inferiore di semplice intonaco bianco era rivestita, il che fece
supporre che quivi un aggiustamento di panni o tendine adornasse quel disadorno intonaco.

Rimpetto a questa camera , dall' opposto lato dell' atrio , due stanze , n.° 10 e n.° 11 , povere
all' aspetto si veggono, le quali al certo a qualche uso ignobile della casa erano destinate , e sopra
un contiguo vicoletto sporgevano ed ove poteasi uscire dall' atrio mercè la porta quivi posta, e col
n.° 9 designata.
 
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