io ho pur oggi avuto per te il mal di! Egli s’e scoperto due figure grande in
piazza e ogni uno dice: »Oh belle, oh belle!«. Io, ehe sono avezzo a veder te
del continuo e ho asuefatta la vista a te, son di contraria opinione; anzi il
Davitte di Michel Agnolo mi par piü bello assai, perche tiene della tua
maniera; talmente ehe io rispondo a tutti: »Voi non ve ne intendete«; e gli
appongo, al mio giudizio, mille difetti. E il mio dolore non e questo, ma il
veder te in questo luogo da parte e quello nel principale e universale bellis-
simo sito. - E cosi durö parecchi df a venire e dirmi queste parole e andava
a veder quello e tornava a veder me. Una volta fui forzato a rispondergli,
perche, venuto di piazza e rimirandomi con gran dolore e cordoglio, gridö
forte: - Tu mi pari ogni df piü bello, ma fatti pur bello a tuo posta, ehe tu
non avrai sf bei luogo. - Io, per consolarlo, gli risposi subito: - A me basta
di meritarlo quel luogo meglio di lui, se ben la fortuna e la Sorte v’ha con-
dotto quello e per buona Ventura m’abbia occupato il mio sito: datti pa-
zienza, perche io non reputo manco meritare un seggio, non vi essendo, ehe
esservi posto e non esser degno; anzi piü. - Il buon uomo a questa risposta
si rallegrö tanto ehe fu per impazzare; e mi fu piü affezionato ehe mai.
Peregrino: (...) Voi avete pure gli animi feroci in verso i vostri sapienti,
inverso i vostri compatrioti mirabili! Mentre ehe son vivi, voi gli sprezzate,
offendete e perseguitate: onde quel ehe fanno con un animo carico di mille
fastidi; ehe se potesse godere la patria con quiete e fossero riconosciuti,
meglio assai opererebbono. (...) Fatemi vedere l’urna di Donatello? di Luigi
Pulci, del Pollaiuolo pittore, di Lionardo e di fra Filippo? In duomo son due
cavalli e quattro teste, Giotto, il Ficino eccetera cccctera. Con quäl animo
volctc voi ehe la gioventü si mette a opere egregie, all’imperese immortali,
ai fatti cterni?
Anton Francesco Doni, / Marmi, hg. Ezio Chiörboli, Bari 1928, Bd.1, 55; Bd.2,
9-11 u. 22f.
79. vor 1553
Ascanio Condivi, »Vita di Michelangelo Buonarroti«
Quel | David| ehe si vede nel mezzo della corte del palazzo de’ Signori e di
mano di Donatello: uomo in tale arte eccellente e molto da Michelangelo
lodato, se non in una cosa, ch’egli non aveva pazienza di ripulir le sue opere
di sorte ehe riuscendo mirabili a vista lontana, da presso perdevano riputa-
zione.
Ascanio Condivi, Vita di Michelangelo Buonarroti, hg. Emma Spina Barelli, Mai-
land 1964, 38
80. zwischen 1527 und 1556
Giulio Giouio, »Ad Apelle, sopra i pittori«
Das Manuskript in Como war nicht einsehbar, eine Zusammenfassung mit Aus-
zügen publiziert bei Ernesto Travi, »Il canto >Ad Apelle, sopra i pittori« in un ine-
dito poema di Giulio Giovio«, in: Arte Lombarda, 65 (1983), 127-132, hier 131
A. Der literarische Ruhm Donatellos 529
piazza e ogni uno dice: »Oh belle, oh belle!«. Io, ehe sono avezzo a veder te
del continuo e ho asuefatta la vista a te, son di contraria opinione; anzi il
Davitte di Michel Agnolo mi par piü bello assai, perche tiene della tua
maniera; talmente ehe io rispondo a tutti: »Voi non ve ne intendete«; e gli
appongo, al mio giudizio, mille difetti. E il mio dolore non e questo, ma il
veder te in questo luogo da parte e quello nel principale e universale bellis-
simo sito. - E cosi durö parecchi df a venire e dirmi queste parole e andava
a veder quello e tornava a veder me. Una volta fui forzato a rispondergli,
perche, venuto di piazza e rimirandomi con gran dolore e cordoglio, gridö
forte: - Tu mi pari ogni df piü bello, ma fatti pur bello a tuo posta, ehe tu
non avrai sf bei luogo. - Io, per consolarlo, gli risposi subito: - A me basta
di meritarlo quel luogo meglio di lui, se ben la fortuna e la Sorte v’ha con-
dotto quello e per buona Ventura m’abbia occupato il mio sito: datti pa-
zienza, perche io non reputo manco meritare un seggio, non vi essendo, ehe
esservi posto e non esser degno; anzi piü. - Il buon uomo a questa risposta
si rallegrö tanto ehe fu per impazzare; e mi fu piü affezionato ehe mai.
Peregrino: (...) Voi avete pure gli animi feroci in verso i vostri sapienti,
inverso i vostri compatrioti mirabili! Mentre ehe son vivi, voi gli sprezzate,
offendete e perseguitate: onde quel ehe fanno con un animo carico di mille
fastidi; ehe se potesse godere la patria con quiete e fossero riconosciuti,
meglio assai opererebbono. (...) Fatemi vedere l’urna di Donatello? di Luigi
Pulci, del Pollaiuolo pittore, di Lionardo e di fra Filippo? In duomo son due
cavalli e quattro teste, Giotto, il Ficino eccetera cccctera. Con quäl animo
volctc voi ehe la gioventü si mette a opere egregie, all’imperese immortali,
ai fatti cterni?
Anton Francesco Doni, / Marmi, hg. Ezio Chiörboli, Bari 1928, Bd.1, 55; Bd.2,
9-11 u. 22f.
79. vor 1553
Ascanio Condivi, »Vita di Michelangelo Buonarroti«
Quel | David| ehe si vede nel mezzo della corte del palazzo de’ Signori e di
mano di Donatello: uomo in tale arte eccellente e molto da Michelangelo
lodato, se non in una cosa, ch’egli non aveva pazienza di ripulir le sue opere
di sorte ehe riuscendo mirabili a vista lontana, da presso perdevano riputa-
zione.
Ascanio Condivi, Vita di Michelangelo Buonarroti, hg. Emma Spina Barelli, Mai-
land 1964, 38
80. zwischen 1527 und 1556
Giulio Giouio, »Ad Apelle, sopra i pittori«
Das Manuskript in Como war nicht einsehbar, eine Zusammenfassung mit Aus-
zügen publiziert bei Ernesto Travi, »Il canto >Ad Apelle, sopra i pittori« in un ine-
dito poema di Giulio Giovio«, in: Arte Lombarda, 65 (1983), 127-132, hier 131
A. Der literarische Ruhm Donatellos 529