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https://doi.org/10.11588/diglit.27464#0159
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sapere > che cosa sia stato di non poche pregevoli antichi-
t'a , che ornavano questq Tempio , dirò come iì Crocifnso
di legno al naturale fatto da Baccio di Montelupo è
nel Coro deir Inverno de’ Frati ; la tavola del B. An-
gelico fatta a’ Medici per 1* Altar Maggiore , si è trasfe-
rita neli* andito della Sagref ia ; il S. Bastiano commen-
datisma opera del Frate, fu mandato a Parigi neìla Gal-
leria di quel Re ; il San Marco parimente del Frate è
nel Paìazzo de* Granduchi , e il CrocifiOso dipinto da
Giotto suli’ ase in Campo ds oro, posa sulla Porta della
Chiesa , ii quale Crocifiso per esere de i buoni , che fe»
ce quefio refauratore delìa Pittuta, dicono, che a ve«
der questa Immagine , quando si portò in S. Marco ,
vi concorrese tutto ii Popolo di Firenze , e che dalla
medesima pigliase Dante motivo di dire Furg. c. xi.
,, Credette Cimabue nelìa pittura
,, Tener lo campo, ed or ha Giotto il grido ,,
E quanto in que*tempi fose detto Crocifiso in vene-
razione , si dimofira dal tefiamento di Mone Fanti-
ni , nel quale si legge , che il Testatore obbliga i Mo-
naci Silveiirini di San Marco Novello , a tener -davanti
ad eso accesa del continuo una lampana , come per ro-
giro di Ser Filippo di Albizzo ali3 Archivio Generale-a
nel 1357.
VIH. Nè da tacersi è quel , che avvenne in quefia
Chiesa neila morte del Magnisico Lcrenzo de3 Medici,
come notò neìle sue Ricordanze scritte a penna iì Pre-
te Agosiino Lapini Cittadino Fiorentino , e Cappellano
del Duomo . Morto adunque ii Magnifico nella Villa_*
a Careggi 8. di Aprile del 1492. fu il suo Cadavere 7
alle ore 5. di notte portato in San Marco in deposito
sino al di dieci dello fieso mese , nei qual giorno fu
trasferito in San Lorenzo per ivi fargli ie solenni Ese-
quie .
LE-
sapere > che cosa sia stato di non poche pregevoli antichi-
t'a , che ornavano questq Tempio , dirò come iì Crocifnso
di legno al naturale fatto da Baccio di Montelupo è
nel Coro deir Inverno de’ Frati ; la tavola del B. An-
gelico fatta a’ Medici per 1* Altar Maggiore , si è trasfe-
rita neli* andito della Sagref ia ; il S. Bastiano commen-
datisma opera del Frate, fu mandato a Parigi neìla Gal-
leria di quel Re ; il San Marco parimente del Frate è
nel Paìazzo de* Granduchi , e il CrocifiOso dipinto da
Giotto suli’ ase in Campo ds oro, posa sulla Porta della
Chiesa , ii quale Crocifiso per esere de i buoni , che fe»
ce quefio refauratore delìa Pittuta, dicono, che a ve«
der questa Immagine , quando si portò in S. Marco ,
vi concorrese tutto ii Popolo di Firenze , e che dalla
medesima pigliase Dante motivo di dire Furg. c. xi.
,, Credette Cimabue nelìa pittura
,, Tener lo campo, ed or ha Giotto il grido ,,
E quanto in que*tempi fose detto Crocifiso in vene-
razione , si dimofira dal tefiamento di Mone Fanti-
ni , nel quale si legge , che il Testatore obbliga i Mo-
naci Silveiirini di San Marco Novello , a tener -davanti
ad eso accesa del continuo una lampana , come per ro-
giro di Ser Filippo di Albizzo ali3 Archivio Generale-a
nel 1357.
VIH. Nè da tacersi è quel , che avvenne in quefia
Chiesa neila morte del Magnisico Lcrenzo de3 Medici,
come notò neìle sue Ricordanze scritte a penna iì Pre-
te Agosiino Lapini Cittadino Fiorentino , e Cappellano
del Duomo . Morto adunque ii Magnifico nella Villa_*
a Careggi 8. di Aprile del 1492. fu il suo Cadavere 7
alle ore 5. di notte portato in San Marco in deposito
sino al di dieci dello fieso mese , nei qual giorno fu
trasferito in San Lorenzo per ivi fargli ie solenni Ese-
quie .
LE-