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alle
e precipitose cascate di acqua han luogo alla cata-
ratta del Nilo, né tale è quel preteso fragore che
non ti lasci parlare e intendere senza fatica la pa-
rola del tuo compagno. Le rocce di granito che la
cataratta costituiscono sono piuttosto maravigliose
pel numero e per l'estensione di che ingombrano
il letto del fiume, che per altezza o profondità di
dirupi; quindi alla stagione delle basse acque un
mediocre susurro si sente delle onde che a' pie
de'sassi s'infrangono, e da qualche lieve altezza
ricadono in bacinetti e canali ; e ciò dà luogo a
spettacolo piuttosto vago che periglioso di nuo-
tatori e di battelli. Ma alla stagione in cui il Nilo
perle sopravegnenti acque si gonfia, più cupo e
men fragoroso diviene quel susurro, trovandosi la
massima parte delle rupi dalla copia delle onde su-
perata e sommersa. Ne ammettere si può che dal
tempo di Cicerone e di Seneca, o anche da secoli
innanzi fino ai di nostri, abbiano le condizioni del
luogo cambiato in guisa da essere diminuito l'ef-
fetto del vantato strepito delle acque. Basta aver
veduto l'indescrivibile aspetto di quella scena, per
esser convinti che da tempo immemorabile le am-
massate rupi non cambiarono di colore o di for-
ma. A comprovar la qual cosa riferirò alla fine di
questo paragrafo una opportuna osservazione.
Sembrami pertanto essere per lo meno fatto pro-
babile che neir isola istessa di Phile, e nel suo mag-
gior tempio, e forse nel sacro appartamento fune-
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alle
e precipitose cascate di acqua han luogo alla cata-
ratta del Nilo, né tale è quel preteso fragore che
non ti lasci parlare e intendere senza fatica la pa-
rola del tuo compagno. Le rocce di granito che la
cataratta costituiscono sono piuttosto maravigliose
pel numero e per l'estensione di che ingombrano
il letto del fiume, che per altezza o profondità di
dirupi; quindi alla stagione delle basse acque un
mediocre susurro si sente delle onde che a' pie
de'sassi s'infrangono, e da qualche lieve altezza
ricadono in bacinetti e canali ; e ciò dà luogo a
spettacolo piuttosto vago che periglioso di nuo-
tatori e di battelli. Ma alla stagione in cui il Nilo
perle sopravegnenti acque si gonfia, più cupo e
men fragoroso diviene quel susurro, trovandosi la
massima parte delle rupi dalla copia delle onde su-
perata e sommersa. Ne ammettere si può che dal
tempo di Cicerone e di Seneca, o anche da secoli
innanzi fino ai di nostri, abbiano le condizioni del
luogo cambiato in guisa da essere diminuito l'ef-
fetto del vantato strepito delle acque. Basta aver
veduto l'indescrivibile aspetto di quella scena, per
esser convinti che da tempo immemorabile le am-
massate rupi non cambiarono di colore o di for-
ma. A comprovar la qual cosa riferirò alla fine di
questo paragrafo una opportuna osservazione.
Sembrami pertanto essere per lo meno fatto pro-
babile che neir isola istessa di Phile, e nel suo mag-
gior tempio, e forse nel sacro appartamento fune-