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SESTO.

CU.
Ma ella intanto impaziente, a cui
Troppo ogni indugio par nojoso e greve,
Numera fra se stessa i palli altrui,
E pensa : or giùnge, or entra, or tornar deve.
E già le sembra , e se ne duol, colui
Men del solito assai spedito e leve.
Spinge!! alfine innanzi, e 'n parte ascende,
Onde comincia a discoprir le tende.
cui.
Era la notte, e 1 suo (Iellato velo
Chiaro spiegava, e senza nube alcuna :
E già spargea rai luminosi, e gelo
Di vive perle la sorgente Luna.
L'innamorata Donna iva col Cielo
Le sue fiamme sfogando ad una ad una:
E secretarj del suo amore antico
Fea i muti campi , e quel silenzio amico.
civ.
Poi rimirando il Campo ella dicea :
O belle agli occhi miei tende Latine ,
Aura spira da voi che mi ricrea,
E mi conforta, pur che m'avvicine.
Cosi a mia vita combattuta, e rea
Qualche onesto riposo il Ciel des ti ne ;
Come in voi solo il cerco : e solo parine,
Che trovar pace io possa in mezzo all'arme.
cv.
Raccogliete me dunque, e in voi si trove
Quella pietà, che mi promise Amore ;
E eh' io già vidi prigioniera altrove
Nel mansueto mio dolce sìgnore :
Né già dello di racquistar mi move
Col favor voslro il mio regale onore.
Quando ciò non avvenga, asfai felice
Io mi terrò , se in voi servir mi lice,
( 7J )
 
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