NOMO.
XXII.
Corre innanzi il Soldano, e giunge a quella
Confusa ancora, e inordinata guarda,
Rapido sì , che torbida procella
Da' cavernoli monti esce più tarda :
Fiume, eh' arbori insieme , e case svella :
Folgore, che le torri abbatta , ed arda :
Terremoto , che 1 mondo empia d'orrore ,
Son picciole sembianze al suo furore.
XXIII.
Non cala il ferro mai eh'appien non colga:
Nè coglie appien che piaga anco non faccia
Ne piaga fa che F alma altrui non tolga :
E più direi ; ma il ver di falso ha faccia.
E par eh' egli o s'infinga, o non sen dolga
O non senta il ferir delle altrui braccia ^
Sebben l'elmo percosso in suon di squilla
Rimbomba, e orribilmente arde e sfavilla.
XXIV.
Or quando ei solo ha quali in fuga volto
Quel primo stuol delle Francesche genti ;
Giungono in guisa d'un diluvio accolto
Di mille rivi gli Arabi correnti.
Fuggono i Franchi allora a freno sciolto,
E mirto il vincitor va tra' fuggenti :
E con lor entra ne' ripari, e '1 tutto
Di ruine, e d'orror s'empie, e di lutto.
XXV.
Porta il Soldan su l'elmo orrido e grande
Serpe, che si dilunga, e'1 collo snoda:
Su le zampe s'innalza, e l'ali spande,
E piega in arco la forcuta coda :
Par che tre lingue vibri, e che fuor mande
Livida spuma, e che'1 suo fisehio s'oda:
Ed or ch'arde la pugna, anch'ei s'infiamma
Nel moto, e fumo versa insieme , e fiamma
( 107 )
XXII.
Corre innanzi il Soldano, e giunge a quella
Confusa ancora, e inordinata guarda,
Rapido sì , che torbida procella
Da' cavernoli monti esce più tarda :
Fiume, eh' arbori insieme , e case svella :
Folgore, che le torri abbatta , ed arda :
Terremoto , che 1 mondo empia d'orrore ,
Son picciole sembianze al suo furore.
XXIII.
Non cala il ferro mai eh'appien non colga:
Nè coglie appien che piaga anco non faccia
Ne piaga fa che F alma altrui non tolga :
E più direi ; ma il ver di falso ha faccia.
E par eh' egli o s'infinga, o non sen dolga
O non senta il ferir delle altrui braccia ^
Sebben l'elmo percosso in suon di squilla
Rimbomba, e orribilmente arde e sfavilla.
XXIV.
Or quando ei solo ha quali in fuga volto
Quel primo stuol delle Francesche genti ;
Giungono in guisa d'un diluvio accolto
Di mille rivi gli Arabi correnti.
Fuggono i Franchi allora a freno sciolto,
E mirto il vincitor va tra' fuggenti :
E con lor entra ne' ripari, e '1 tutto
Di ruine, e d'orror s'empie, e di lutto.
XXV.
Porta il Soldan su l'elmo orrido e grande
Serpe, che si dilunga, e'1 collo snoda:
Su le zampe s'innalza, e l'ali spande,
E piega in arco la forcuta coda :
Par che tre lingue vibri, e che fuor mande
Livida spuma, e che'1 suo fisehio s'oda:
Ed or ch'arde la pugna, anch'ei s'infiamma
Nel moto, e fumo versa insieme , e fiamma
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