7? A
U N D E c imo.
lxii.
Cosi ragiona, e in guisa tal s'accende
Nelle sue furie il Cavaliero audace :
Che queir ampia Città, eh' egli difende ,
Non gli par campo del suo ardir capace
E si lancia a gran salti , ove si fende
Il muro, e la felsura adito face,
Ed ingombra l'uscita: e grida intanto
A Soliman, che si vedea da canto.
lxiii.
Solimano, ecco il loco, ed ecco Torà,
Che del nostro valor giudice fia.
Che cessi ? o di che temi ? or costà fuora
Cerchi il pregio sovran chi più '1 delia.
Così gli disfej e l'uno e l'altro allora
Precipitosamente a prova useia :
L'un da furor, V altro da onor rapito,
E {limolato dal feroce invito.
lxiv.
Giunsero inaspettati, ed improvvisi
Sovra i nemici, e in paragon mostrarsi:
E da lor tanti fur uomini uccisi,
E seudi, ed elmi dissipati e sparsi,
E scale tronche, ed arieti incili;
Che di lor parve quasi un monte farsi :
E mescolati alle mine alzaro,
In vece del caduto, altro riparo.
lxv.
La gente che pur dianzi ardi salire
Al pregio eccelso di murai corona :
Non ch'or d'entrar nella Gittate aspire,
Ma sembra alle difese anco mal buona:
E cede al novo alsalto, e in preda all'ire
De' duo guerrier le macchine abbandona :
Ch' ad altra guerra ornai saran mal' atte j
Tanto èl furor, che le percuote, e batte.
( i3S )
U N D E c imo.
lxii.
Cosi ragiona, e in guisa tal s'accende
Nelle sue furie il Cavaliero audace :
Che queir ampia Città, eh' egli difende ,
Non gli par campo del suo ardir capace
E si lancia a gran salti , ove si fende
Il muro, e la felsura adito face,
Ed ingombra l'uscita: e grida intanto
A Soliman, che si vedea da canto.
lxiii.
Solimano, ecco il loco, ed ecco Torà,
Che del nostro valor giudice fia.
Che cessi ? o di che temi ? or costà fuora
Cerchi il pregio sovran chi più '1 delia.
Così gli disfej e l'uno e l'altro allora
Precipitosamente a prova useia :
L'un da furor, V altro da onor rapito,
E {limolato dal feroce invito.
lxiv.
Giunsero inaspettati, ed improvvisi
Sovra i nemici, e in paragon mostrarsi:
E da lor tanti fur uomini uccisi,
E seudi, ed elmi dissipati e sparsi,
E scale tronche, ed arieti incili;
Che di lor parve quasi un monte farsi :
E mescolati alle mine alzaro,
In vece del caduto, altro riparo.
lxv.
La gente che pur dianzi ardi salire
Al pregio eccelso di murai corona :
Non ch'or d'entrar nella Gittate aspire,
Ma sembra alle difese anco mal buona:
E cede al novo alsalto, e in preda all'ire
De' duo guerrier le macchine abbandona :
Ch' ad altra guerra ornai saran mal' atte j
Tanto èl furor, che le percuote, e batte.
( i3S )