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C iA N T 0

XVIII.
Qual semplice bambin mirar non osa,
Dove insolite larve abbia presenti $
0 come pavé nella notte ombrosa,
Immaginando pur mostri e portenti $
Cosi temean , senza saper qual cosa
Siasi quella però , che gli sgomenti :
Se non che '1 timor forsè ai sensi finge
Maggior prodigj di Chimera , o Sfinge.
xix.
Torna la turba, e timida, e smarrita
Amaria, e confonde si le cose, e i detti ,
Ch' ella nel riferir n' è poi schernita,
Ne son creduti i mostruosi effetti.
Allor vi manda il Capitano ardita
E forte squadra di guerrieri eletti :
Perchè sia scorta all' altra, e in eseguire
1 magisterj suoi le porga ardire,
xx.
Quelli appressando ove lor seggio han porto
Gli empj Demonj in quel selvaggio orrore
Non rimirar le nere ombre sì tosto,
Che lor si scolse y e tornò ghiaccio il core.
Pur oltre ancor sen glan, tenendo ascosto
Sotto audaci sembianti il vii timore;
E tanto s'avanzar, che lunge poco
Erano ornai dall'incantato loco.
XXI.
Esce allor della selva un suon repente,
Che par rimbombo di terren che treme.
E1 mormorar degli Austri in lui si sente,
E'1 pianto d'onda, che fra scogli geme:
Come rugge il leon, fischia il serpente,
Come urla il lupo, e come l'orso freme,
V'odi, e v'odi le trombe, e v'odi il tuono
Tanti e sì fatti suoni esprime un suono.
 
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