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C N T 0

L.
Io sterperogli il core: io darò in palio
Le membra lacerate agli avoltoi.
Così parlava l'Indiano Adraslo :
Ne soffrì Tisaferno i vanti suoi.
E chi sei, dille , tu che sì gran farlo
Moslri, presente il Re, presenti noi?
Forsè è qui tal, ch'ogni tuo vanto audace
Supererà co' fatti, e pur lì tace.
LI.
Rispose l'Indo fero : io mi sono uno,
Ch' appo r opre il parlare ho scarso e scemo
Ma s'altrove che qui, così importuno
Parlavi tu, parlavi il detto estremo.
Seguito avrianj ma raffrenò ciascuno,
Difendendo la dess ra, il Re supremo.
Diise ad Armida poi: Donna gentile,
Ben hai tu cor magnanimo e virile.
LII.
E ben sei degna, a cui suoi sdegni ed ire
L'uno e l'altro di lor conceda e done :
Perchè tu poscia a voglia tua le gire
Contra quel forte predator fellone.
Là fian meglio impiegate ; e '1 loro ardire
Là può chiaro mostrarsi in paragone.
Tacque ciò detto ; e quegli offerta nova
Fecero a lei di vendicarla a prova.
lui.
Ne quelli pur, ma qual più in guerra è chiaro
La lingua al vanto ha baldanzosa e preda.
S'offerser tutti a lei : tutti giuraro
Vendetta far sull' esecrabil teda :
Tante contra il guerrier eh' ebbe sì caro,
Arme or cortei commove, e sdegni della.
Ma elso, poi ch'abbandonò la riva,
Felicemente al gran corso veniva.
 
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