DOI Heft:
Fasc. 5
DOI Artikel:Piccirilli, Pietro: La marsica monumentale: Note d'arte
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LA MARSICA MONUMENTALE
NOTE D’ARTE.
POCHI chilometri dall’antichissima Carseoli negli Equi, la fri-
gida terra celebrata da Ovidio, sorge Carsoli, cittadina gaia,
industriosa ed ospitale. Fu edificata, secondo alcuni storici,
tra il IX e il X secolo, quando, rimasta distrutta la città antica,
gli abitanti cominciarono a vivere per borgate, le quali dettero
origine ad alcuni castelli : notevole tra questi, Castel Sant’An-
gelo. Quivi presso, per opera di San Romualdo, fondatore
dell’ ordine dei Camaldolesi, furono costruite delle casette,
ovvero celle, da contenere ciascuna un sol uomo, ove vissero
vita austera molti monaci condottivi dal santo. 1 2 * II castello,
quindi, perse il nome primitivo e fu detto Celle, nome man-
tenuto fino a tutto il sec. XV; 3 ma in progresso di tempo fu
lontano dall’abitato i monaci avevano una chiesa, oggi Santa
Maria in Cellis, dove andavano a celebrare nei giorni festivi ed ove Rainaldo, conte de’ Marsi,
fondò un monastero, 4 che nel 999 donò ai Cassinesi insieme con Castel Sant’Angelo e sue
pertinenze. Per idem tempus Raynaldus Comes Marsorum fccit Mona sterilivi de Ecclesia Sanctae
Mariae, quae dicitur Cellis, territorio Carseolano, idq; in circuitu non parvis possessionibus
ditans : castellimi elidili, quod- mine Celle vocatur, tinic antem castellimi Sancii Angeli nun-
cupabatur, curii omnibus eius pertinentiis in eodem Mondsterio confirmavit. 5
Nella parte più alta della terra Carlo II d’Angiò fece fabbricare una rocca, di cui ri-
mangono oggi dei ruderi coverti di lichene e di edera, che spiccano sul cielo maestosa-
mente. In un cantonale della cinta si vede infissa una lapide che reca in bassorilievo due
scudi; uno è scalpellato, l’altro mostra ancora intatte le insegne di casa Angioina. Attorno
alla cornice è scolpita questa iscrizione non esattamente letta dagli storici marsicani :
AMATO DE OLIBAO - ME SCVLPIT (sic) - A. D. MCCLXXXXI.il EI. OR ACTV. E.
chiamato Carsoli. Non molto
1 D. Di Pietro, Agglomerazioni delle popolazioni
attuali della diocesi dei Marsi. Avezzano, Magagnali,
1873. G. Pieralice, Da Roma a Sulmona, guida sto-
rico-artistica delle regioni attraversate dalla nuova fer-
rovia per L. Degli Abbati. Roma, tip. delPOpinione,
1888.
2 M. Phoebonio, Historiae Marsorum. Napoli,
M. Monachimi, 1678. A. Corsignani, Reggia Mar si-
cario. Napoli, Parlino, 1738. Dì Pietro, o. c. Piera-
lice, o. c.
3 Arch. di Stato di Napoli, Repertorio ai quìnter-
nioni dì Abruzzo Ultra.
4 Phoebonio, Corsignani, Di Pietro, Pieralice,
op. cit.
5 Chronicon Cassinesc, lib. II, c. XXIII.
l'Arte, XII, 42.
NOTE D’ARTE.
POCHI chilometri dall’antichissima Carseoli negli Equi, la fri-
gida terra celebrata da Ovidio, sorge Carsoli, cittadina gaia,
industriosa ed ospitale. Fu edificata, secondo alcuni storici,
tra il IX e il X secolo, quando, rimasta distrutta la città antica,
gli abitanti cominciarono a vivere per borgate, le quali dettero
origine ad alcuni castelli : notevole tra questi, Castel Sant’An-
gelo. Quivi presso, per opera di San Romualdo, fondatore
dell’ ordine dei Camaldolesi, furono costruite delle casette,
ovvero celle, da contenere ciascuna un sol uomo, ove vissero
vita austera molti monaci condottivi dal santo. 1 2 * II castello,
quindi, perse il nome primitivo e fu detto Celle, nome man-
tenuto fino a tutto il sec. XV; 3 ma in progresso di tempo fu
lontano dall’abitato i monaci avevano una chiesa, oggi Santa
Maria in Cellis, dove andavano a celebrare nei giorni festivi ed ove Rainaldo, conte de’ Marsi,
fondò un monastero, 4 che nel 999 donò ai Cassinesi insieme con Castel Sant’Angelo e sue
pertinenze. Per idem tempus Raynaldus Comes Marsorum fccit Mona sterilivi de Ecclesia Sanctae
Mariae, quae dicitur Cellis, territorio Carseolano, idq; in circuitu non parvis possessionibus
ditans : castellimi elidili, quod- mine Celle vocatur, tinic antem castellimi Sancii Angeli nun-
cupabatur, curii omnibus eius pertinentiis in eodem Mondsterio confirmavit. 5
Nella parte più alta della terra Carlo II d’Angiò fece fabbricare una rocca, di cui ri-
mangono oggi dei ruderi coverti di lichene e di edera, che spiccano sul cielo maestosa-
mente. In un cantonale della cinta si vede infissa una lapide che reca in bassorilievo due
scudi; uno è scalpellato, l’altro mostra ancora intatte le insegne di casa Angioina. Attorno
alla cornice è scolpita questa iscrizione non esattamente letta dagli storici marsicani :
AMATO DE OLIBAO - ME SCVLPIT (sic) - A. D. MCCLXXXXI.il EI. OR ACTV. E.
chiamato Carsoli. Non molto
1 D. Di Pietro, Agglomerazioni delle popolazioni
attuali della diocesi dei Marsi. Avezzano, Magagnali,
1873. G. Pieralice, Da Roma a Sulmona, guida sto-
rico-artistica delle regioni attraversate dalla nuova fer-
rovia per L. Degli Abbati. Roma, tip. delPOpinione,
1888.
2 M. Phoebonio, Historiae Marsorum. Napoli,
M. Monachimi, 1678. A. Corsignani, Reggia Mar si-
cario. Napoli, Parlino, 1738. Dì Pietro, o. c. Piera-
lice, o. c.
3 Arch. di Stato di Napoli, Repertorio ai quìnter-
nioni dì Abruzzo Ultra.
4 Phoebonio, Corsignani, Di Pietro, Pieralice,
op. cit.
5 Chronicon Cassinesc, lib. II, c. XXIII.
l'Arte, XII, 42.