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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 12.1909

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Fasc. 3
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https://doi.org/10.11588/diglit.24137#0280

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BIBLIOGRAFIA

RECENSIONI.

CONSTANCE JOCELYN FfOULKES & MONSI-
GNOR Rodolfo Matocchi : Vincenzo Fo-ppa
of Brescia, founder of thè lovibard School.
His Life and Work, based on research in
thè Archives of Milan, Pavia, Brescia &
Genoa, & on thè Study of all his known
Works. With 90 illustrations, 15 in photo-
gravure, and 97 documents. London, John
Lane thè Bodley Head; New York, John
Lane Company MCMIX.

Gli autori hanno dedicato il volume alla memoria
di Giovanni Morelli e di Gustavo Ludwig, dimostran-
dosi devoti tanto al critico, quanto al ricercatore
d’archivi, desiderosi di combinare in uno le ricerche
dirette sui monumenti e le indirette sulle antiche carte.
Per questo desiderio i due autori unirono il loro la-
voro, rivolto quello della Ffoulkes più all’esame sti-
listico delle pitture del Foppa, l’altro del Maiocchi
più allo studio dei documenti scritti. I due autori,
messe alla pari le loro forze, hanno creduto non solo
di dover moversi su due vie prossime e parallele, ma
che senza la ricerca de’ documenti la critica possa
risolversi in una « visionary fabric of individuai impres-
sions». E questo è troppo, e questo significa la sco-
noscenza e l’abiura del metodo d’osservazione, d’ana-
lisi e di comparazione, al quale certo tien fede invece
la autrice devotissima del Morelli, non certo l’autore
suo compagno, che confonde, come generalmente si
suole, l’ermeneutica con l’arte del critico. I documenti
ci vogliono, e si devon cercare, perchè non tutte le
pagine della storia sono sciorinate al sole, e non ci
è permesso sempre di leggerle, strappate come sono,
spiegazzate, confuse e disperse; ma i documenti di
per sè sono materia grezza, poco utile e poco mallea-
bile a chiunque non sappia applicarli alle cose d’arte,
e con le cose stesse non viva.

La data della nascita del Foppa non è ben certa,
ma verosimilmente avvenne nel 1427 circa, presso
Brescia, secondo notizie raccolte con diligenza in
questo volume. Il primo ricordo dell’artista è nella

pittura formata e datata 1456, nell’Accademia Carrara
di Bergamo ; ma da essa non appare che lo Squar-
cione, come si affermò, sia stato il maestro del Foppa.
L’affermazione invero non ha fondamento se non
nella mala interpretazione antica e moderna di un
passo del * Trattato » del Filarete. Convien quindi
chiedere alle prime opere del Foppa di confidarci il
segreto della loro formazione, e non solo alla pittura
citata, ma anche ad altra della raccolta Noseda in
Milano. Per la mancanza di documenti, gli AA. sono
stati costretti a dedurre dalla Crocifissione di Bergamo
e dalla Madonna col Bambino ed Angioli in Milano
le ragioni dell’educazione artistica del Foppa: nel-
l’ultimo, grazioso quadretto appartenente al Noseda,
essi scorgono non la traccia delle tendenze artistiche
padovane, piuttosto i rapporti del Foppa con la scuola
di Verona, con Stefano da Zevio, con Pisanello, con
Gentile da Fabriano. In generale queste idee sono
giuste e ingegnose, almeno nella loro parte sostan-
ziale, in quanto cioè si riferiscono alle forme alquanto
nordiche del quadretto del Noseda, alla grazia poe-
tica della composizione ; ma in particolare potrebbero
non essere sicure, nel loro punto d’attacco alle forme
veronesi. Da Pavia a Lodi, da Milano a Cremona e
a Bres.ia, da Verona a Vicenza, nella prima metà
del secolo xv, vediamo maturare forme venute a con-
tatto con l’arte nordica tra le eleganze del gotico
fiorito. La cappella della Regina Teodolinda a Pavia,
gli ex-voto in San Francesco di Lodi, una cappella
in Sant’Eustorgio e la saletta terrena nel palazzo
Borromeo in Milano, gli affreschi della chiesa di Santa
Lucia in Cremona, il frammento della pinacoteca di
Brescia proveniente da Santa Giulia bastano a dimo-
strare come una cert’aria di famiglia spirasse intorno
alle pitture di Lombardia, come a quelle di Verona
e nelle lunette dei monumenti Thiene a Vicenza. Ciò
che gli AA. notano, nella composizione del quadro
Noseda, come un’ eco de’ primitivi 'motivi veronesi,
potrebbe dirsi reminiscenze dell’arte signorile svoltasi
nella prima metà del Quattrocento nell’Italia setten-
trionale. Del resto, per il colore, come ammettono
gli AA., « il quadretto del Foppa ha ben poco di
 
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