SCULTORI E SCULTURE ABRUZZESI
DEL SECOLO XV
L mio amico Dott. Giacomo di Nicola, nel suo prezioso arti-
colo su Silvestro dell'Aquila, due Madonne policrome, l’una
in terracotta nel patrio Collemaggio, l’altra in legno nella
chiesa di Mater Domini a Chieti, non esita ad attribuire a
quell’ insigne maestro. 1
« Contro l’assegnazione di quella di Collemaggio starebbe »,
come suonano le precise parole di quello studio, « il rac-
conto dell’Aquilano Ciurci, secondo il quale la Vergine
fu eseguita il 1507 « con la spesa di 150 scudi per mano
di famoso artefice forestiero che non senza divina dispo-
sizione si ritrovò nella città ». 2
E chiaro che, se esatta la notizia (notasi che il Ciurci è
del Seicento), quel « famoso artefice forestiero » e l’anno
escludono assolutamente Silvestro che aveva riempito
l’Aquila delle sue opere e del suo valore.
Eppure la Madonna di Collemaggio è singolarmente
affine all’altra di Chieti ed ambedue somigliano a quelle di san Berardino e di Ancarano.
La Vergine di Chieti, raro esempio, per finezza e conservazione, di policromia quat-
trocentesca, è la più religiosa delle quattro : le sue mani si avvicinano per la preghiera
senza toccarsi, il suo capo e il suo busto sono eretti, il suo labbro non muove il primo
accento del sorriso. Essa adora il nato che aveva in grembo come potrebbe adorarlo in un
presepio. 3
Ma le altre, se sono un poco più materne, non hanno forme dissimili: sopratutto ca-
ratteristico è il taglio del collo, turgido, slargato nell’attaccatura ».
Sì, è vero, lo spirito, l’arte è la stessa ; quell’arte austera e alquanto pesante, che anche
nel sorrìso della grazia non dimentica la dignità matronale. Solamente al nome di Silvestro
dell’Aquila noi dobbiamo sostituire quello di Giovan Francesco Gagliardelli, pittore e scul-
tore abruzzese del secolo xvi, il vero autore, secondo un contratto pubblicato dal Dr. Carlo
Grigioni, 4 della deliziosa imagine lignea della Vergine, esposta nella Mostra d’arte abruz-
zese e appartenente alla chiesa di Santa Maria Mater Domini, ma prima venerata nel con-
vento di Sant’Andrea di Chieti ; del Gagliardelli de Civitatis Sancii Angeli et habitator
1 In L’Arte, anno XI, fase. I, 1908. vato a Chieti.
2 Leosini, Mon. stor. artist. della città di Aquila, 4 In Rassegna bibliografica dell'Arte Italiana, anno
1848, pag. 230. Vili, n. 2, pag. 12, 1905, Ascoli Piceno.
3 II Bambino dicono che sia ancora presso un pri-
DEL SECOLO XV
L mio amico Dott. Giacomo di Nicola, nel suo prezioso arti-
colo su Silvestro dell'Aquila, due Madonne policrome, l’una
in terracotta nel patrio Collemaggio, l’altra in legno nella
chiesa di Mater Domini a Chieti, non esita ad attribuire a
quell’ insigne maestro. 1
« Contro l’assegnazione di quella di Collemaggio starebbe »,
come suonano le precise parole di quello studio, « il rac-
conto dell’Aquilano Ciurci, secondo il quale la Vergine
fu eseguita il 1507 « con la spesa di 150 scudi per mano
di famoso artefice forestiero che non senza divina dispo-
sizione si ritrovò nella città ». 2
E chiaro che, se esatta la notizia (notasi che il Ciurci è
del Seicento), quel « famoso artefice forestiero » e l’anno
escludono assolutamente Silvestro che aveva riempito
l’Aquila delle sue opere e del suo valore.
Eppure la Madonna di Collemaggio è singolarmente
affine all’altra di Chieti ed ambedue somigliano a quelle di san Berardino e di Ancarano.
La Vergine di Chieti, raro esempio, per finezza e conservazione, di policromia quat-
trocentesca, è la più religiosa delle quattro : le sue mani si avvicinano per la preghiera
senza toccarsi, il suo capo e il suo busto sono eretti, il suo labbro non muove il primo
accento del sorriso. Essa adora il nato che aveva in grembo come potrebbe adorarlo in un
presepio. 3
Ma le altre, se sono un poco più materne, non hanno forme dissimili: sopratutto ca-
ratteristico è il taglio del collo, turgido, slargato nell’attaccatura ».
Sì, è vero, lo spirito, l’arte è la stessa ; quell’arte austera e alquanto pesante, che anche
nel sorrìso della grazia non dimentica la dignità matronale. Solamente al nome di Silvestro
dell’Aquila noi dobbiamo sostituire quello di Giovan Francesco Gagliardelli, pittore e scul-
tore abruzzese del secolo xvi, il vero autore, secondo un contratto pubblicato dal Dr. Carlo
Grigioni, 4 della deliziosa imagine lignea della Vergine, esposta nella Mostra d’arte abruz-
zese e appartenente alla chiesa di Santa Maria Mater Domini, ma prima venerata nel con-
vento di Sant’Andrea di Chieti ; del Gagliardelli de Civitatis Sancii Angeli et habitator
1 In L’Arte, anno XI, fase. I, 1908. vato a Chieti.
2 Leosini, Mon. stor. artist. della città di Aquila, 4 In Rassegna bibliografica dell'Arte Italiana, anno
1848, pag. 230. Vili, n. 2, pag. 12, 1905, Ascoli Piceno.
3 II Bambino dicono che sia ancora presso un pri-