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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 43.1915

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Costa, Giovanni: Ancora sulla laudatio Turiae
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https://doi.org/10.11588/diglit.14885#0007

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ANCORA SULLA LAUDATIO TURIAE

(Tav. I)

Quando il marito della donna lodata nell’ iscrizione conser-
vata in C. I. L. VI, 1527, dichiarava (II, 59-60): resistavi
fo\_rl~\unae, quae mihi non omnia erip[uit, cum laudi^bus cre-
scere lui memoriam [jiasjsa est, non imaginava certamente
quanto poco benigna alla memoria di sua moglie sarebbe stata
quella sorte ai cui colpi egli si proponeva di resistere per il
resto della vita. Essa ha finora negato ai posteri la certezza che
delle lodi, ampiamente tramandate, fosse l’oggetto una donna
piuttosto che un’altra; e, per suprema irrisione, del rigo, in cui
certamente doveva trovarsi il nome, ha sol concesso giungessero
a noi le lettere della parola che più facilmente potevamo resti-
tuire: u]xoris.
Da lungo tempo difatti (l) la critica si è industriata a strap-
pare il velo che copre l'identità delle persone che sono i pro-
tagonisti della famosa laudatio rimastaci in larghi ed impor-
tanti frammenti; ed è prevalsa notevolmente l’opinione Della
Torre-Mommsen, dopo che questi, con una magistrale monografia,
nel 1863, credè di poter non solo commentare il contenuto giu-
ridico del documento, ma aderire alla proposta di identità fatta
dal suo predecessore italiano (2). E quest’opinione che consacrava
alla posterità i nomi di Q. Lucrezio Vispillone e di sua moglie
Turia, rimase, come direbbe un giurista, « pacifica », finché la
I1) Vedasi il cenno degli studi fatti anteriormente al Moinmsen, nella
sua monografia, citata nella nota seguente, pp. 395-397.
(“) Ora in Gesammelte Schriften I, 1, pp. 395 segg.
 
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