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Gonzaga si accenna essere Àndrea già allora ai servigi di questo signore; sia infine percìiè
Francesco Mantegnaricordandoall5 diseltembredel 1500 la servilùcle’cinquanta anni deunianto tiomo
(ai Gonzaga) lia dato prova che suo padrc cra vcnuto in Manlova fìno dail’anoo 1450. Del resto
poco o nulla fruttarono le molte noslre ricerche pcr avere notizie di questo piltore da Pavia che
prima del Mantegna avcva operato in Mantova, ondc appare nomc nuovo fra gli artefici
Italiani, e ad addurne una prova ci basta di riferire quanto al 19 agosto dcl 1845 scrisse

il chiarissimo Sig. Ignazio Gantù. » La prego di leggerc quà enlro per vedere come

, siano riuscite vane le ricerche falle sui pillori da Pavia non solo da me, ma anche dal
, professore Carpanelli scrittore dotlissimo di cose Pavesi,» il qualea lui scriveva cosi:» Yolea
* pur poterle dire alcuna cosa intorno a que’piltori ch’Ella mi nominava, ma appresso diverse
» indagini e mie e de’miei amici convien confessare che ci troviamo nel medesimo hujo che in-
» nanzi. Insomma non ne sappiamo nulla. I noslri maggiori furono i più grandi poltroni del
, mondo, riguardo a lettere perchè noi non ahhiamo una cronaca che ricordi i lcmpi antichi e nes-

» suna memoria o scarsissima delle cose e dcgli uomini. Ànche da noi si è deslalo ora i! desi-

» derio di conoscere gli artisli nobili del paesc che sappiamo esservene slali diversi ed ccccl-
» lenti, siccome è un Sacco, un Colombano,un Fasola, ma siamo alla disperaziono quando vogliam
» entrare nc’ particolari ecc. » Dalla scuola fondata da Michele Pavese altri pure dclla stessa
famiglia dovcltero essere derivati che esercitarono pittura in Mantova, trovandosi ricordalo
in appresso un Àntonio pittore (di cui verrà fatto a parlare in seguito), nipote a Michcle, dei
quali duc arlefici poi non si trova falta incnzione nè dagli storici nè dai biografi (1). Le pitture,
che crediamo essere state dall’ Arrivabene con fondamcnto attribuite a Michele Pavese, erano stale
eseguite in tre diversi scompartimenti sopra i muri dell’anlica sala che un tempo servì di offi-
cio ai consoli dei mercadanti di Mantova, le quaìi pitture pcr opcra del henemerilo architetto
Paolo Pozzo tagliatc insieme col muro si trasportarono al 1788 nella casa ora nominata della
camera di commcrcio, dove oggidi pur si veggono sebbcne brullamente rilocche con colori di olio.
Noi riguardando a questi dipinti troviamo ben chiaro apparirnc una maniera diversa da quella
usala da Andrea Mantegna, c molto similc all’altra che Giovanni Deliiai adoperava in Venczia; dal
chc poi nasce duhbio cho questo Michele da Pavia possa esscre stato lo stesso Michelino che dal-
l’Orlandi e dal Lanzi fu ascrilto a scuola Milancse, ed il quale vissuto al secolo decimoquinto fu
ricordato dal Lomazzo come uno de’migliori dcl suo tcmpo, chc dipinse qli animali stupendissi-
mamente, e le figure umane bene esprcsse. Qucsto Michelino ccrtamente ebbc pratiche in Ye-
nezia dove forse anco visse ed operò trovandosi nellc notizie di autare anonimo del secolo XVI
di opere di disegno pubblicate dal Morclli (2) ricordato che in casa dè M. Gabriel Vendramin da
Venetia trovavansi al 1550 alcuni lavori stati coloriti già de mano de Michelino Milancse. Perlocchè
essendo qucsti uno degli artcfici mollo reputato a que'lempi, e salito a gran fama ct singularc

{t) — Di un Antonio da Pavia, che si cognominò dei Ferrari e clie al principiare delsecoloXV visseinCremona,siha
memoria da questa iscrizione che manoscritta si legge in uno dei codici esistenli nella libreria che fu di Seba-
stiano Picenardi:

MCCCCXYIIII DIE XXV OCTOBRIS
IIANC CAPELLAM CONSTRVI ET DIPINZI FECIT
SUIS EXPENSIS AGIIINORIUS DE AQUALUNGO VICINLE SANCTI
LUCHA3 CIVIS ET MERCATOR CREMON^E
NATUS QUONDAM DOMINI RARTOLOMEI AD IIONOREM
ET SUB YOCABULO S. JOANNIS BAPTISTj;

ANTONIUS DE FERRARIS DE PAPIA
CIVIS CREMONENSIS PINXIT.

Ma se questo Antonio potesse essere stato parente all’altro Antonio da Pavia che dippoi dipinse qui in Mantova, a
noi mancano Ie prove e gli indizii per affermarlo.

(2) — Bassano. 1800.
 
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