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LIONELLO VE NTUR L
del Morelli,1 esso è ritenuto oggi di Battista.2 So bene che la distinzione spesso è difficile e
alle volte impossibile; ma qui mi sembra che l’opera stessa non presenti difficoltà di sorta.
Battista non è mai stato un creatore che abbia dato un carattere personale originalissimo a
scene e personaggi, non ha mai, per esempio, trasformato i santi in personaggi romantici,
non ha ottenuto mai una fusione completa di persone e di paese, anche quando questo ha
compreso materialmente il maggiore spazio del quadro. Per far ciò Battista non aveva nè
l’educazione, venutagli dalla scuola romana,3 nè l’attitudine, più di esecutore diligente che
di creatore fantastico. E tutti questi caratteri notati come mancanti a Battista sono invece
tipici per Dosso, sia per la sua propria fantasia, sia per l’educazione veneziana.
La scena che si doveva rappresentare era di Diana che scaccia Callisto. Invece noi vediamo
Fig. 3 — Dosso Dossi: San Guglielmo (?). Hampton Court, Galleria
un bosco lussureggiante, lungo la riva di un fiume; una donna quasi ignuda, distesa, dormiente.
Diana si ritira da un lato; non guarda crucciata,
oltre che nelle spogliazioni dal castello di Ferrara
(Cfr. A. Venturi, La Gallerìa Estense, pag. 117-123),
si trova nell’eredità che, per mezzo degli Aldobran-
dini, i Borghesi tecero delle ricchezze di Lucrezia
d’Este duchessa d’Urbino. Cfr. nell’Archivio di Casa
Borghese l’Inventario delle robbe di Lucrezia d’Este,
iniziato il 12 settembre T592. A c. 9 è l’elenco dei
quadri.
1 G. Morelli, Della Pittura Italiana, Milano, 1897,
anzi si volge sorridente e indica verso il cielo:
pag. 214.
2 A. Venturi, Il Museo, ecc., cit. pag. 154 ; Der
Cicerone, 9a ed., 1904, Register, pag 105. Il Berenson
pensa a una collaborazione dei fratelli, nella quale la
parte maggiore dovrebbe tuttavia spettare a Battista
(North Italian Painlers of thè Renaissance, 1907, pa -
gine 210).
3 A. Venturi, La Gallerìa Crespi in Milano, Mi-
lano, MDCCCC, pag. 31.
LIONELLO VE NTUR L
del Morelli,1 esso è ritenuto oggi di Battista.2 So bene che la distinzione spesso è difficile e
alle volte impossibile; ma qui mi sembra che l’opera stessa non presenti difficoltà di sorta.
Battista non è mai stato un creatore che abbia dato un carattere personale originalissimo a
scene e personaggi, non ha mai, per esempio, trasformato i santi in personaggi romantici,
non ha ottenuto mai una fusione completa di persone e di paese, anche quando questo ha
compreso materialmente il maggiore spazio del quadro. Per far ciò Battista non aveva nè
l’educazione, venutagli dalla scuola romana,3 nè l’attitudine, più di esecutore diligente che
di creatore fantastico. E tutti questi caratteri notati come mancanti a Battista sono invece
tipici per Dosso, sia per la sua propria fantasia, sia per l’educazione veneziana.
La scena che si doveva rappresentare era di Diana che scaccia Callisto. Invece noi vediamo
Fig. 3 — Dosso Dossi: San Guglielmo (?). Hampton Court, Galleria
un bosco lussureggiante, lungo la riva di un fiume; una donna quasi ignuda, distesa, dormiente.
Diana si ritira da un lato; non guarda crucciata,
oltre che nelle spogliazioni dal castello di Ferrara
(Cfr. A. Venturi, La Gallerìa Estense, pag. 117-123),
si trova nell’eredità che, per mezzo degli Aldobran-
dini, i Borghesi tecero delle ricchezze di Lucrezia
d’Este duchessa d’Urbino. Cfr. nell’Archivio di Casa
Borghese l’Inventario delle robbe di Lucrezia d’Este,
iniziato il 12 settembre T592. A c. 9 è l’elenco dei
quadri.
1 G. Morelli, Della Pittura Italiana, Milano, 1897,
anzi si volge sorridente e indica verso il cielo:
pag. 214.
2 A. Venturi, Il Museo, ecc., cit. pag. 154 ; Der
Cicerone, 9a ed., 1904, Register, pag 105. Il Berenson
pensa a una collaborazione dei fratelli, nella quale la
parte maggiore dovrebbe tuttavia spettare a Battista
(North Italian Painlers of thè Renaissance, 1907, pa -
gine 210).
3 A. Venturi, La Gallerìa Crespi in Milano, Mi-
lano, MDCCCC, pag. 31.