NOTE SULLA GALLERIA BORGHESE
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Fig. 4 — Copia da Dosso: Carlo il Temerario. Dijon, Museo
accordo tra questo e le figure ottenuto. Nessuno scintillìo esagerato, nessuna di quelle parti
prive d’interesse (i così detti buchi dei Francesi), nessuna di quelle freddezze di mestierante
praticone, che tanto spesso si riscontrano nelle opere di Battista.
Sopra un altro quadro (n. 181) di lui vorrei fermarmi non per discuterne l’autenticità, 1
nè la rappresentazione già con probabilità indicata come di Astolfo con la testa del gigante
Orrile (fig. 2).2 Vorrei invece studiare il tipo cui si è ispirato Dosso per creare uno spirito
tanto nobile, con tanta potenza di vita, degno di dominio e di vittoria.
1 A. Venturi, Galleria Crespi, cit., pag. 138; crede galleria di Stuttgart, n. 454.
che questo quadro sia una copia dell'esemplare della 2 Cfr. J. von Schlosser, Jupìter und die Tngend,
il Marnili (pag. 104) interpretava il quadro come A^enere che dorme con due ninfe ai piedi. E
psicologicamente l’interpretazione è giusta. Invece di essere la misera, la discacciata, Callisto
è la Dea che regna per la bellezza sulle cose. La scena dell’ira divina o della curiosità boc-
caccesca è trasformata in un’esposizione della bellezza umana e naturale. Così immaginava
l’Ariosto; a tanto poteva giungere Dosso. Simile per la composizione del paese, e per la
forma del nudo è la Circe della coll. Benson di Londra, che niuno dubita di attribuire a lui.
E l’esecuzione corrisponde appieno con la fantastica concezione : le figure sono molto
rilevate, forte la compattezza delle carni, piena di risonanze profonde la luminosità del paese,
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Fig. 4 — Copia da Dosso: Carlo il Temerario. Dijon, Museo
accordo tra questo e le figure ottenuto. Nessuno scintillìo esagerato, nessuna di quelle parti
prive d’interesse (i così detti buchi dei Francesi), nessuna di quelle freddezze di mestierante
praticone, che tanto spesso si riscontrano nelle opere di Battista.
Sopra un altro quadro (n. 181) di lui vorrei fermarmi non per discuterne l’autenticità, 1
nè la rappresentazione già con probabilità indicata come di Astolfo con la testa del gigante
Orrile (fig. 2).2 Vorrei invece studiare il tipo cui si è ispirato Dosso per creare uno spirito
tanto nobile, con tanta potenza di vita, degno di dominio e di vittoria.
1 A. Venturi, Galleria Crespi, cit., pag. 138; crede galleria di Stuttgart, n. 454.
che questo quadro sia una copia dell'esemplare della 2 Cfr. J. von Schlosser, Jupìter und die Tngend,
il Marnili (pag. 104) interpretava il quadro come A^enere che dorme con due ninfe ai piedi. E
psicologicamente l’interpretazione è giusta. Invece di essere la misera, la discacciata, Callisto
è la Dea che regna per la bellezza sulle cose. La scena dell’ira divina o della curiosità boc-
caccesca è trasformata in un’esposizione della bellezza umana e naturale. Così immaginava
l’Ariosto; a tanto poteva giungere Dosso. Simile per la composizione del paese, e per la
forma del nudo è la Circe della coll. Benson di Londra, che niuno dubita di attribuire a lui.
E l’esecuzione corrisponde appieno con la fantastica concezione : le figure sono molto
rilevate, forte la compattezza delle carni, piena di risonanze profonde la luminosità del paese,