NOTE SUL BERGOGNONE
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restringon insieme le dita intorno al medio emergente, così da formar nell’ insieme quasi
una losanga ; nel drappeggio, che ha negli angeli subiti rialzi di pieghe forcute sulle stoffe
lisce, e nella bianca tunica di san Bernardo, quasi rabbiosamente cincischiata, diviene un
enorme frastaglio di pieghe, e infine nella struttura de’ crani, alti e salienti dalla fronte
all’occipite, riconosciamo altrettanti contrassegni dell’arte del Bramantino, al quale attri-
buiamo perciò tutti quei freschi senza esitazione.
E della stessa mano che ha eseguito le parti figurate è anche l’ornamentazione che le
collega, compreso il delizioso e bizzarro fregio inferiore, a piccoli medaglioni con calve o
incappucciate teste di certosini, inframezzati da schiere di genietti d’ambo i sessi intenti a
occupazioni svariatissime ; e suoi sono i tondetti con santi nella volta del braccio sinistro
Bramantino: Ecce Homo. Pavia, Chiesa della Certosa
del transetto, in cui d’altra parte sarebbe impossibile veder traccia della maniera del Bor-
gognone. E nulla di quest’ultimo, e tutto invece il Suardi riconosciamo nella lunetta del-
l’Ecce Homo, che, in quello stesso braccio di navata, sovrasta la porticina che dà accesso
alle cappelle, e raffigura, avvolto in una tunica rosea, il busto del Redentore, coronate! di
un serto di spine che si piega artificiosamente ad arco su la fronte e su le chiome rossicce,
col volto e il capo allungati e gli zig'omi prominenti, col naso largo e appiattito e le soprac-
ciglia aggrottate nel dolore così da formare come una gran rimborsatura di pelle su le pal-
pebre : figura delineata e rilevata con segno secco e risoluto, più amante di definizioni
anatomiche che mai non sia quello del Bergognone. Il quale ha invece indubbiamente di-
pinto la piccola Madonna che fa riscontro al Cristo nel braccio destro, e quattro mezze
figurette di santi che sovrastan le porticine delle cappelle: timide cose, che son forse le
prime da lui tentate a buon fresco.
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restringon insieme le dita intorno al medio emergente, così da formar nell’ insieme quasi
una losanga ; nel drappeggio, che ha negli angeli subiti rialzi di pieghe forcute sulle stoffe
lisce, e nella bianca tunica di san Bernardo, quasi rabbiosamente cincischiata, diviene un
enorme frastaglio di pieghe, e infine nella struttura de’ crani, alti e salienti dalla fronte
all’occipite, riconosciamo altrettanti contrassegni dell’arte del Bramantino, al quale attri-
buiamo perciò tutti quei freschi senza esitazione.
E della stessa mano che ha eseguito le parti figurate è anche l’ornamentazione che le
collega, compreso il delizioso e bizzarro fregio inferiore, a piccoli medaglioni con calve o
incappucciate teste di certosini, inframezzati da schiere di genietti d’ambo i sessi intenti a
occupazioni svariatissime ; e suoi sono i tondetti con santi nella volta del braccio sinistro
Bramantino: Ecce Homo. Pavia, Chiesa della Certosa
del transetto, in cui d’altra parte sarebbe impossibile veder traccia della maniera del Bor-
gognone. E nulla di quest’ultimo, e tutto invece il Suardi riconosciamo nella lunetta del-
l’Ecce Homo, che, in quello stesso braccio di navata, sovrasta la porticina che dà accesso
alle cappelle, e raffigura, avvolto in una tunica rosea, il busto del Redentore, coronate! di
un serto di spine che si piega artificiosamente ad arco su la fronte e su le chiome rossicce,
col volto e il capo allungati e gli zig'omi prominenti, col naso largo e appiattito e le soprac-
ciglia aggrottate nel dolore così da formare come una gran rimborsatura di pelle su le pal-
pebre : figura delineata e rilevata con segno secco e risoluto, più amante di definizioni
anatomiche che mai non sia quello del Bergognone. Il quale ha invece indubbiamente di-
pinto la piccola Madonna che fa riscontro al Cristo nel braccio destro, e quattro mezze
figurette di santi che sovrastan le porticine delle cappelle: timide cose, che son forse le
prime da lui tentate a buon fresco.