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CORRIERI
Nel 1835 o 36 un pittore incosciente, ad istanza
del rettore di allora, dette una buona ingessata alla
bella scultura, facendo scomparire tutte le finezze del
modellato, indorò i panneggiamenti e dipinse le carni
con una tinta rosea. L’opera d’arte, così, scomparve;
onde quel masso imbrattato sfuggiva alla vista degli
intelligenti. Oggi la statua è stata pulita e rimessa in
vista nelle sue forme vere e nella sua prisca bellezza.
La Vergine è seduta su una sedia molto bassa,
adorna di fogliame di acanto - una foggia di faldi-
storio. Regge col braccio destro il Putto nudo bene-
dicente, diritto sulla coscia, e piega il braccio sinistro
Sportello di nicchia. Scanno, Chiesa Madre
(Fotografia Piccirilli)
sul seno. Dalla testa le scende un ampio manto, che,
volgendo sulle ginocchia, cade fino ai piedi. Il volto,
dai lineamenti puri, è soave e pieno di grazia. Il
Putto, un po’ stretto nel torace, ha pregi plastici in-
discutibili.
La statua è alta m. 1,10, e consta di quattro di-
stinti pezzi ; si può, quindi, scomporre e ricomporre.
Produzioni di questo ramo d’arte a Sulmona man-
cano affatto; la Vergine della Tomba, perciò, è un
esemplare unico.
Io non credo che possa pensarsi a plasmatori lo-
cali, di cui non si hanno notizie; bisogna pensare,
invece, ad un’opera importata, eseguita da un artista
di scuola toscana della seconda metà del xvi secolo,
tanto più che il Faraglia dà il nome di un tal Usano
Bianco calabrese, che l’avrebbe donata o venduta
alla Confraternita. 1
* *. *
Scanno sorge su un’altura, tra due monti boscosi
dell’Appennino abruzzese, a 1050 m. sul livello del
mare. Vi si giunge, da Anversa, percorrendo una strada
che serpeggia fra rocce aspre e squallide, spesso in-
tersecata dal Sagittario, che corre rumoroso nella valle
fra massi enormi precipitati dalla montagna.
Scanno si distingue dagli altri paesi d’Abruzzo pel
suo lago - di un circuito di m. 4000 circa 2 - poco
distante dal caseggiato, e pel singolare abbigliamento
delle sue donne, il cui tipo etnico è eminentemente
orientale, forse greco.
La chiesa parrocchiale ha un fronte con un portàle
ad archi concentrici semicircolari, sormontato da un
rosone a raggi. Vi è la data: 1632.
L’interno del tempio è barocco. La sagristia è ricca
di paramenti e di argenti medievali e moderni. Vi si
conservano pure due sportelli di nicchia con quattro
santi dipinti a tempera, opere pregevoli della fine
del '400, di un artista di scuola umbra, della maniera
di Giovanni di Pietro, detto lo Spagna.
Ogni sportello è formato di una coppia di tavolette
giranti su cerniere di ferro, e misurano m. 1,50 di
altezza e m. 0,48 di larghezza. I quattro santi raffigu-
rano : S. PETRVS APOSTL, S. IOVÀNI BATISTA,
S. IOVANI EVANGELISTA, S. PAVLVS APOST.
Il disegno è correttissimo; le carni - contornate di
nero - sono modellate con maestria, il colore è ar-
monioso. A capo e a piedi delle tavolette corrono
due strisce di rosso cupo, su le quali campeggiano
delicatissimi fregi di una tinta argentea. Nella fodera
gialla del manto di San Pietro è scritto, in carattere
corsivo minutissimo: P... che d'ogni grazia.... addì
150J. Può essere un ricordo di qualche devoto ; ed è
ricordo importante per la data che vi è segnata.
Onesti sportelli provengono da una chiesuola cam-
pestre dedicata a Sant’Angelo, demolita, perchè mi-
nacciava rovina.
* * *
San Pietro Avellana è un paesello di circa 3000
abitanti, in provincia di Isernia, situato a m. 968 sul
mare, a destra del fiume Sangro.
Nel 995 San Domenico di Sora, a preghiera di
Oderisio conte Borrello, signore del territorio, vi fondò
un monastero. 3 Un monaco Pietro ne fu il primo
1 La chiesa dì Santa Maria della Tomba. Sulmona, Angeletti,
1908.
2 Tanturri. Il Regno delle due Sicilie descritto e illustrato,
Napoli, Pansini, 1853.
3 A. Lubin. Abbatiarum Italiae brevis notitiae. Romae,
MDCXCIII.
CORRIERI
Nel 1835 o 36 un pittore incosciente, ad istanza
del rettore di allora, dette una buona ingessata alla
bella scultura, facendo scomparire tutte le finezze del
modellato, indorò i panneggiamenti e dipinse le carni
con una tinta rosea. L’opera d’arte, così, scomparve;
onde quel masso imbrattato sfuggiva alla vista degli
intelligenti. Oggi la statua è stata pulita e rimessa in
vista nelle sue forme vere e nella sua prisca bellezza.
La Vergine è seduta su una sedia molto bassa,
adorna di fogliame di acanto - una foggia di faldi-
storio. Regge col braccio destro il Putto nudo bene-
dicente, diritto sulla coscia, e piega il braccio sinistro
Sportello di nicchia. Scanno, Chiesa Madre
(Fotografia Piccirilli)
sul seno. Dalla testa le scende un ampio manto, che,
volgendo sulle ginocchia, cade fino ai piedi. Il volto,
dai lineamenti puri, è soave e pieno di grazia. Il
Putto, un po’ stretto nel torace, ha pregi plastici in-
discutibili.
La statua è alta m. 1,10, e consta di quattro di-
stinti pezzi ; si può, quindi, scomporre e ricomporre.
Produzioni di questo ramo d’arte a Sulmona man-
cano affatto; la Vergine della Tomba, perciò, è un
esemplare unico.
Io non credo che possa pensarsi a plasmatori lo-
cali, di cui non si hanno notizie; bisogna pensare,
invece, ad un’opera importata, eseguita da un artista
di scuola toscana della seconda metà del xvi secolo,
tanto più che il Faraglia dà il nome di un tal Usano
Bianco calabrese, che l’avrebbe donata o venduta
alla Confraternita. 1
* *. *
Scanno sorge su un’altura, tra due monti boscosi
dell’Appennino abruzzese, a 1050 m. sul livello del
mare. Vi si giunge, da Anversa, percorrendo una strada
che serpeggia fra rocce aspre e squallide, spesso in-
tersecata dal Sagittario, che corre rumoroso nella valle
fra massi enormi precipitati dalla montagna.
Scanno si distingue dagli altri paesi d’Abruzzo pel
suo lago - di un circuito di m. 4000 circa 2 - poco
distante dal caseggiato, e pel singolare abbigliamento
delle sue donne, il cui tipo etnico è eminentemente
orientale, forse greco.
La chiesa parrocchiale ha un fronte con un portàle
ad archi concentrici semicircolari, sormontato da un
rosone a raggi. Vi è la data: 1632.
L’interno del tempio è barocco. La sagristia è ricca
di paramenti e di argenti medievali e moderni. Vi si
conservano pure due sportelli di nicchia con quattro
santi dipinti a tempera, opere pregevoli della fine
del '400, di un artista di scuola umbra, della maniera
di Giovanni di Pietro, detto lo Spagna.
Ogni sportello è formato di una coppia di tavolette
giranti su cerniere di ferro, e misurano m. 1,50 di
altezza e m. 0,48 di larghezza. I quattro santi raffigu-
rano : S. PETRVS APOSTL, S. IOVÀNI BATISTA,
S. IOVANI EVANGELISTA, S. PAVLVS APOST.
Il disegno è correttissimo; le carni - contornate di
nero - sono modellate con maestria, il colore è ar-
monioso. A capo e a piedi delle tavolette corrono
due strisce di rosso cupo, su le quali campeggiano
delicatissimi fregi di una tinta argentea. Nella fodera
gialla del manto di San Pietro è scritto, in carattere
corsivo minutissimo: P... che d'ogni grazia.... addì
150J. Può essere un ricordo di qualche devoto ; ed è
ricordo importante per la data che vi è segnata.
Onesti sportelli provengono da una chiesuola cam-
pestre dedicata a Sant’Angelo, demolita, perchè mi-
nacciava rovina.
* * *
San Pietro Avellana è un paesello di circa 3000
abitanti, in provincia di Isernia, situato a m. 968 sul
mare, a destra del fiume Sangro.
Nel 995 San Domenico di Sora, a preghiera di
Oderisio conte Borrello, signore del territorio, vi fondò
un monastero. 3 Un monaco Pietro ne fu il primo
1 La chiesa dì Santa Maria della Tomba. Sulmona, Angeletti,
1908.
2 Tanturri. Il Regno delle due Sicilie descritto e illustrato,
Napoli, Pansini, 1853.
3 A. Lubin. Abbatiarum Italiae brevis notitiae. Romae,
MDCXCIII.