DI ALCUNE OPERE' D'ARTE NEL COMUNE DI RAPALLO
il quale dovrebbe reagire un clero illuminato), una imagine di devozione posticcia è posta
davanti l’opera dell’ insigne maestro a coprirne con poco rispetto la parte inferiore.
Nonostante tutto ciò traluce ancora il valore dell’artista in modo da rievocare i pregi
della sua tavolozza. Impressionante è la figura del Signore crocifisso, dal torso mirabilmente
dipinto, sui fianchi il panno di un bianco lucente, eccessivo per verità nella sua sovrabbon-
dante massa, che qualifica spiccatamente il seicentista ; il San Francesco dev’essere stato
una figura bene accentuata nella sua estasi dolorosa; forte pure il San Bernardo; ma sopra
ogni cosa commendevole la
figura del devoto, ch’è pure
la meno sciupata. O non emer-
gono in essa le qualità del
ritrattista per eccellenza, vivo,
efficace, nobile, pittore nel
senso più vero della parola,
abilissimo nel rendere le gra-
dazioni delle tinte della carna-
gione, con quella sua arte di
fare risaltare la trasparente
lucentezza sulla superficie del-
l’epidermide, in mezzo ai toni
cupi dei fondi e dei panneg-
giamenti che la circondano?
Il modo con cui è rappre-
sentato il devoto nel parer
nostro non giustifica 1’ opi-
nione invalsa, eh’ egli fosse
un ecclesiastico e che avesse
funzionato da Curato in San
Michele, accolta dal Menotti
stesso ; e in realtà non lo ac-
cenna nè il testamento, nè la
lapide mortuaria sul pavi-
mento della chiesa, colla se-
guente scritta, che stabilisce
la data della sua morte : S.
(sepulcrum) Francisci Ore-
rii et Ricredimi, Obiit anno
Dni 1644, die 24 lulii.
Tornando alla figura di Fig.
N. S. in croce, nasce spon-
taneo il pensiero di porlo a
confronto con altra simile, di minori dimensioni, meglio conservata fortunatamente che viene
mostrata nel palazzo reale in Genova. Il Van Dyck, come si sa, ebbe a trattare più volte
il soggetto, ma in nessuno crediamo si accosti tanto a quello di San Michele, quanto in
quello che si porge qui riprodotto nella fig. 2a, dove si avvertirà una differenza sensibile
unicamente nell’atteggiamento della testa del Signore.1
2 — Antonio Van Dyck: Gesù Crocefìsso. Genova, Palazzo Reale
(Fotografia Brogi)
1 Si sarebbe tentati di pensare fosse da identificare
con quella rammentata dal Bellori, dipinta pel cardi-
nale Bentivoglio : « un Crocifisso sopra una tela di
quattro palmi con la testa elevata e spirante »,
il quale dovrebbe reagire un clero illuminato), una imagine di devozione posticcia è posta
davanti l’opera dell’ insigne maestro a coprirne con poco rispetto la parte inferiore.
Nonostante tutto ciò traluce ancora il valore dell’artista in modo da rievocare i pregi
della sua tavolozza. Impressionante è la figura del Signore crocifisso, dal torso mirabilmente
dipinto, sui fianchi il panno di un bianco lucente, eccessivo per verità nella sua sovrabbon-
dante massa, che qualifica spiccatamente il seicentista ; il San Francesco dev’essere stato
una figura bene accentuata nella sua estasi dolorosa; forte pure il San Bernardo; ma sopra
ogni cosa commendevole la
figura del devoto, ch’è pure
la meno sciupata. O non emer-
gono in essa le qualità del
ritrattista per eccellenza, vivo,
efficace, nobile, pittore nel
senso più vero della parola,
abilissimo nel rendere le gra-
dazioni delle tinte della carna-
gione, con quella sua arte di
fare risaltare la trasparente
lucentezza sulla superficie del-
l’epidermide, in mezzo ai toni
cupi dei fondi e dei panneg-
giamenti che la circondano?
Il modo con cui è rappre-
sentato il devoto nel parer
nostro non giustifica 1’ opi-
nione invalsa, eh’ egli fosse
un ecclesiastico e che avesse
funzionato da Curato in San
Michele, accolta dal Menotti
stesso ; e in realtà non lo ac-
cenna nè il testamento, nè la
lapide mortuaria sul pavi-
mento della chiesa, colla se-
guente scritta, che stabilisce
la data della sua morte : S.
(sepulcrum) Francisci Ore-
rii et Ricredimi, Obiit anno
Dni 1644, die 24 lulii.
Tornando alla figura di Fig.
N. S. in croce, nasce spon-
taneo il pensiero di porlo a
confronto con altra simile, di minori dimensioni, meglio conservata fortunatamente che viene
mostrata nel palazzo reale in Genova. Il Van Dyck, come si sa, ebbe a trattare più volte
il soggetto, ma in nessuno crediamo si accosti tanto a quello di San Michele, quanto in
quello che si porge qui riprodotto nella fig. 2a, dove si avvertirà una differenza sensibile
unicamente nell’atteggiamento della testa del Signore.1
2 — Antonio Van Dyck: Gesù Crocefìsso. Genova, Palazzo Reale
(Fotografia Brogi)
1 Si sarebbe tentati di pensare fosse da identificare
con quella rammentata dal Bellori, dipinta pel cardi-
nale Bentivoglio : « un Crocifisso sopra una tela di
quattro palmi con la testa elevata e spirante »,