DOMENICO PELLEGRINI, RITRATTISTA VENEZIANO
(i 759- i 840)
OLTI avranno certo ammirato nelle Gallerie di Venezia, e pre-
cisamente in una delle salette dei pittori stranieri, rimpetto
alla Crocifissione del Van Dyck, un ritratto del celebre incisore
Francesco Bartolozzi che portava il nome del pittore inglese
Giorgio Romney, secondo il catologo del Paoletti,1 mentre
precedentemente era attribuito a Joshua Reynolds, secondo il
catalogo del Conti.2 I vecchi inventari davano tradizional-
mente il dipinto a Domenico Pellegrini ; ma il nome ignoto
dovette sembrare errato, e, in tempi più vicini a noi, vi si so-
stituì, come nel catalogo dell’abate Nicoletti del 1887,3 quello
ben più conosciuto di Antonio Pellegrini : 4 il vivace pittore
del principio del Settecento, cognato di Rosalba Carriera. Ma questi essendo morto nel 1741 5
e il Bartolozzi nato nel 1730, non era possibile che Antonio Pellegrini lo avesse ritratto
uomo già in età avanzata come qui appare. I critici venuti di poi, dovendo correggere l’evi-
dente errore, notarono giustamente che il dipinto aveva, sopratutto pel gustoso e sobrio
colore, grande affinità coi ritratti inglesi del glorioso periodo dell’ultimo Settecento ; e, perchè
del Bartolozzi si conosceva il bellissimo ritratto giovanile fatto verso il 1771 dal Reynolds,6
in un impeto di ammirazione per la bella pittura, la si volle del grande ritrattista inglese.
Forse, per temperare quel primo giudizio, si preferì di poi il Romney; e chissà, messi su
tale via, quanto si sarebbe andati vagando, se gli studi da me fatti per scrivere la storia
delle Gallerie dell’Accademia di Venezia non mi avessero portato a trovare un documento
che dà ragione ai vecchi inventari e ricorda il dono generoso di un vecchio pittore, che è
stato sconoscenza dimenticare.
Tutto è detto in una lettera dell’erudito veneziano Bartolomeo Gamba al segretario
dell’Accademia Antonio Diedo, lettera che credo utile riportar per intero :
« Nobile Sig. Segretario Veneratissimo
« Nel mio viaggietto autunnale fatto or ora a Roma ed a Napoli mi accade di rivedere
in Roma il pittore Domenico Pellegrini Affineziano, il quale giunto ad una cadente età, tiene
tuttora aperto uno studio pittorico ammirato da conoscitori del colorito veneziano che il
Pellegrini tratta eccellentemente.
1 Pietro Paoletti. Gatalogo delle regie gallerie
di Venezia, Venezia, 1903, pag. 135, n. 453.
2 A. Conti, Catalogo delle regie gallerie dì Venezia,
1895, P- 134, n. 453.
3 Ab G. Nicoletti, Catalogo delle regie gallerie di
Venezia, 1887, pag. 256, Sala X, n. 22.
4 Vedi Zanetti, Dalla pittura veneziana, Venezia,
1771, pag. 445.
5 G. A. Moschini, nella Guida per la città di Ve-
nezia, Venezia, 1815, ne riporta la fede di morte de 1
3 novembre 1441, I, pag. 596.
6 Vedi Selvyn Brinton M. A., Bartolozzi and his
pupils in Englatid, London, 1903, pag. 18.
(i 759- i 840)
OLTI avranno certo ammirato nelle Gallerie di Venezia, e pre-
cisamente in una delle salette dei pittori stranieri, rimpetto
alla Crocifissione del Van Dyck, un ritratto del celebre incisore
Francesco Bartolozzi che portava il nome del pittore inglese
Giorgio Romney, secondo il catologo del Paoletti,1 mentre
precedentemente era attribuito a Joshua Reynolds, secondo il
catalogo del Conti.2 I vecchi inventari davano tradizional-
mente il dipinto a Domenico Pellegrini ; ma il nome ignoto
dovette sembrare errato, e, in tempi più vicini a noi, vi si so-
stituì, come nel catalogo dell’abate Nicoletti del 1887,3 quello
ben più conosciuto di Antonio Pellegrini : 4 il vivace pittore
del principio del Settecento, cognato di Rosalba Carriera. Ma questi essendo morto nel 1741 5
e il Bartolozzi nato nel 1730, non era possibile che Antonio Pellegrini lo avesse ritratto
uomo già in età avanzata come qui appare. I critici venuti di poi, dovendo correggere l’evi-
dente errore, notarono giustamente che il dipinto aveva, sopratutto pel gustoso e sobrio
colore, grande affinità coi ritratti inglesi del glorioso periodo dell’ultimo Settecento ; e, perchè
del Bartolozzi si conosceva il bellissimo ritratto giovanile fatto verso il 1771 dal Reynolds,6
in un impeto di ammirazione per la bella pittura, la si volle del grande ritrattista inglese.
Forse, per temperare quel primo giudizio, si preferì di poi il Romney; e chissà, messi su
tale via, quanto si sarebbe andati vagando, se gli studi da me fatti per scrivere la storia
delle Gallerie dell’Accademia di Venezia non mi avessero portato a trovare un documento
che dà ragione ai vecchi inventari e ricorda il dono generoso di un vecchio pittore, che è
stato sconoscenza dimenticare.
Tutto è detto in una lettera dell’erudito veneziano Bartolomeo Gamba al segretario
dell’Accademia Antonio Diedo, lettera che credo utile riportar per intero :
« Nobile Sig. Segretario Veneratissimo
« Nel mio viaggietto autunnale fatto or ora a Roma ed a Napoli mi accade di rivedere
in Roma il pittore Domenico Pellegrini Affineziano, il quale giunto ad una cadente età, tiene
tuttora aperto uno studio pittorico ammirato da conoscitori del colorito veneziano che il
Pellegrini tratta eccellentemente.
1 Pietro Paoletti. Gatalogo delle regie gallerie
di Venezia, Venezia, 1903, pag. 135, n. 453.
2 A. Conti, Catalogo delle regie gallerie dì Venezia,
1895, P- 134, n. 453.
3 Ab G. Nicoletti, Catalogo delle regie gallerie di
Venezia, 1887, pag. 256, Sala X, n. 22.
4 Vedi Zanetti, Dalla pittura veneziana, Venezia,
1771, pag. 445.
5 G. A. Moschini, nella Guida per la città di Ve-
nezia, Venezia, 1815, ne riporta la fede di morte de 1
3 novembre 1441, I, pag. 596.
6 Vedi Selvyn Brinton M. A., Bartolozzi and his
pupils in Englatid, London, 1903, pag. 18.