GINO FOCOLARI
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prezzolato le loro teste, per passar a trattare quella tavolozza che rese immortali i Raffaelli
e i Tiziani; ma si deve notare che in quell’opuscolo il Gamba attinge largamente, anche
in altri passi,1 dalle citate Memorie enciclopediche romane ; mentre non mostra di conoscere
il Pellegrini di persona.
La questione è piccina ; ma, se si trattasse come io penso di un motto irrisorio ; si po-
trebbe vedervi l’affetto della educazione pur ancora un poco naturalistica dell’Accademia
veneziana, che stonava nell’ambiente già tanto classicheggiante di Roma.
Era il tempo in cui trionfava Angelica Kauffman ; nè è improbabile che il giovane
Pellegrini si avvicinasse e Roma a quella dolce maniera, venuta in tanta voga ; ed è proba-
bile che frequentasse la piacevole conversazione della gentilissima donna, date le relazioni
che stringevano la Kauffman con Venezia, sopratutto per il marito Antonio Zucchi veneziano,
che già era stato maestro e protettore del Gallina.2
E perchè la Kauffman e lo Zucchi erano venuti a Roma da Londra nel 1781, dopo
aver colà soggiornato a lungo e adunate l’una e l’altro non poche ricchezze; è probabile
che anche per loro consiglio e col loro appoggio il Pellegrini se ne andasse in Inghilterra.
Ma di maggior conforto gli erano stati in ciò i valenti incisori bassanesi che in quel tempo
vivevano in tanta auge colà.3 Lio trovato alla Biblioteca del Correr nell’epistolario raccolto
dal Moschini, una lettera del nostro pittore datata da Londra li 7 novembre 1792, e diretta
a Teodoro Viero, l’incisore bassanese, nella quale il Pellegrini gli annuncia di essere arri-
vato a Londra e lo ringrazia delle lettere di raccomandazione per il Testolini e per lo
Schiavonetti, che gli avevano procurato subito l’aiuto amichevole e cordiale di quei valen-
tuomini, allora, a quanto pare, uniti in fiorente società per la stampa e la vendita delle
incisioni.
Riporto in nota la lettera 4 abbastanza vivace e che ci mostra lo spirito intraprendente
del Pellegrini. Appena arrivato a Londra egli si era trovato una bella casa per poter ricevere
soggetti di riguardo che venissero a posare; nè dovette tardar molto ad entrare in relazione
e in amicizia anche col Bartolozzi principe degli incisori, pur legato per l’educazione arti-
1 A proposito del Roberti il Gamba cita in quella
sua opericciuola stampata nel 1807 le Memorie enci-
clopediche romane.
2 Vedi Moschini, loc. cit.
3 Giov. Gherardo de Rossi, Vita di Angelica
Kauffmann, Firenze, 1810.
4 A Monsieur M. Teodoro Viero in Merzeria Ve-
nezia.
Carissimo Amico.
Eccomi felicemente arrivato in Londra. Feci un buon
viaggio solamente 1 m poco di pena per farmi intendere,
ma con il disegno superavo in parte ogni difficoltà, ora
disegnando un pollo ora un’anatra secondo il mio bi-
sogno. Sarei molto prima arrivato se non fossi stato
trattenuto da molti oggetti interessanti per la mia pro-
fessione. Cioè dalle suntuose Gallerie d’ottimi quadri
delti quali non se ne vede che rari in Italia, essendo
la maggior parte di scola fiamminga e tedesca. A pena
arrivato sono andato a presentare le sue stimatissime
tanto al Sig. Testolini e al Sig. Schiavonetti, e dirà
che sino adesso non sono stato a presentarne altre, per-
chè da questo ho ottenuto tutto quello che desideravo e
che lei mi ha fatto sperare, cioè una ottima amicizia,
ma di quelli senza complimenti, io non gli sto a di-
pingere il carattere di ciascuno perchè sarebbe troppo
al lungo, solamente le dirò che sono tutti il ritratto
della bontà e che rapporto a gli suoi interessi sono da
quanto si vede, così bene incamminati che continuando
in onione {che non ho dubbio) vanno a diventare altri
Boild. E viva Vicenza e Bussano. Mi sono trovato ima
bona casa molto propria avendo da ricevere dei soggetti
di riguardo ma mi costa assai gli basti che a tal prezzo
avrei un Palazzo in Roma.
Ma coraggio e chi è in ballo balli o grossa o niente.
Io non gli posso dir niente intorno a Londra perchè
non ho veduto che strade e botteghe le quali sono assai
belle. Tutto è un caos.
Io lo ringrazio dì miovo delle sue lettere e desidero
il momento di avere un occasione da potermi impiegare
per Lei ; e si ricordi che io non amo le cerimonie mi
comandi pure senza riguardo che sarò sempre disposto
a suoi comandi.
Mi faccia li ossequi alla Sua gen. Consorte e a tutta
la sua famiglia, al Signor Sandi, Signor Francesco e
tutti gli altri suoi amici, e sono Devino ecc. Amico
Domenico Pellegrini.
Londra li 7 novembre 1792.
(Epistolario Moschini, Museo Correr, Venezia).
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prezzolato le loro teste, per passar a trattare quella tavolozza che rese immortali i Raffaelli
e i Tiziani; ma si deve notare che in quell’opuscolo il Gamba attinge largamente, anche
in altri passi,1 dalle citate Memorie enciclopediche romane ; mentre non mostra di conoscere
il Pellegrini di persona.
La questione è piccina ; ma, se si trattasse come io penso di un motto irrisorio ; si po-
trebbe vedervi l’affetto della educazione pur ancora un poco naturalistica dell’Accademia
veneziana, che stonava nell’ambiente già tanto classicheggiante di Roma.
Era il tempo in cui trionfava Angelica Kauffman ; nè è improbabile che il giovane
Pellegrini si avvicinasse e Roma a quella dolce maniera, venuta in tanta voga ; ed è proba-
bile che frequentasse la piacevole conversazione della gentilissima donna, date le relazioni
che stringevano la Kauffman con Venezia, sopratutto per il marito Antonio Zucchi veneziano,
che già era stato maestro e protettore del Gallina.2
E perchè la Kauffman e lo Zucchi erano venuti a Roma da Londra nel 1781, dopo
aver colà soggiornato a lungo e adunate l’una e l’altro non poche ricchezze; è probabile
che anche per loro consiglio e col loro appoggio il Pellegrini se ne andasse in Inghilterra.
Ma di maggior conforto gli erano stati in ciò i valenti incisori bassanesi che in quel tempo
vivevano in tanta auge colà.3 Lio trovato alla Biblioteca del Correr nell’epistolario raccolto
dal Moschini, una lettera del nostro pittore datata da Londra li 7 novembre 1792, e diretta
a Teodoro Viero, l’incisore bassanese, nella quale il Pellegrini gli annuncia di essere arri-
vato a Londra e lo ringrazia delle lettere di raccomandazione per il Testolini e per lo
Schiavonetti, che gli avevano procurato subito l’aiuto amichevole e cordiale di quei valen-
tuomini, allora, a quanto pare, uniti in fiorente società per la stampa e la vendita delle
incisioni.
Riporto in nota la lettera 4 abbastanza vivace e che ci mostra lo spirito intraprendente
del Pellegrini. Appena arrivato a Londra egli si era trovato una bella casa per poter ricevere
soggetti di riguardo che venissero a posare; nè dovette tardar molto ad entrare in relazione
e in amicizia anche col Bartolozzi principe degli incisori, pur legato per l’educazione arti-
1 A proposito del Roberti il Gamba cita in quella
sua opericciuola stampata nel 1807 le Memorie enci-
clopediche romane.
2 Vedi Moschini, loc. cit.
3 Giov. Gherardo de Rossi, Vita di Angelica
Kauffmann, Firenze, 1810.
4 A Monsieur M. Teodoro Viero in Merzeria Ve-
nezia.
Carissimo Amico.
Eccomi felicemente arrivato in Londra. Feci un buon
viaggio solamente 1 m poco di pena per farmi intendere,
ma con il disegno superavo in parte ogni difficoltà, ora
disegnando un pollo ora un’anatra secondo il mio bi-
sogno. Sarei molto prima arrivato se non fossi stato
trattenuto da molti oggetti interessanti per la mia pro-
fessione. Cioè dalle suntuose Gallerie d’ottimi quadri
delti quali non se ne vede che rari in Italia, essendo
la maggior parte di scola fiamminga e tedesca. A pena
arrivato sono andato a presentare le sue stimatissime
tanto al Sig. Testolini e al Sig. Schiavonetti, e dirà
che sino adesso non sono stato a presentarne altre, per-
chè da questo ho ottenuto tutto quello che desideravo e
che lei mi ha fatto sperare, cioè una ottima amicizia,
ma di quelli senza complimenti, io non gli sto a di-
pingere il carattere di ciascuno perchè sarebbe troppo
al lungo, solamente le dirò che sono tutti il ritratto
della bontà e che rapporto a gli suoi interessi sono da
quanto si vede, così bene incamminati che continuando
in onione {che non ho dubbio) vanno a diventare altri
Boild. E viva Vicenza e Bussano. Mi sono trovato ima
bona casa molto propria avendo da ricevere dei soggetti
di riguardo ma mi costa assai gli basti che a tal prezzo
avrei un Palazzo in Roma.
Ma coraggio e chi è in ballo balli o grossa o niente.
Io non gli posso dir niente intorno a Londra perchè
non ho veduto che strade e botteghe le quali sono assai
belle. Tutto è un caos.
Io lo ringrazio dì miovo delle sue lettere e desidero
il momento di avere un occasione da potermi impiegare
per Lei ; e si ricordi che io non amo le cerimonie mi
comandi pure senza riguardo che sarò sempre disposto
a suoi comandi.
Mi faccia li ossequi alla Sua gen. Consorte e a tutta
la sua famiglia, al Signor Sandi, Signor Francesco e
tutti gli altri suoi amici, e sono Devino ecc. Amico
Domenico Pellegrini.
Londra li 7 novembre 1792.
(Epistolario Moschini, Museo Correr, Venezia).