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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 12.1909

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Fasc. 2
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Fogolari, Gino: Domenico Pellegrini, Ritrattista Veneziano (1759-1840)
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https://doi.org/10.11588/diglit.24137#0146

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Gino fogo lari

ioò

fatto a Roma nel 1827. Il viso è più levigato e risoluto con impasti più sottili del ritratto
del Duca. Già lontano tanto dalla maniera veneta che dall’ inglese ha qui il Pellegrini un
carattere tutto suo, potentissimo. Era già molto avanti negli anni ; eppure non si sente in
lui alcun segno di stanchezza, nessuna rilassatezza o concessione a una maniera acquisita.
Il pittore davanti allo specchio, ha assunta una posa semplice e corretta di presentazione,
elegantissima se non nuova nella forma di autoritratto.

Molto lo si gode perchè è vivo e parlante ; e l’abilità del pittore non soverchia, ma
quasi si nasconde dietro quella stessa facilità, che è il primo pregio del ritratto. Tele come
queste due ultime dell’Accademia di San Luca o come il ritratto veneziano del Bartolozzi,
sono opere che, per essere interamente fondate nel vero ed espressioni di un animo che
davanti a quel vero vibra nell’intimo suo, saranno sempre degne di stare accanto ad opere

Domenico Pellegrini: Diana ed Endimione
Roma, Accademia di San Luca

anche di molto maggior pregio e di tempo migliore. Gli altri dipinti invece non si possono
considerare che come caratteristici in rapporto all’età.

All’Accademia di San Luca abbiamo del Pellegrini una Ebe e un gruppo di Diana ed
Endimione, che, pure con tutti i caratteri del periodo neo-classico, mostrano una predilezione
naturalistica e un certo spunto pittorico che prevale sull’elemento freddamente statuario
delle pitture contemporanee.

Il corpo femminile di Ebe è dipinto con una gran tenerezza di rosei ben degradanti
nel perlaceo delle mezzetinte. Il rapporto delle carni con la biancheria mostra che gli
esempi di Tiziano stanno sempre nella fantasia del pittore. Il corpo florido trionfa come
nota squillante tra il bruno della terra, il nero caldo dell’aquila e il cielo delicatamente
azzurro ; ma l’armonia è alquanto sconcertata dal manto di un rosso troppo crudo. Tutti gli
impasti hanno profusione e vivacità come nell’altro quadro di Diana ed Endimione che si
direbbe derivato dal Proudhon. Nella parte superiore del corpo di Diana la gradazione del
chiaroscuro, è finissima; e il braccio sinistro, brunetto e caldo, che spicca nel cielo dolce-
mente azzurro, è di un effetto assai gustoso.
 
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