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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 12.1909

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Fasc. 2
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Zappa, Giulio: Note sul Bergognone, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24137#0149

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NOTE SUL BERGOGNONE

iog

I dipinti di Lodi rappresentano rispettivamente l’Annunciazione, la Visitazione, la
Presentazione al tempio e XAdorazione dei Adagi. Le quattro Storie, che non sono nè potreb-
bero a rigor di termini essere contemporanee, ma presentano disparità di maniera degne
d’essere rilevate, si susseguono cronologicamente nell’ordine in cui le abbiamo enumerate.

L’Annunciazione apre la serie. Nella figura dell’Arcangelo, analoga in tutto, e partico-
larmente nel drappeggio del largo manto, al San Giovanni della raccolta Morelli, riecheggia
pure, di quest'ultimo, quel sì schietto accordo di bianco e vermiglio, che è per noi come
una delle spie di questo terzo periodo, poiché infatti fa la sua prima apparizione nell’ancona
di Santo Spirito, pur là nelle vesti dell’angelo annunziatore. Ma nella tonalità chiara, per-
lacea di tutta la veduta di sfondo del quadro di Lodi è pure un ultimo riverbero della
maniera grigia : ciò spieghi anche perchè
noi, nel delineare dapprima la durata di
quest’ultima, abbiamo scelto come termine
estremo anziché il 1508, data del polittico
di Santo Spirito, il 1510: termine arroton-
dato in cui abbiam voluto in qualche modo
includere anche questo lontano e parziale
strascico dello stile del secondo periodo.

Nella Visitazione e nella Presentazione
il panneggio va semplificandosi e calman-
dosi, e il colore riscalda e riempie di sè
anche i fondi: nella prima il cielo intenso
con bianche nubi sfumate fa già pensare ai
Santi dell’Accademia Carrara, in taluno dei
quali le vesti torneranno a fregiarsi sontuo-
samente di quel bordo dorato e tutto co-
sparso di enormi gemme ovali e quadrate
che qui il Bergognone ama di porre in
tanta evidenza.

L'Adorazione dei Adagi infine, colorita
con tinte prevalentemente cupe e spesse,
con un vivo incarnato nei volti, e con le
stoffe delle vesti cadenti piane, o piegan-
tisi mollemente senza più alcuna angolosità,
spetta sicuramente al quarto e ultimo pe-
riodo dell’attività artistica del Bergognone,
ed ha nelle sue stesse forme piene e mor-
bide, e nella sua fattura lisciata, qualcosa
di più maturamente cinquecentesco che non
le altre due storie precedenti. In quest’ultime il pittore appare anzi, sopratutto nell’inven-
zione, un ritardatario. Si direbbe che egli, non avendo avuto che rarissime occasioni di rap-
presentare una scena vera e propria, un 'azione di personaggi, stia ora movendo, nella
composizione, i primi passi. Dovendo raffigurare l’interno del tempio di Gerusalemme, egli
non trova di meglio che copiare la chiesa dell’Incoronata, sotto la volta della quale fa placi-
damente inoltrare, ai fianchi del vecchio Simeone, due leviti col capo fasciato da fantastici
turbanti. E un alto turbante foggiato quasi a mitra porta in capo Zaccaria che, nella 'Visitazione,
addita ElisaLetta inginocchiata dinanzi alla Madre del suo Signore, mentre dal loggiato supe-
riore di un edilìzio — costruito senza soverchio ossequio alla prospettiva, e ispirato anch’esso
dal motivo architettonico della bella chiesa quattrocentesca — assiston curiosamente alla scena,
anche qui come nella Prem7tlozione, personaggi vestiti del costume lombardo contemporaneo.
E, in questo miscuglio di elementi veristici eterogenei, e in questa rudimentale e vana
 
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