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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 12.1909

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Fasc. 2
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Corrieri
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https://doi.org/10.11588/diglit.24137#0193

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CORRIERI

153

gura (Matteo che, alzatosi, si volta indietro verso i
suoi due compagni) mentre tutto il resto, il viso ed
il corpo sono intatti e solo annebbiati.

La penultima figura (Taddeo) è conservata tutta
quanta sebbene annebbiata a.ich’essa.

Così pure l’ultima, a capo tavola (Simone), che, a
porte il deperimento generale, è la meglio conservata
di tutte quante.

if: $ %

Il professor Cavenaghi ha esteso l’opera sua anche
alla zona al disopra della pittura della Cena, cioè:
alle tre velette sovrastanti alla medesima, alle due
laterali contigue ed alla corrispondente superficie de.la

pinte in oro. 1 Gli stemmi sono coi rispettivi colori
arali.ici e lumeggiati in argento ed oro. Le ghirlande
che variano da'Luna all ’altr ?, sono come oste di fogliami
e di frutti nei loro colmi naturali, di calda intonazione.
Esse sono inollre fasciate a distanze eguali e simme-
triche da alti nastri (oggi bianchi ma anticamente
dorati), dai quali si dipartono nastri sottili svolazzanti
in eleganti ondulazioni, e che eran pur dorati, come
sempre risulta da tante piccole particelle.

Quanto avanza ancor intatto dei fogliami e dei frutti
di quesie ghirlande è — senza esagerazione — una
meraviglia, così perfetta è la verità e la finezza del
lavoro. Qui riappare in tutta la sua evidenza la cura
straordinaria che Leonardo dedicava persino nelle

Particolare della Cena di Leonardo (dopo il restauro!

vòlta. Così, oltre ai tre stemmi, uno in ciascuna di
quelle tre velette, ne apparvero altri due (uno per
parte) e riapparve pure la decorazione in detto tratto
della vòlta che in quel punto è divisa in cinque sp . chi.

La decorazione delle tre velette della parete di
fondo, sotto alle qu.ili si stende la pittura deha Cena
(separata però da una cornice di finto marmo con
ornati classici di ovo.i, lancette, astragali e perline)
era già visibile sin da prima. Però lo era così imper-
fettamente che non le si dava alcuna importanza,
quasi fosse un lavoro decorativo qualsiasi di un de-
coratore di professione. Ora che è ripulita nonostante
le sue condizioni di grave deperimento, riappare un
lavoro di altissimo pregio.

In ciascuna di queste tre velette, sopra un fondo
di azzurro oltremare (disteso sopra un substrato di
terra rossa, purtroppo oggi molto evidente) abbiamo
uno stemma sforzesco circondato da una ghirlanda
ed accompagnato ai lati da iniziali anticamente di-

parti accessorie e secondarie di ogni sua opera e
riappare altresì la sua maniera di rappresentare tutte
le cose non a masse di chiaroscuro e di corrispon-
denti macchie di colere ma bensì con minuta, pazien-
tissima, esatti sima e perfetta riproduzione del vero,
senza che per questo l’effetto a distanza avesse pei
a scapitarne, neppur minimamente. Con un buon
cannocchiale Go^rz oggi si può ancora discernere in

1 Le iniziali fiancheggianti lo stemma centrale sono :

LV MA

BE EST (Ludovicus Maria, Beatrix Estensis. Sfortia,

SF AN Angleriae, Duces mediolani)..

DV mi i

le iniziali dello stemma a sinistra di chi osserva :

M MX

(Maria Maximilianus, Sfortia, Anglus, Comes

S F AN

co pp Papiae)-

le iniziali dello stemma a destra:

SF AN (Sfortia, Anglus, Dux Bari, senza indicazione

DVX BAR di nome che preceda).

L’Arte, XII, 20.
 
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