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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 12.1909

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Fasc. 2
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https://doi.org/10.11588/diglit.24137#0201

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BIBLIOGRAFIA

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vaticano, il più grandioso e ricco di tutti, è dallo Stor-
najolo, d’accordo con la Palaeographical Society, ri-
portato al secolo ix, contro l’opinione del Kondakoft,
che seguito da quasi tutti gli storici dell’arte lo voleva
del vii: anche l’esame accurato delle miniature ci
sembra dimostrar bene che questa seconda datazione
è insostenibile. Anche gli altri codici del Cosmas sono
tutti posteriori al vi secolo (il Sinaitico e il Laurenziano
sono del x-xi), quindi non sono che copie dell’origi-
nale contemporaneo all’autore, e poiché hanno delle
varianti è naturale pensare che le illustrazioni dell’ar-
chetipo sieno state col tempo mutate. Bisognerebbe

derivano a nostro avviso da originali del iv, e di uno
degli otto libri possediamo, se non l’originale, un mo-
numento ad esso molto vicino nel Rotulo di Giosuè:
non v’ ha dubbio dunque che Cosmas avendo bisogno
di rappresentazioni bibliche ricorresse a quelle in voga
nelle Bibbie figurate. Il procedimento contrario soste-
nuto dal Millet è impossibile ad ammettersi; sarebbe
strano che gli illustratori delle Bibbie, che dovevan
creare centinaia di scene, ricorressero al Cosmas che
non ne forniva che pochissime ; e del resto, lo ripetiamo,
l’Ottateuco primitivo dovè essere anteriore al vi sec.

Lo Stornajolo trova artisticamente povere le minia-

li rapimento d’Elia. Monte Sinai, Convento di Santa Caterina
Codice del Cosmas (fol. 109)

dunque, applicando il metodo filologico della restitu-
zione del testo, cercare, sceverando le corruzioni e le
interpolazioni posteriori, di ricostruire l’originale. Si
deduce da molti passi del testo che lo stesso Cosma
aveva nozioni di disegno e che aveva copiato e ritratto
alcuni animali e monumenti che illustra nella sua To-
pografia. Di dove avrà tratto il resto del suo mate-
riale figurato? Egli si servì di pitture, musaici, scul-
ture che trovava nelle basiliche e di miniature dei
manoscritti di Alessandria, città in cui egli viveva.
Infatti negli Ottateuchi della Vaticana, di Smirne, di
Costantinopoli, noi vediamo ricorrere delle figurazioni
identiche a quelle del Cosmas: lo schema del mondo,
i quattro fiumi del Paradiso terrestre, Abele pastore,
Enoc e la morte, l’armadio dei libri sacri, il cande-
labro, il tabernacolo e la mensa, i veli, l’atrio del
tabernacolo, l’arca della testimonianza, i cherubini, ecc.
Ora gli Ottateuchi sono dell’xi-xn secolo ma certo

ture del codice vaticano, pur riscontrandovi qua e là
accenti di grande verismo : un confronto stilistico do-
vevasi istituire col Salterio parigino gr. 20, del se-
colo x; il disegno e la tecnica assai semplici, e i co-
lori stemperati ricordano molto da vicino il Cosmas
vaticano : tali somiglianze ci hanno colpito più volte
in modo straordinario, e non c’è dubbio per noi che
l’originale del Salterio parigino (fin qui poco noto)
debba ricercarsi nello stesso ambiente artistico in cui
fu creato il Cosmas, ad Alessandria, nel vi secolo.1

Per la storia dell’arte le miniature del Cosmas sono
di grande importanza : la sicura provenienza alessan-
drina ne fa uno dei capisaldi per sostenere la teoria
dell’origine ellenistica dell’arte bizantina. Ed infatti
l’Ajnaloff, vivace propugnatore di questa dottrina, nella

1 Molti rapporti vi sono anche tra il Salterio stesso e il Codice
purpureo di Rossano in cui gli elementi alessandrini-ellenistici
sono molto spiccati.

L’Arte. XII, 21.
 
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