MARCEL REYMOND
170
è il primo stato di questo metallo passiamo a tutte la varietà del ferro intagliato, cesellato,
ritorto, inciso, damaschinato, ecc.
In una collezione privata, per ricca che sia, non bisogna aspettarsi di trovare i grandi
lavori monumentali fatti per le chiese o per i palazzi: per necessità materiale essa non
Inferriata d’altare. Abbazia d’Ourscamps, sec. xm
comprenderà che oggetti di piccole dimensioni. Dunque la collezione del Museo, per preziosa
che sia, non può non essere incompleta, nè può darci modo di studiare l’arte del ferro nel
suo complesso. Scorrendo questo libro non sarà da dimenticare che altrove, nelle nostre
cattedrali, sulle nostre piazze, esistono opere gigantesche cui il terrò fornì il materiale.
Basta pensare alle Pentures di Notre Dame de Paris, alle Inferriate della Cattedrale di Puy,
di Noyon, di Reims e Saint Denis, e, in tempi più recenti, alle Porte del Chateau de Maisons,
attualmente nella Galleria di Apollon, basta pensare alle Inferriate del Palazzo di Giustizia
a Parigi, a quelle di Jean Lamours a Nancy e a quelle che
il Slodtz disegnò per le cattedrali di Bourges e di Amiens.
Nè d’altra parte andremo a cercare nel Museo serie
troppo ingombranti che sono state lasciate pensatamente
da parte e che hanno il loro posto in altre collezioni,
come l’arte dell’armeria che è rappresentata nella collezione
solo da alcuni modelli di fucili a pietra e di spade. Fatte
queste restrizioni, si può dire che nel Museo, e nel libro
che lo fa conoscere, si troveranno modelli di tutti gli og-
getti per i quali il ferro fu adoperato.
E il pregio di questo volume intanto apparirà più raro
in quanto non esistevano lavori preparatori. E una vera
rivelazione: percorrendo queste pagine l’interesse va cre-
scendo ad ogni momento e si resta attoniti nel vedere
Inferriata. Italia, sec. xv questo metallo sì umile, che sembrava non doversi pre-
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è il primo stato di questo metallo passiamo a tutte la varietà del ferro intagliato, cesellato,
ritorto, inciso, damaschinato, ecc.
In una collezione privata, per ricca che sia, non bisogna aspettarsi di trovare i grandi
lavori monumentali fatti per le chiese o per i palazzi: per necessità materiale essa non
Inferriata d’altare. Abbazia d’Ourscamps, sec. xm
comprenderà che oggetti di piccole dimensioni. Dunque la collezione del Museo, per preziosa
che sia, non può non essere incompleta, nè può darci modo di studiare l’arte del ferro nel
suo complesso. Scorrendo questo libro non sarà da dimenticare che altrove, nelle nostre
cattedrali, sulle nostre piazze, esistono opere gigantesche cui il terrò fornì il materiale.
Basta pensare alle Pentures di Notre Dame de Paris, alle Inferriate della Cattedrale di Puy,
di Noyon, di Reims e Saint Denis, e, in tempi più recenti, alle Porte del Chateau de Maisons,
attualmente nella Galleria di Apollon, basta pensare alle Inferriate del Palazzo di Giustizia
a Parigi, a quelle di Jean Lamours a Nancy e a quelle che
il Slodtz disegnò per le cattedrali di Bourges e di Amiens.
Nè d’altra parte andremo a cercare nel Museo serie
troppo ingombranti che sono state lasciate pensatamente
da parte e che hanno il loro posto in altre collezioni,
come l’arte dell’armeria che è rappresentata nella collezione
solo da alcuni modelli di fucili a pietra e di spade. Fatte
queste restrizioni, si può dire che nel Museo, e nel libro
che lo fa conoscere, si troveranno modelli di tutti gli og-
getti per i quali il ferro fu adoperato.
E il pregio di questo volume intanto apparirà più raro
in quanto non esistevano lavori preparatori. E una vera
rivelazione: percorrendo queste pagine l’interesse va cre-
scendo ad ogni momento e si resta attoniti nel vedere
Inferriata. Italia, sec. xv questo metallo sì umile, che sembrava non doversi pre-