I 72
MARCEL REYMOND
Le tavole 2 e 3 comprendono tredici modelli di piccole inferriate, modelli rettangolari
0 quadrilobati, appartenenti al xiv e al xv secolo, che sono di singolare bellezza. Otto di
questi modelli sono italiani e basta metterli a fronte con quelli francesi per accorgersi che
1 fabbri italiani eguagliano in perizia e in gusto artistico i loro confratelli d’oltre Alpe.
Anzi in questa età c’è sì stretta somiglianza fra l’arte delle due nazioni che è impossibile
di non affermare come conclusione una stretta relazione fra di loro. È questa una nuova
e importante prova dell’unione dell’Europa cattolica durante il medio evo.
Due di queste inferriate italiane, i numeri 2 e 7, formate di quadrilobi tenuti fra loro
da anelli e che riuniti formano degli ottagonali da cui si dipartono quattro punte, si pos-
sono riavvicinarsi a diversi motivi ben noti nell’arte italiana, ai cancelli che chiudono i
Monumenti degli Scaligeri a Verona, al cancello della porta della Cappella del Bigallo a
Firenze e delle Tombe Baroncelli a Santa Croce. Le due inferriate del Museo sono asse-
gnate al XV secolo, ma io non so se, viste le analogie qui indicate, non occorra piut-
tosto considerarle come appartenenti al XIV secolo. Nessuna delle inferriate francesi pub-
blicate riproduce le loro forme che sembrano del tutto italiane.
L’esemplare n. 3, inferriata proveniente da Bourges, senza essere più bello delle due
italiane, lo uguaglia e lo sorpassa in finezza e leggerezza. Si compone di quadrilobi alter-
namente rotondi e puntuti, riuniti da chiodi a testa tonda. E una magnificenza, ma sembra
di una finezza eccessiva e le inferriate italiane dànno all’occhio una più completa soddisfa-
zione per l’unione così giusta della leggerezza e della solidità.
Nel XV secolo se ne giudichiamo dal n. 13 che è italiano, l’arte si complica, va in
cerca di effetti più complessi, ma non riesce a far dimenticare l’attrattiva fatta di logica e
di semplicità del secolo precedente.
MARCEL REYMOND
Le tavole 2 e 3 comprendono tredici modelli di piccole inferriate, modelli rettangolari
0 quadrilobati, appartenenti al xiv e al xv secolo, che sono di singolare bellezza. Otto di
questi modelli sono italiani e basta metterli a fronte con quelli francesi per accorgersi che
1 fabbri italiani eguagliano in perizia e in gusto artistico i loro confratelli d’oltre Alpe.
Anzi in questa età c’è sì stretta somiglianza fra l’arte delle due nazioni che è impossibile
di non affermare come conclusione una stretta relazione fra di loro. È questa una nuova
e importante prova dell’unione dell’Europa cattolica durante il medio evo.
Due di queste inferriate italiane, i numeri 2 e 7, formate di quadrilobi tenuti fra loro
da anelli e che riuniti formano degli ottagonali da cui si dipartono quattro punte, si pos-
sono riavvicinarsi a diversi motivi ben noti nell’arte italiana, ai cancelli che chiudono i
Monumenti degli Scaligeri a Verona, al cancello della porta della Cappella del Bigallo a
Firenze e delle Tombe Baroncelli a Santa Croce. Le due inferriate del Museo sono asse-
gnate al XV secolo, ma io non so se, viste le analogie qui indicate, non occorra piut-
tosto considerarle come appartenenti al XIV secolo. Nessuna delle inferriate francesi pub-
blicate riproduce le loro forme che sembrano del tutto italiane.
L’esemplare n. 3, inferriata proveniente da Bourges, senza essere più bello delle due
italiane, lo uguaglia e lo sorpassa in finezza e leggerezza. Si compone di quadrilobi alter-
namente rotondi e puntuti, riuniti da chiodi a testa tonda. E una magnificenza, ma sembra
di una finezza eccessiva e le inferriate italiane dànno all’occhio una più completa soddisfa-
zione per l’unione così giusta della leggerezza e della solidità.
Nel XV secolo se ne giudichiamo dal n. 13 che è italiano, l’arte si complica, va in
cerca di effetti più complessi, ma non riesce a far dimenticare l’attrattiva fatta di logica e
di semplicità del secolo precedente.