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MARCEL REYMOND
In Francia si produce la stessa evoluzione, ma l’adozione delle forme complicate che
l’arte del ferro prende in prestito all’architettura gotica, la complicazione delle forme a foglie
lanceolate dello stile flamboyant, non sembra segnare un progresso sulla purezza di stile
del xm secolo.
Da cui noi passiamo al xvi secolo con un esemplare finissimo di arte spagnuola, che
colle sue curve, col suo fregio ornato di fiori, il suo frontone a tutto centro, sembra già
un lavoro francese del secolo XVII. Esso subisce certamente influenze italiane, e se è del
secolo XV deve riferirsi agli ultimi anni.
Se si attiene solo all’esame degli oggetti pubblicati in questo libro, sembrerebbe che
l’arte del ferro abbia subito in Francia una decadenza dalla fine del secolo XIII fino ai primi
anni del XVII secolo. Ma il xvil è splendido. Se ne può giudicare da una impostatura, di
un effetto magico e d’una forza maestosa, che proviene d’Amiens. Il XVIII secolo segue lo
Braccio di lampadario. Italia, sec. xvn
stesso stile, rendendolo però più delicato, più effeminato. Diversi davanzali e rampe di scale
sono mirabili campioni di quest’arte.
In questo momento, a giudicare da un vaso di fiori da cui si lanciano dei fusti leggeri
che viene da Venezia, l’arte italiana divenuta troppo gracile, sembra non avere più sangue
nelle vene.
L’ultimo campione dell’arte dell’ inferriata, una impostatura che viene da Bruxelles, ma
affatto francese di stile, ci mostra quest’arte stupenda di Luigi XVI, che riunisce tutte le
finezze del genio francese e del genio italiano. Questo lavoro sembrerebbe anche più bello
e un po’ meno vuoto, se alcune parti, a causa della loro fragilità, non si fossero spezzate.
Il ferro ebbe un terribile concorrente nel bronzo, che è più malleabile e offre alla fu-
sione dei prodotti molto più fini, permettendo di intraprendere i lavori più delicati della
grande statuaria. In Italia, più che in Francia, il bronzo si sostituì di buon’ora al ferro,
specialmente nelle serrature. L’inferriata della Cappella della Cintola, nel Duomo di Prato,
è, si può dire, il tipo dell’arte italiana applicata alle serrature, mentre le inferriate di Nancy
sono il tipo dell’arte francese.
Le serrature non si compongono solamente di inferriate, ma anche di parti piene. Ci
furono delle porte di ferro, di portoni per le case, delle porticine per gli armadi. Di questo
genere di oggetti il Museo non espone che due piccole porte di Tabernacoli.
Quando la porta è di legno, il fabbro interviene egualmente per riunire con pezzi di
ferro le parti in legno, dando loro così coesione e solidità. In questi oggetti chiamati Pen-
tures, l’arte francese ha prodotto nel secolo xm i suoi grandi capolavori. La bellezza degli
oggetti del Museo che datano del xv secolo serve a mostrare che l’arte mantenne a lungo
MARCEL REYMOND
In Francia si produce la stessa evoluzione, ma l’adozione delle forme complicate che
l’arte del ferro prende in prestito all’architettura gotica, la complicazione delle forme a foglie
lanceolate dello stile flamboyant, non sembra segnare un progresso sulla purezza di stile
del xm secolo.
Da cui noi passiamo al xvi secolo con un esemplare finissimo di arte spagnuola, che
colle sue curve, col suo fregio ornato di fiori, il suo frontone a tutto centro, sembra già
un lavoro francese del secolo XVII. Esso subisce certamente influenze italiane, e se è del
secolo XV deve riferirsi agli ultimi anni.
Se si attiene solo all’esame degli oggetti pubblicati in questo libro, sembrerebbe che
l’arte del ferro abbia subito in Francia una decadenza dalla fine del secolo XIII fino ai primi
anni del XVII secolo. Ma il xvil è splendido. Se ne può giudicare da una impostatura, di
un effetto magico e d’una forza maestosa, che proviene d’Amiens. Il XVIII secolo segue lo
Braccio di lampadario. Italia, sec. xvn
stesso stile, rendendolo però più delicato, più effeminato. Diversi davanzali e rampe di scale
sono mirabili campioni di quest’arte.
In questo momento, a giudicare da un vaso di fiori da cui si lanciano dei fusti leggeri
che viene da Venezia, l’arte italiana divenuta troppo gracile, sembra non avere più sangue
nelle vene.
L’ultimo campione dell’arte dell’ inferriata, una impostatura che viene da Bruxelles, ma
affatto francese di stile, ci mostra quest’arte stupenda di Luigi XVI, che riunisce tutte le
finezze del genio francese e del genio italiano. Questo lavoro sembrerebbe anche più bello
e un po’ meno vuoto, se alcune parti, a causa della loro fragilità, non si fossero spezzate.
Il ferro ebbe un terribile concorrente nel bronzo, che è più malleabile e offre alla fu-
sione dei prodotti molto più fini, permettendo di intraprendere i lavori più delicati della
grande statuaria. In Italia, più che in Francia, il bronzo si sostituì di buon’ora al ferro,
specialmente nelle serrature. L’inferriata della Cappella della Cintola, nel Duomo di Prato,
è, si può dire, il tipo dell’arte italiana applicata alle serrature, mentre le inferriate di Nancy
sono il tipo dell’arte francese.
Le serrature non si compongono solamente di inferriate, ma anche di parti piene. Ci
furono delle porte di ferro, di portoni per le case, delle porticine per gli armadi. Di questo
genere di oggetti il Museo non espone che due piccole porte di Tabernacoli.
Quando la porta è di legno, il fabbro interviene egualmente per riunire con pezzi di
ferro le parti in legno, dando loro così coesione e solidità. In questi oggetti chiamati Pen-
tures, l’arte francese ha prodotto nel secolo xm i suoi grandi capolavori. La bellezza degli
oggetti del Museo che datano del xv secolo serve a mostrare che l’arte mantenne a lungo