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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 12.1909

DOI issue:
Fasc. 3
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Reymond, Marcel: Il ferro
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https://doi.org/10.11588/diglit.24137#0217

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IL FERRO

177

Sarebbe necessario un lungo capitolo per tutto quello che concerne l’arte
lampadaria, per i candelabri, i candelieri, i viticci, le lumiere, le lucerne, le
lanterne. Il n. 704 è un bel campione di viticcio proveniente dall’Italia. E biso-
gnerebbe anche parlare di quell’accessorio che è lo smoccolatoio.

In Francia, come in tutti i paesi freddi, noi troviamo una fabbricazione
che non esiste quasi in Italia e che dette origine a un gran numero di oggetti
in ferro, voglio parlare del caminetto. In fondo al caminetto c’è sempre voluto
una lastra di ferro per proteggere il muro dal fuoco. Qui, giacché si tratta
di lastre stesse, per le quali non si richiede che la resistenza, il ferro fuso era
sufficiente e non vi è adoperato che questo a tal uso. Nel caminetto ci vogliono
gli alari, e questi alari furono sempre di ferro, fino al giorno in cui, per il
lusso di una ricca civiltà, furono sostituiti dal rame e perfino dall’argento.

Ma il lusso negli oggetti di ferro
diviene maggiore quando si passa
dalla cucina nella sala da pranzo o
nel salotto. Per la tavola necessi-
tano cucchiai, forchette, coltelli. Qui
non c’ è oggetto anteriore al XVI se-
colo. Ma dal regno dei Valois in poi,
il lusso si estende a tutte le case dei
grandi signori, e un ammirevole gu-
sto artistico è nelle loro suppellettili.

La bellezza dei servizi da tavola del
sec. XVI non è stata sorpassata, nep-
pur nel xvil e nel XVIII. La forchetta
è stata introdotta in Francia al tem-
po delle guerre d’Italia. Prima d’al-
lora non esisteva che il trinciante, ma
non proprio la forchetta da tavola.

Potrei prolungare questo studio,
ma quel che ho detto basta per se-
gnalare l’interesse delle collezioni
del Museo delle Arti decorative e
della pubblicazione che lo fa cono-
scere. Tuttavia dopo aver parlato
della grande serie dell’arte del ferro,
vorrei poter parlare degli oggetti meno conosciuti, più rari e il cui insieme è una
delle più grandi attrattive della collezione Le Secq des Tournelles. Sono per
esempio strumenti di chirurgia e da dentista, dei macinini da spezie del XVII
secolo e un esemplare unico d un tostino da caffèf che proviene dall’Italia: ven-
gono poi gli oggetti i più svariati che servono agli usi più disparati, soprattutto
graziosi oggetti da toilettes femminili, scatolette, fermagli, forbici, astucci da for-
bici, breloque, spole, scatole da confetti, esarcelle, agorai, pomi di bastoni e di om-
brelli, sigilli, casse da orologio, dadi, ventagli, carnet da ballo e perfino tre busti dei
quali uno viene dall’ Italia e gli altri due, non si crederebbe, dalla Germania. Infine
benché l’arte dell’armeria sia stata esclusa per principio dalla collezione vi si
trovano alcuni esemplari di fucili a pietra e di spade della più peregrina bellezza.

Salutiamo riconoscenti la pubblicazione d’un tal libro, composto veramente con spirito
tutto moderno. C’è una cosa che deve oggi sovrastare a tutti i nostri sforzi : riprodurre le
opere d’arte, metterle a disposizione del più gran numero di persone possibili e facilitare così
gli studi della critica avvenire, rialzando insieme il gusto del pubblico, gusto che non può for-
marsi che. nella contemplazione continuata dai capolavori dell’arte.

Marcel Reymond.

Busto. Italia, sec. xvn

Stecca
per busto.

Italia
sec. xvii

L'Arte. XII, 23.
 
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