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BIBLIOGRAFIA
98. Focolari (Gino), Lo pseudo-Boccaccino. (Ras-
segna d’arte, a. IX, pag. 61-64; Milano, 1909).
Determina come opere dello pseudo-Boccaccino una Ma-
donna col Bambino nella chiesa di San Lazzaro degli Ar-
meni (Venezia) e un trittico nella chiesa di San Niccolò a
Bribano (comune di Sedico) ; traendone argomento per ri-
prendere in esame tutte le altre manifestazioni cognite del-
l’attività dell’anonimo artista e determinarne le caratteristiche
in modo chiaro e compiuto.
99. Foville (Jean de), Le médailleur « à l’amour
capti/». (Gazette des beaux-arts, s. Ili, t. XXXIX,
pag. 385-393; Paris, 1908).
L’autore della nota medaglia di Lucrezia Borgia ove è
figurato nel rovescio amore legato a un albero (1505) e di
altre medaglie caratterizzate dalla medesima rappresentazione
va identificato, secondo il F., con Bartolomeo Melioli man-
tovano.
100. Gnoi-i (Umberto), La morte dello Spagna e la
sua ultima opera datata. (Bollettino d’arte, a. I, pa-
gine 13-18; Roma, 1909).
La data della morte dello Spagna può esser con certezza
fissata fra il i528 e il 1533, ma viene comunemente posta
in limiti più ristretti e cioè fra il 1528 e il 1530; poiché
in quest’anno vediamo Dono Doni, e non più lo Spagna,
ricevere pagamenti per i noti affreschi di San Giacomo. Ora
lo Gnoli, in base alla data 1532 segnata negli affreschi del-
l’abside della chiesa di San Giovanni Battista in Eggi, non
dubitando che tali affreschi possano esser attribuiti ad altri
che allo Spagna, crede debba ritenersi avvenuta la morte
del maestro negli anni 1532-1533. Nè il ragionamento fa-
rebbe una grinza, se fosse veramente certa l’attribuzione;
ma questa, data la mediocrità dell’opera, pare anzi infon-
datissima. Onde ne sappiamo, in conclusione, quanto prima.
101. Id., Note varie su Niccolò da Foligno. (Evi-
porium, voi. XXIX, pag. 136-144; Bergamo, 1909).
Crede che lo stemma ritratto nella predella del Louvre
(n. 1120) e nel Martirio di San Bartolomeo di Foligno sia
quello appunto del pittore, che nel proprio testamento ri-
corda con certo orgoglio le armi della sua casa. Accenna poi
al soggetto preferito da Niccolò — la Pietà — e special-
mente alla caratteristica rappresentazione possedutane da una
collezione privata di Vienna. (Alle Pietà indicate è da aggiun-
gerne una, salvo errore assolutamente inedita, conservata nel
palazzo vescovile di Camerino) Pubblica infine un’opera ine-
dita dell’Alunno, appartenente alla chiesa di Alviano, e un’altra
dimenticata, nella chiesa dell’Assunta in Lugnano.
102. Maetlri.inck (L.), Les peintres rhétoriciens
flamands et le maitre des femmes à mi-corps. (Gazette
des beaux-arts, s. Ili, t. XXXIX, pag. 223-236; Paris,
1908).
Notevole contributo alla tesi che identifica Luca d’Iieere
con « il maestro delle mezze figure femminili ».
103. Munoz (Antonio), Studii sulla scultura napo-
letana del Rinascimento. Tommaso Malvito da Como
e suo figlio Gian Tommaso. (Bollettino d’arte, a. Ili,
PaS- 54-73 e 83-101; Roma, 1909),
L’A. dimostra chiaramente la derivazione dell’arte di Tom-
maso Malvito da quella di Francesco Laurana. 11 M. fu i;
principale cooperatore del L. nella decorazione di una cap-
pella della chiesa «de La Major» a Marsiglia f 1476-1481),
e in quella occasione subì gli influssi che si manifestano poi
costanti in tutte le opere da lui posteriormente eseguite in
Napoli. In queste ultime, l’A. cerca di distinguere quanto
è propriamente dovuto a Tommaso e quanto ai suoi aiuti,
specie al figlio Giovan Tommaso. Al quale, in base al-
l’analisi della sola sua opera certa e indipendente — il mo-
numento de Cuncto—, è attribuita dal M. una parte molto
notevole nella decorazione del corpo di San Gennaro.
104. Roserot (Alphonse), La vie et /’oeuvre d’Edme
Bonchardon en Italie. (Gazette des beaux-arts, s. Ili,
t. XL, pag. 17-37; Paris, 1908).
Il B. venne in Roma nel 1723, come alunno dall’Acca-
demia di Francia, e vi rimase un decennio conquistando in
breve una posizione eminente fra gli scultori del tempo. Ma
l’invidia gli contese le commissioni più notevoli e impedì
che fossero tradotti in atto i suoi maggiori progetti (monu-
mento di Clemente XI in San Pietro, decorazione della fon-
tana di Trevi, ecc.).
105. Sarre (Friedrich), Michelangelo und der tur -
kische Hof. (Repertorimn fiir Kunstw., voi. XXXII,
pag. 61-66; Berlin, 1909).
M. ricevette due volte la proposta di recarsi presso la
corte turca, nel 1506 e nel 1519. Nel 1506 egli era prò.
babilmente disposto ad accogliere l’invito, ma finì per non
muoversi, poiché il sultano d’allora, Bajezid II era nemico
delle arti figurative e amico soltanto di quelle meccaniche.
Nel 1519 regnava Selim I, ammiratore fervente d’ogni arte
bella, ma in tale occasione il viaggio fu impedito al maestro
dagli altissimi impegni assunti.
106. Stein (Henri), Antonello de Messine. (Gazette
des beaux-arts, s. IV, t. I, pag. 34-51; Paris, 1909).
Uno studio riassuntivo della vita e delle opere del maestro,
non troppo ordinato nè sempre preciso, dovuto tuttavia a
persona evidentemente abbastanza bene informata.
107. Tasca Bordonaro (Lucio), Pietro Novelli.
(.Emporium, voi. XXIX, pag. 26-40; Bergamo, 1909).
Molte riproduzioni di opere del Novelli : lo studio che le
accompagna è leggero, ma astrazion fatta da qualche omissione
abbastanza grave (non si parla delle opere del N. a Roma
e a Napoli) e da qualche inesattezza (si esagera per esempio
1’ influsso spiegato sul N. dal Van Dijck) vale a mettere ab-
bastanza felicemente in evidenza i caratteri e il valore del
pittore monrealese.
La storia dell’arte nella vita odierna: istituzioni
artistiche, insegnamento, legislazione, tutela
dei monumenti, scavi e restauri, esposizioni e
collezioni; bibliografia artistica.
108. Colasanti (Arduino), La nuova Pinacoteca
Vaticana. (Emporium, voi. XXIX, pag. 258-275; Ber-
gamo, 1909).
BIBLIOGRAFIA
98. Focolari (Gino), Lo pseudo-Boccaccino. (Ras-
segna d’arte, a. IX, pag. 61-64; Milano, 1909).
Determina come opere dello pseudo-Boccaccino una Ma-
donna col Bambino nella chiesa di San Lazzaro degli Ar-
meni (Venezia) e un trittico nella chiesa di San Niccolò a
Bribano (comune di Sedico) ; traendone argomento per ri-
prendere in esame tutte le altre manifestazioni cognite del-
l’attività dell’anonimo artista e determinarne le caratteristiche
in modo chiaro e compiuto.
99. Foville (Jean de), Le médailleur « à l’amour
capti/». (Gazette des beaux-arts, s. Ili, t. XXXIX,
pag. 385-393; Paris, 1908).
L’autore della nota medaglia di Lucrezia Borgia ove è
figurato nel rovescio amore legato a un albero (1505) e di
altre medaglie caratterizzate dalla medesima rappresentazione
va identificato, secondo il F., con Bartolomeo Melioli man-
tovano.
100. Gnoi-i (Umberto), La morte dello Spagna e la
sua ultima opera datata. (Bollettino d’arte, a. I, pa-
gine 13-18; Roma, 1909).
La data della morte dello Spagna può esser con certezza
fissata fra il i528 e il 1533, ma viene comunemente posta
in limiti più ristretti e cioè fra il 1528 e il 1530; poiché
in quest’anno vediamo Dono Doni, e non più lo Spagna,
ricevere pagamenti per i noti affreschi di San Giacomo. Ora
lo Gnoli, in base alla data 1532 segnata negli affreschi del-
l’abside della chiesa di San Giovanni Battista in Eggi, non
dubitando che tali affreschi possano esser attribuiti ad altri
che allo Spagna, crede debba ritenersi avvenuta la morte
del maestro negli anni 1532-1533. Nè il ragionamento fa-
rebbe una grinza, se fosse veramente certa l’attribuzione;
ma questa, data la mediocrità dell’opera, pare anzi infon-
datissima. Onde ne sappiamo, in conclusione, quanto prima.
101. Id., Note varie su Niccolò da Foligno. (Evi-
porium, voi. XXIX, pag. 136-144; Bergamo, 1909).
Crede che lo stemma ritratto nella predella del Louvre
(n. 1120) e nel Martirio di San Bartolomeo di Foligno sia
quello appunto del pittore, che nel proprio testamento ri-
corda con certo orgoglio le armi della sua casa. Accenna poi
al soggetto preferito da Niccolò — la Pietà — e special-
mente alla caratteristica rappresentazione possedutane da una
collezione privata di Vienna. (Alle Pietà indicate è da aggiun-
gerne una, salvo errore assolutamente inedita, conservata nel
palazzo vescovile di Camerino) Pubblica infine un’opera ine-
dita dell’Alunno, appartenente alla chiesa di Alviano, e un’altra
dimenticata, nella chiesa dell’Assunta in Lugnano.
102. Maetlri.inck (L.), Les peintres rhétoriciens
flamands et le maitre des femmes à mi-corps. (Gazette
des beaux-arts, s. Ili, t. XXXIX, pag. 223-236; Paris,
1908).
Notevole contributo alla tesi che identifica Luca d’Iieere
con « il maestro delle mezze figure femminili ».
103. Munoz (Antonio), Studii sulla scultura napo-
letana del Rinascimento. Tommaso Malvito da Como
e suo figlio Gian Tommaso. (Bollettino d’arte, a. Ili,
PaS- 54-73 e 83-101; Roma, 1909),
L’A. dimostra chiaramente la derivazione dell’arte di Tom-
maso Malvito da quella di Francesco Laurana. 11 M. fu i;
principale cooperatore del L. nella decorazione di una cap-
pella della chiesa «de La Major» a Marsiglia f 1476-1481),
e in quella occasione subì gli influssi che si manifestano poi
costanti in tutte le opere da lui posteriormente eseguite in
Napoli. In queste ultime, l’A. cerca di distinguere quanto
è propriamente dovuto a Tommaso e quanto ai suoi aiuti,
specie al figlio Giovan Tommaso. Al quale, in base al-
l’analisi della sola sua opera certa e indipendente — il mo-
numento de Cuncto—, è attribuita dal M. una parte molto
notevole nella decorazione del corpo di San Gennaro.
104. Roserot (Alphonse), La vie et /’oeuvre d’Edme
Bonchardon en Italie. (Gazette des beaux-arts, s. Ili,
t. XL, pag. 17-37; Paris, 1908).
Il B. venne in Roma nel 1723, come alunno dall’Acca-
demia di Francia, e vi rimase un decennio conquistando in
breve una posizione eminente fra gli scultori del tempo. Ma
l’invidia gli contese le commissioni più notevoli e impedì
che fossero tradotti in atto i suoi maggiori progetti (monu-
mento di Clemente XI in San Pietro, decorazione della fon-
tana di Trevi, ecc.).
105. Sarre (Friedrich), Michelangelo und der tur -
kische Hof. (Repertorimn fiir Kunstw., voi. XXXII,
pag. 61-66; Berlin, 1909).
M. ricevette due volte la proposta di recarsi presso la
corte turca, nel 1506 e nel 1519. Nel 1506 egli era prò.
babilmente disposto ad accogliere l’invito, ma finì per non
muoversi, poiché il sultano d’allora, Bajezid II era nemico
delle arti figurative e amico soltanto di quelle meccaniche.
Nel 1519 regnava Selim I, ammiratore fervente d’ogni arte
bella, ma in tale occasione il viaggio fu impedito al maestro
dagli altissimi impegni assunti.
106. Stein (Henri), Antonello de Messine. (Gazette
des beaux-arts, s. IV, t. I, pag. 34-51; Paris, 1909).
Uno studio riassuntivo della vita e delle opere del maestro,
non troppo ordinato nè sempre preciso, dovuto tuttavia a
persona evidentemente abbastanza bene informata.
107. Tasca Bordonaro (Lucio), Pietro Novelli.
(.Emporium, voi. XXIX, pag. 26-40; Bergamo, 1909).
Molte riproduzioni di opere del Novelli : lo studio che le
accompagna è leggero, ma astrazion fatta da qualche omissione
abbastanza grave (non si parla delle opere del N. a Roma
e a Napoli) e da qualche inesattezza (si esagera per esempio
1’ influsso spiegato sul N. dal Van Dijck) vale a mettere ab-
bastanza felicemente in evidenza i caratteri e il valore del
pittore monrealese.
La storia dell’arte nella vita odierna: istituzioni
artistiche, insegnamento, legislazione, tutela
dei monumenti, scavi e restauri, esposizioni e
collezioni; bibliografia artistica.
108. Colasanti (Arduino), La nuova Pinacoteca
Vaticana. (Emporium, voi. XXIX, pag. 258-275; Ber-
gamo, 1909).