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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 12.1909

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Fasc. 4
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Frizzoni, Gustavo: Vincenzo Foppa pittore: (a propositio di una recente pubblicazione)
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https://doi.org/10.11588/diglit.24137#0296

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VINCENZO POPPA, PITTORE

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Giulio II. Nè doveva mancare in fatti la sua effigie in opera così rilevante, fatta per quel
duomo, per l’abbellimento del quale viene narrato avere il munifico cardinale speso di suo
ben 18 mila scudi d’oro.

Vuoisi notare d’altronde che il Foppa ebbe dei collaboratori nel compimento della
grande ancona, poi che oltre che le parti dipinte negli ordini superiori si presentano ese-
guite da suoi aiuti, si sa che il lato destro del-
l’ordine inferiore è lavoro di Lodovico Brea da
Nizza, il quale vi appose il nome e la data 1490.

Opportunamente poi viene osservato in propo-
sito come questi nella figura del San Giovanni
Evangelista (facente riscontro a quella tutta am-
malorata del San Giovanni Battista del Foppa)
ha Gioito di comune col Bergognone, e similmente
come detto maestro fu attirato dal lato più dolce
delVarte del Foppa, anziché dalle scie qualità più
severe e più virili. E qui, a concretare viemme-
glio qheste affinità ci piace di porgere al lettore
nella fìg. 3 una imagine di San Giovanni Evan-
gelista del Bergognone che ha grandissima so-
miglianza con quella di Lodovico Brea.

Sfatata la leggenda per cui si ritenne il 1492
come coincidente con l’anno della morte di Vin-
cenzo Foppa, in base all’iscrizione di una pretesa
lapide sepolcrale che andò perduta, i nostri au-
tori poterono provare eh’ egli protrasse la sua
carriera vitale sino al 1515 o 1516, da che risulta
da notizie conservate nell’archivio di Sant’Ales-
sandro a Brescia che nel maggio del 1515 egli
era vivente, mentre nell’ ottobre dell’ anno se-
guente era passato nel numero dei defunti. Nè
fanno difetto d’ altronde gli indizi di date inter-
medie, cioè posteriori al 1492 per cui figura il
suo nome da prima negli archivi di Pavia, poi
in quelli di Brescia, dove egli deve aver pas-
sato la maggior parte dei due ultimi decenni di
sua vita.

Ragionevolmente vengono assegnate a que-
st’ultimo periodo tre opere notevoli, tuttora in
essere, cioè a dire la Pietà del Museo di Berlino,
già in San Pietro in Gessate a Milano, l’Adora-
zione dai Magi della Galleria Nazionale di Lon-
dra, forse la creazione più perfetta che si co-
nosca di lui, e la Madonna in adorazione, con
angeli e San Benedetto, eh’ è andata a finire a
Versailles nella raccolta privata dell’abate Le-
fèvre. A queste tre opere in fine se ne può
aggiungere una quarta, consistente in un grande
stendardo da chiesa, esistente in una chiesetta
di Orzinovi, nel Bresciano, dipinto a figure di
santi dai due lati, terminato forse da qualche


Fig. 3 — Amb. Bergognone: S. Giovanni.
Bergamo, Pinacoteca dell’Accademia Carrara.
(Fot. Taramelli)

assistente del maestro, da che certe debo-

lezze manifeste non sembrano da mettersi a carico del maestro stesso.
 
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