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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 12.1909

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Fasc. 4
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D'Ancona, Paolo: Due libri di disegni popolareschi di Giuseppe Piattoli pittore fiorentino del secolo XVIII
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https://doi.org/10.11588/diglit.24137#0306

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DUE LIBRI DI DISEGNI POPOLARESCHI

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atto di portare il ventaglio alla guancia con civetteria e sorride a un giovinetto, il quale
ben lungi dal farsi conquistare, l‘e indica una ignuda statua di Venere, che s’erge nel
fondo fra i rami di una boscaglia).

10. Tanto è ladro chi ruba che chi tiene il sacco (v. tav. XXVIII id. id.).

11. In bocca chiusa non entrali mosche (la tavola manca nella edizione spagnuola : corri-
sponde invece al n. XXXVI della ediz. ital., fuorché nel fondo che non rappresenta
già come nella stampa la fronte di Palazzo Pitti, bensì lo scorcio di una strada limi-
tata da un tempietto poligonale).

12. Le donne per parer belle si fanno brutte (v. tav. VII id. id.).

13. Nc donna ne tela non giudicare al lume di candela (tanto l’ediz. ital. quanto quella
spagnuola contengono l’illustrazione del proverbio alla tavola XXIV della serie. Tut-

« Fammi fattore un anno, se son povero mio danno».

(Serie II, n. 26). Gabinetto fotografico degli Uffizi

tavia fra il disegno e le stampe non vi è alcun riscontro. Nel disegno infatti si veg-
gono due fanciulle, l’una con uno specchio, l’altra con della tela in mano, mentre un
giovinetto lì accanto fa lume tenendo sollevata una caratteristica lucerna fiorentina
a più becchi).

14. Pazzo è colui che vive povero per morir ricco (v. tav. XII id. id.).

15. Grassa cucina magro testamento (v. tav. X id. id.).

16. (Manca il proverbio, ma invece al disopra della composizione così viene dichiarato il
soggetto di essa: Il ricco impoverito calpesta la gratitudine e il benefizio, istinto proprio
di simili persone conservando sempre in se quella superbia che e dinotata nel pavone.
Il disegno non trova riscontro in nessuna delle due edizioni: rappresenta un uomo che
sembra in preda ai più tetri pensieri, poggiato a un mobile, colla mano portata alla
fronte. Presso di lui è il simbolico pavone : ai suoi piedi stanno, calpestati, i simulacri
di cui parla la iscrizione, tra mobili, vasi, vesti, sparsi alla rinfusa. Nel fondo è una

l’Arte. XII, 34.
 
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